Pubblico Impiego
Meno 4.500 infermieri in due anni, aumento di precariato e lavoro interinale, età media in aumento e buste paga più leggere per il forte calo delle indennità. Questo il bilancio, poco rassicurante, che emerge dal Conto annuale 2016 della Ragioneria generale dello Stato, che specifica: Rilevante la sottoposizione delle Regioni alla disciplina del piano di rientro della spesa sanitaria
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Sistema sanitario nazionale: In due anni persi più di 4.500 infermieri
Nel 2016 si contano altri 1723 infermieri in meno rispetto al 2015, quando già se ne erano persi 2788 rispetto all’anno precedente. Fanno oltre 4.500 professionisti in meno in soli due anni.
Ha tutta l’aria di un’emorragia di personale quella nella quale assume grande rilevanza “la sottoposizione (…) delle Regioni alla disciplina del piano di rientro della spesa sanitaria”.
Lo dichiara la Ragioneria generale dello Stato nella relazione allegata al Conto annuale 2016, il documento che mostra la perdita di personale registrata dal Ssn.
Sarebbero proprio le misure di spending review, con particolare riferimento alle realtà interessate dai piani di rientro, ad incidere pesantemente.
E non è tutto. Dai dati si registra l’aumento dei precari (+1951 di personale a tempo determinato, +513 interinali), l’aumento dell’età media (che passa dai 47,47 anni medi del 2015 ai 48,02 del 2016), mentre diminuiscono gli stipendi.
Tra il 2015 e il 2016, infatti, gli infermieri perdono altri 50 euro l’anno di retribuzione a causa del forte calo di indennità fisse e accessorie (-143 € l’anno), di indennità varie e, paradossalmente (considerando l’aumento di lavoro per chi è in servizio a fronte del calo di personale) degli straordinari.
Perdite parzialmente bilanciate dalle voci stipendiali fisse (ad esclusione della tredicesima, che perde 7€), retribuzione individuale di anzianità compresa.
I numeri degli infermieri: Confronto tra il 2015 e il 2016
Personale infermieristico* | 2016 | 2015 | Differenza 2016/2015 |
Consistenza numerica personale |
Totale: 264.629 Uomini: 59.763 Donne: 204.866 |
Totale: 266.352 Uomini: 60.120 Donne: 206.232 |
Totale: -1.723 Uomini: -357 Donne: -1.366 |
Retribuzioni* | Differenza 2016/2015 (euro/anno) |
Stipendio+I.I.S. | 9 |
R.I.A. | 76 |
Tredicesima | -7 |
Totale voci stipendiali | 77 |
Straordinario | -99 |
Indennità varie | -11 |
Altre accessorie | -17 |
Indennità fisse ed accessorie | -126 |
Retribuzione complessiva | -50 |
Lavoro flessibile* | Tempo determinato | Interinale | Lavori socialmente utili | Formazione Lavoro |
Differenza 2016/2015 |
Uomini: 407 Donne: 1.544 |
Uomini: 201 Donne: 311 |
Uomini: 1 Donne |
(*Fonte elaborazione Federazione Infermieri su dati Conto annuale 2016 e 2015 della Ragioneria generale dello Stato)
Numeri che preoccupano e lo fanno su più fronti: quello dei lavoratori, che sono sottoposti a turni di lavoro estremamente gravosi e quello dei cittadini, che fruiscono di un'organizzazione sanitaria spesso lontana dall'efficienza.
In merito si è espresso anche il neo eletto Comitato centrale della Federazione degli infermieri:
Basta con i tagli, sia al personale che alle retribuzioni. È necessario tutelare la sicurezza di professionisti e pazienti e la dignità economica di chi lavora, prevedendo risorse degne di professionisti che hanno la responsabilità dell’organizzazione dell’assistenza. In questo modo, e i numeri parlano chiaro, a rimetterci è non solo la qualità del servizio, ma anche quella della nostra professionalità e la sicurezza dei pazienti.
È ora dei nuovi contratti, è vero - continua la nota del Comitato - ma anche di disegnare un nuovo modello e una diversa organizzazione assistenziale e dei servizi ascoltando e premiando quella che universalmente è riconosciuta come prima risorsa per il successo delle politiche sanitarie: il personale
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