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Ambulanze Piemonte, infermieri e sindacati frenano su riforma

di Redazione

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Un conto è un controllo a distanza sullo stato di salute come avviene nella telemedicina, un conto è dover decidere in pochi minuti sulla vita di una persona. Così Alberto Accordi, infermiere del 118 a Casale e sindacalista provinciale del sindacato Fials, commentando il progetto di Azienda Zero di togliere i medici dalle ambulanze e di lasciare a bordo infermieri specializzati supportati da algoritmi clinico assistenziali infermieristici.

Più responsabilità e stesso stipendio. Infermieri scettici su riforma 118

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Scettici sindacati e infermieri sul lasciare la gestione dell'emergenza sanitaria agli infermieri del 118.

Continuano le critiche al piano regionale sulla rivoluzionaria gestione dell'emergenza sanitaria che consente agli infermieri del 118 di sostituire il medico sui mezzi di soccorso. Oltre a molti tra amministratori locali, medici e pazienti, ad essere scettici sono anche gli infermieri.

E i sindacati frenano sull'iniziativa: Abbiamo fatto qualche corso di formazione online ma ci vuole molto più tempo per apprendere le norme comportamentali e decidere al posto del medico, segnala Accordi ritenendo che la data del 1° ottobre, fissata da Azienda Zero per far partire l'innovativa applicazione in Piemonte, sia comunque decisamente prematura. È impensabile partire da quella data. Serve più preparazione, denuncia.

Noi per ora non possiamo somministrare farmaci e ci sono diverse gravità di fronte ad un arresto cardiaco, pur individuato da un elettrocardiogramma, sottolinea riportando uno dei tanti casi tra le varie emergenze extraospedaliere che un infermiere di 118 può ritrovarsi a gestire. La scelta sul farmaco più adatto sarà corretta in quel caso?, si interroga preoccupato alla luce anche della sua esperienza nel servizio di Emergenza Urgenza.

Fa presente, inoltre, che esiste un'altra questione delicata non di poco conto, relativa alla maggiore responsabilità che gli infermieri dovrebbero accollarsi: Sarebbe ben superiore all'attuale ma remunerata sempre con lo stesso compenso, avverte sottolineando che gli stipendi del personale andrebbero pertanto ridiscussi.

È assurdo sostituirci ai medici senza il loro compenso, rimarca Accordi facendo notare che esiste una sostanziale differenza di circa 2000 euro tra lo stipendio di un medico e quello di un infermiere. Se si mettesse in discussione questa cifra tanti infermieri vorrebbero subentrare nel servizio 118 per un guadagno maggiore, puntualizza.

Esprimono dubbi e perplessità anche le associazioni di volontariato, come l'Avis Primo Soccorso di Valenza, che può contare su una sessantina di volontari che prestano servizio in 118. Abbiamo una convenzione con l'Asl per avere sempre il medico sulle nostre ambulanze ma è capitato più volte che non fosse disponibile. Pertanto, stiamo già funzionando nel modo prescritto da Azienda Zero, anche se non lo condividiamo appieno, sottolinea la presidente dell'associazione, Luciana Mamprin.

Si tratta di un'enorme responsabilità. E se si compie la scelta sbagliata?, si chiede facendo notare che di fronte a queste crescenti difficoltà si sta riducendo in maniera significativa il numero dei volontari che danno la loro disponibilità a coprire i turni. Sottolinea altresì che nel loro territorio sussiste anche il problema della distanza degli ospedali.

Quello di Alessandria è a 15 chilometri e quello di Casale a 25 – precisa -. Considerando che ci capita spesso di intervenire in caso di gravi incidenti stradali, il tempo in urgenza è fondamentale. Se il paziente è cosciente e collabora la situazione è più semplice ma se non lo è come si fa a sapere se ha un pacemaker, se è diabetico o se ha qualche altra patologia? Il medico può anche dare consigli a distanza ai volontari ma non è lì a vedere il paziente, conclude.

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