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Sentenza

Abuso pronta disponibilità, Asrem condannata a risarcire

di Redazione

Pubblico Impiego

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Il lavoratore ha diritto a giorni di riposo senza l'obbligo di recarsi sul posto di lavoro e le Aziende non possono utilizzare la pronta disponibilità come sistema per sanare le carenze di organico. Così Gianluigi Angelucci, rappresentante legale dei lavoratori, commentando la sentenza pronunciata lo scorso 19 luglio 2024 dalla Corte di Appello di Campobasso, che ha stabilito questo concetto fondamentale a tutela dei lavoratori.

Pronta disponibilità per colmare carenze: risarcimento per dipendenti Asrem

Il tribunale ha condannato l'Azienda Sanitaria Regionale del Molise (Asrem) per abuso di pronta disponibilità, allorché richiesta al di fuori di quanto previsto dalle norme del contratto.

È risultato infatti che per anni Asrem ha costretto infermieri e medici ad essere reperibili oltre le previsioni contrattuali e pertanto ora dovrà risarcire i lavoratori ricorsisti per un danno complessivo di oltre 400mila euro.

La vicenda nasce da una vertenza sindacale promossa da Angelucci che risale al 2012. Il caso ha coinvolto alcuni dipendenti dell'Asrem che hanno affrontato 4 gradi di giudizio prima di ottenere il riconoscimento delle proprie ragioni.

L'azienda è ora tenuta al risarcimento del danno per la violazione e falsa applicazione di un istituto contrattuale. I lavoratori che hanno fatto ricorso sono in attesa di ricevere tale risarcimento nella speranza che non debbano intentare un'ulteriore causa per ottenere quanto spettante - commenta Angelucci esprimendo soddisfazione per l'esito del processo -. Questo straordinario risultato è frutto di un duro lavoro, reso possibile dagli avvocati Caterina Gaetano e Mancini Ornella, fa sapere ringraziando i legali che hanno assistito i lavoratori sin dall'inizio.

Si tratta di una grande vittoria per quei lavoratori a cui è stata richiesta una reperibilità extra. Ed è un successo che smentisce tutti coloro che nel corso degli anni non hanno vigilato per difendere gli interessi dei lavoratori ed hanno permesso all'Azienda sanitaria di fare il bello e il cattivo tempo ossia di condizionare la vita privata di tanti dipendenti, vincolandoli da una pronta disponibilità che altro non è che la reperibilità, spiega il rappresentante legale riportando alcuni esempi di disagio che l'azienda ha creato al personale, come quello di una mamma che non poteva portare i figli a scuola o all'asilo.

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