A partire da novembre l’Ausl Romagna introdurrà la pronta disponibilità anche per i servizi attivi 24 ore su 24 per compensare le carenze di organico. Umiliati e offesi
, gli infermieri non ci stanno - assurdo sopperire alle carenze con la richiesta di reperibilità
- e lunedì 23 ottobre scenderanno in strada di fronte alla sede dell’Ausl per dire no all’ampliamento del concetto di reperibilità. La replica dell’Azienda: Soluzione migliore era l'autogestione degli infermieri, ma i sindacati hanno detto no
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Pronta disponibilità per coprire le assenze, insorgono gli infermieri
La pronta disponibilità, regolata dall’art. 44 del Ccnl integrativo del triennio 2019-2021, è caratterizzata dalla immediata reperibilità del dipendente e dall’obbligo per lo stesso di raggiungere la struttura nel minor tempo possibile, nei tempi previsti per il normale raggiungimento alla sede di lavoro.
Si tratta, tuttavia, di un istituto in gran parte gestito a livello di contrattazione decentrata aziendale, per cui ogni azienda ospedaliera ha diritto di sottoscrivere un regolamento locale tarato sulla propria tipologia organizzativa del lavoro, nel pieno rispetto delle norme generali definite dal contratto nazionale.
E, a detta dei sindacati, l'Ausl Romagna ne darebbe una lettura quantomeno distorta. Sì, perché a partire da novembre gli infermieri - di tutti i servizi, non solo quelli ai quali generalmente vengono attribuiti turni in pronta disponibilità (es. emodinamica, radiologia, sale operatorie, emergenza extraospedaliera) – si troveranno a lavorare di giorno e a dover tenere sempre sotto controllo il telefono di notte.
Questo significa che in caso di assenza di un infermiere in turno, perché in malattia o per altri motivi - spiegano dalla Uil Fpl il segretario generale Emilia-Romagna Paolo Palmarini e il segretario organizzativo ravennate Luca Lanzillotti - verrebbe chiamato il personale reperibile per sostituirlo
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Il fatto è che non dovrebbe però essere quello lo strumento per garantire queste sostituzioni - continuano i sindacalisti -: ci vorrebbe un indice che garantisce nelle assenze. In sostanza, servono più persone
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Questo provvedimento minerebbe la serenità dei dipendenti, già in forte situazione di stress per le carenze di organico; a complicare ulteriormente le cose, il fatto che le reperibilità avverrebbero in base ai dipartimenti, e non in base ai reparti: Ciò significa – ribadiscono Palmarini e Lanzillotti - che un dipendente della Medicina primo piano, ad esempio, potrebbe ritrovarsi alla Medicina quarto piano, che è nello stesso dipartimento. Non conosce i pazienti né sa dove stiano i materiali di cui ha bisogno. Gli infermieri sono preoccupati e va detto che non c’è una vera valorizzazione economica in risposta a questa novità: è maggiore il disagio
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Si chiede agli infermieri di coprire turni che l’Ausl Romagna non sa come gestire a causa della carenza di personale – tuona Francesca Batani di Nursing Up -. Chi la mattina smonterà dal turno di notte potrà diventare reperibile già a partire dalle 16 del pomeriggio. E non per forza nel suo abituale reparto: la logica del dipartimento fa sì che un infermiere che abitualmente lavora a Brisighella, potrebbe essere chiamato a Ravenna o Lugo, anche per un turno di notte
. Per non parlare, poi, di soldi: allo straordinario si sommerebbero 20€ lordi, 1,80€ all’ora, per i turni di reperibilità
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Per chiedere all’Ausl di fare marcia indietro, lunedì 23 ottobre gli infermieri manifesteranno di fronte alla sede dell’Azienda.
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