Un approccio frammentato alla prevenzione delle infezioni catetere-correlate non è più sufficiente. A sostenerlo è Alessio Piredda, infermiere coordinatore del team accessi vascolari dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), che all’interno del video ha illustrato un modello operativo integrato per la gestione dei dispositivi venosi, basato su evidenze scientifiche, formazione continua e responsabilizzazione dell’équipe clinica.
Paziente oncologico: vulnerabilità e responsabilità
Accesso vascolare ecoguidato
Bisogna sempre ricordare che davanti abbiamo una persona malata
, sottolinea Piredda. Nel caso del paziente oncologico, le condizioni cliniche – immunodepressione e protrombosi – lo espongono maggiormente a complicanze infettive. È quindi fondamentale che ogni fase, dalla scelta del device alla gestione post-impianto, sia guidata da criteri clinici condivisi e da un’impostazione multidisciplinare.
Dalla scelta del dispositivo al follow-up: ogni fase conta
La prevenzione efficace delle complicanze infettive inizia con una scelta ragionata e condivisa del dispositivo, che coinvolga oncologi, infermieri, case manager, team accessi vascolari e lo stesso paziente. Non è una decisione tecnica, ma clinica
, chiarisce Piredda.
L’impianto deve avvenire obbligatoriamente sotto ecoguida real-time, per ridurre le complicanze precoci e preservare il patrimonio venoso. Pungere con l'ecoguida vuol dire eliminare tutte quelle che sono le complicanze precoci all'impianto, preservare sostanzialmente la vena. Una vena che meno si stressa è una vena che meno si presta a complicanze secondarie.
Altrettanto cruciale è il follow-up post-impianto, che Piredda definisce strutturato e continuo
. Tracciare ogni accesso vascolare con un database dedicato consente non solo di intercettare precocemente eventuali infezioni, ma anche di analizzare dati in ottica retrospettiva e migliorare la qualità complessiva dell’assistenza.
Quando si parla di prevenzione delle complicanze secondarie, in particolare delle infezioni catetere-correlate, non si può pensare a un intervento parziale. Serve un approccio simultaneo, strutturato e condiviso, in cui ogni elemento è parte essenziale del risultato finale
, ha dichiarato Alessio Piredda.
Un database dedicato per gli accessi vascolari consente di tracciare in maniera rapida e in tempo reale la situazione del catetere stesso e del paziente. Inoltre consente di fare studi clinici e revisioni retrospettive.
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