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Part time negato, infermiera mamma costretta a dimettersi

di Leila Ben Salah

Pubblico Impiego

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Infermiera, mamma di tre bimbi, chiede il part time o l’aspettativa non retribuita, ma le vengono rifiutate entrambe. E la donna è costretta a dimettersi. Succede a Cene in provincia di Bergamo.

Part time negato, infermiera mamma costretta a dimettersi

madre e bimbo

Ha quasi dell’inverosimile la storia di una infermiera trentenne di Cene, mamma di tre bimbi, costretta a dimettersi dal posto di lavoro perché non sa a chi lasciare i figli. Alla faccia della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

La donna era dipendente a tempo indeterminato nella casa di riposo di Cene, l’unica pubblica della Provincia di Bergamo. Da qualche tempo era in maternità per la nascita del più piccolo, ma scaduto il periodo sarebbe voluta rientrare al lavoro con il part time. Usiamo il tempo verbale al passato, perché l’infermiera da ieri non è più dipendente della casa di riposo: si è dovuta dimettere.

La giovane mamma, infatti, aveva chiesto al Comune (suo datore di lavoro) la possibilità di tornare in servizio, ma part time, oppure di avere l’aspettativa non retribuita. Non sapendo a chi lasciare il più piccolo, infatti, l’infermiera era disposta a restare a casa per accudirlo fino ai 3 anni, quando sarebbe andato all’asilo e lei sarebbe potuta rientrare al lavoro.

Le sono state rifiutate entrambe – tuona Giulio Pennacchia della Fp Cisl che ha sollevato il caso -. Non riusciamo a capire la motivazione. Possiamo comprendere, anche se con difficoltà, l’impossibilità di concedere il part time per motivi di organico. Ma l’aspettativa non retribuita no! Al Comune non sarebbe costato proprio nulla e potevano tranquillamente sostituirla. La vicenda è destinata a fare molto clamore, ma in pratica non si risolverà nulla, se il sindaco non interverrà di sua iniziativa. Già perché purtroppo il comportamento del Comune – dice Pennacchia – è legale. Un’azienda può decidere se concedere l’aspettativa non retribuita o meno. È legale, ma, mi si passi il termine, fortemente immorale.

La motivazione addotta dal Comune di Cene è che ci sono problemi di organizzazione interna. Nella casa di riposo lavorano quattro infermiere su turni e secondo il sindaco Giorgio Valoti un part time ci avrebbe messo in difficoltà.

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