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Rebus sostituzioni estive, ospedali rischiano il collasso

di Redazione

Pubblico Impiego

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Reparti e ambulatori di sette aziende sanitarie laziali, già con organici cronicamente carenti, rischiano di chiudere per ferie durante il periodo estivo se non si riesce a risolvere il rebus delle sostituzioni estive. Per evitare il collasso, scongiurare la chiusura e mantenere operative anche in estate tutte le attività sanitarie, nonostante le ferie del personale, le direzioni stanno facendo ricorso a prestazioni aggiuntive a gettoni orari, esternalizzazioni, prestiti tra aziende e somministrazione di operatori in affitto. Considerando che la pianificazione delle ferie riduce notevolmente il contingente di personale in forza, le oggettive difficoltà che si manifestano ogni anno sono sempre più evidenti.

Roma, negli ospedali scatta il rebus ferie. Nursind: assistenza a rischio

corridoio ospedale

Per evitare la chiusura dei resparti nonostante le ferie del personale le direzioni stanno facendo ricorso a prestazioni aggiuntive, esternalizzazioni e prestiti tra aziende.

La denuncia arriva dal Nursind, il sindacato degli infermieri: il problema riguarda il Policlinico Tor Vergata e il Policlinico Umberto I, il san Camillo, l'Asl Roma 3, l'Asl Roma 2, l'Asl Roma 6, l'Asl di Castelli e al San Giovanni Addolorata.

L'organizzazione sindacale segnala che al Policlinico Tor Vergata, dove la carenza di personale infermieristico è aggravata dall'indisponibilità di graduatorie utili in tutta la Regione, si stanno ingaggiando infermieri per tre mesi, tramite agenzie interinali, a 25,55 euro all'ora, di cui 1,65 euro di margine all'agenzia di reclutamento.

Al san Camillo anche questa estate si rilevano difficoltà per il personale di avere una turnazione regolare. Evidentemente i 120 colleghi assunti a tempo determinato non sono sufficienti a colmare assenze a vario titolo, denuncia il segretario aziendale del Nursind, Raffaele Piccari, sottolineando come continuare ad aprire unità operative “spot” scoprendo però altre unità operative già cronicamente a corto di personale non fa che peggiorare la situazione.

Si registrano gravi criticità anche all'Asl Roma 3. Vi mancano soprattutto figure di supporto all'assistenza, come ausiliari ed operatori sociosanitari. Si è deciso di ricorrere all'utilizzo di operatori esterni per la fornitura di personale a Radiologia e a Cardiologia dell'ospedale Grassi di Ostia, fa sapere il sindacalista.

Nell'Asl Roma 2, dove la necessità è garantire il perseguimento delle finalità istituzionali, l'azienda ha indetto una gara, con una base di due milioni e duecentomila euro, per affidare il servizio di somministrazione del personale amministrativo ad un'agenzia interinale. Risulta in difficoltà anche l'Asl 6 dove non è stato possibile giungere alla copertura dei posti vacanti e al ripristino degli organici medici, nonostante i concorsi banditi ed espletati nei mesi scorsi.

L'Asl di Castelli, dove si stanno registrando cessazioni a vario titolo di medici non preventivate, ha fatto sapere che potrebbe profilarsi il rischio concreto di dover arrivare a ridurre l'offerta del servizio sanitario, qualora non si reclutassero nuove unità mediche.

Il sindacato ha reso noto che per evitare nuove esternalizzazioni, come avvenuto per i pediatri ingaggiati tramite una cooperativa, l'azienda ha deciso, per coprire i turni mancanti, di lanciare una manifestazione di interesse per l'assunzione a tempo determinato, rivolta anche a medici neolaureati e ai medici iscritti al penultimo ed ultimo anno della scuola di specializzazione.

Ci sono oggettive difficoltà di erogare i servizi sanitari anche al policlinico Umberto I, dove le maggiori criticità si registrano presso il Punto Nascita. Per risolverle l'azienda ha siglato una convenzione con l'Asl Roma 3 per il prestito di ginecologi. All'ospedale San Giovanni Addolorata sono invece state attivate prestazioni aggiuntive per sopperire alla grave carenza di medici nei reparti di Anestesia e Rianimazione, Chirurgia Generale, Chirurgia di Urgenza e Chirurgia Oncologica.

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