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Campania

Asl Napoli 1, 24 giugno incontro per stabilizzazione personale

di Redazione

Abbiamo mobilitato le diverse figure socio sanitarie, a partire dagli infermieri, perché rivendichiamo un atto di giustizia per i circa 600 lavoratori impegnati da oltre un decennio nelle diverse strutture di Napoli e provincia. Così Luigi D'Emilio, segretario della Cisl Funzione Pubblica dell'area metropolitana di Napoli spiegando le ragioni dello sciopero di 24 ore dei lavoratori della Asl Napoli 1, che si è svolto martedì 18 giugno anche con un sit-in di protesta con 200 lavoratori davanti al Centro Direzione.

Sciopero del personale delle cooperative ha sortito i primi effetti

Lo stato di agitazione, promosso dalle tre federazioni (Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fp), è stato organizzato per chiedere la stabilizzazione del personale delle cooperative sociali cui sono affidati gli appalti delle strutture sanitarie territoriali dell'azienda sanitaria napoletana che, composta da dieci distretti sanitari, otto ospedali, 6000 dipendenti, copre i comuni di Napoli, Capri e Anacapri.

I responsabili delle organizzazioni sindacali sono stati ricevuti dal presidente del Consiglio regionale, Gennaro Olivero, per chiedere che la Campania recepisca la legge 234/2021 che stabilisce la destinazione della riserva del 50% dei posti messi a concorso agli operatori del Terzo Settore utilizzati in esternalizzazione durante il periodo Covid, come approvato da una mozione lo scorso febbraio.

Nel corso dell'incontro, il vertice dell'assemblea legislativa ha sollecitato la Giunta a fissare un incontro per affrontare la questione. Le parti sindacali e il direttore generale dell'Azienda Sanitaria sono state convocati lunedì prossimo 24 giugno.

Speriamo che il 24 possa essere il giorno buono per avviare a realizzazione il percorso autorizzato dalle norme vigenti e potenziare finalmente il personale per soddisfare la domanda di salute della città e dell'intero territorio metropolitano, auspica D'Emilio facendo sapere che, in attesa del prossimo incontro, si è deciso di sospendere lo stato di agitazione.

Siamo stati costretti a promuovere uno sciopero per smuovere le acque, precisa spiegando che il fatto ha dell'incredibile perché aziende ed ospedali hanno spaventose carenze di organico che possono essere coperte in parte dagli addetti alle cooperative in possesso di una lunga esperienza maturata sul campo.

D'Emilio si riferisce al periodo della pandemia quando le assunzioni erano bloccate e c'era bisogno di assicurare i servizi ai cittadini. Lo hanno fatto i lavoratori del Terzo settore. Ora rischiano di perdere il posto nonostante una legge dello Stato e una decisione del massimo organo legislativo della regione, conclude.

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