Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona: la “prigione” dei sanitari. Per un dipendente, infatti, è impossibile trasferirsi da lì. Le alternative sono due: licenziarsi o morire. È il durissimo sfogo di un infermiere veneto, a Nurse24.it. Con una lettera il professionista sanitario testimonia alla redazione la situazione da lui ravvisata all’interno dell’unica Azienda della regione, ma con ogni probabilità di tutto il Paese, che non ammette i cambi compensativi.
Negato nulla osta per assistere familiare ad un infermiere
Infermieri ostaggio dalle aziende che negano il nulla osta per la mobilità? Possibile? È quanto afferma un infermiere veneto attraverso una lettera inviata alla redazione di Nurse24.it. Uno sfogo realmente forte nei confronti dell’Aoui di Verona, rea – a suo parere – di essere l’unica Azienda in tutta la regione a non accettare cambi compensativi.
Al di fuori della missiva, una (doppia) premessa è d’obbligo: la procedura di mobilità compensativa viene regolata dall’ex art. 30 “Passaggio diretto di personale tra amministrazioni diverse” del Testo unico sul pubblico impiego (TUPI) Decreto legislativo 30 marzo 2001, numero 165.
E ancora, la mobilità a compensazione viene regolata altresì dalla nota del Dipartimento della Funzione Pubblica che – con circolare DFP 0020506 P-4. 17.77.4 del 27/03/2015 – ha disposto che è consentita in ogni momento, nell’ambito delle dotazioni organiche, la mobilità dei singoli dipendenti presso la stessa od altre amministrazioni, anche di diverso comparto, nei casi di domanda congiunta di compensazione con altri dipendenti di corrispondente profilo professionale, previo nulla-osta dell’amministrazione di provenienza e di destinazione e della necessità che le amministrazioni coinvolte accertino che non vi siano controinteressati al passaggio, nel rispetto dei principi di imparzialità e trasparenza già richiamati.
Ben lontano, dunque, dalla condotta che l’infermiere ascrive all’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona. Non accetta la mobilità né prima né dopo i cinque anni trascorsi. Ma gli altri ospedali come fanno? Prendiamo l’Azienda ospedaliera di Padova: stesso bando gestito da Azienda Zero, stessi vincoli, delibere di fine agosto 2022 dove forniscono il nulla osta per la medesima mobilità di mia moglie, concedendo cambi compensativi. Perché Padova sì e Verona no?.
L’infermiere lamenta ancora: Spetta all’Azienda decidere se dare o meno in nulla osta. E non le importa se un suo dipendente ha una famiglia da mantenere, dei bambini piccoli o un genitore malato da accudire. Se una persona, al momento della domanda, non aveva questa situazione in famiglia e quindi sperava di ottenere un lavoro stabile. Che in Italia è sempre più difficile da trovare.
Quindi il professionista sanitario ripercorre quello che è stato il suo tragitto: Ho provato la strada della mobilità per lavorare e, al contempo, accudire la persona malata. Nulla, la mia richiesta è stata respinta due volte. Allora ho fatto ricorso alla sezione lavoro del Tribunale di Verona. Perdendo. In conclusione: con la Legge 104/92 non hai un diritto soggettivo di essere trasferito. Le leggi vanno rispettate.
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