Pubblico Impiego
La delusione per gli esiti della trattativa di comparto, dopo ben 10 anni di vacatio contrattuale, non ci ha colti di sorpresa: era tristemente nell'aria. Visto che 85 euro (lordi!) non si avvicinano neanche lontanamente a quanto meriterebbe un infermiere per il carico di lavoro e le responsabilità che affronta, quelli che pensavano che uno sciopero, per quanto ben riuscito, sarebbe bastato a far reperire altre risorse per un aumento di stipendio decoroso, sono stati vittime di un'illusione.
Infermieri sotto attacco per il contratto
E, come spesso accade, dopo che un'illusione svanisce, resta l'amaro in bocca. Come se non bastasse, questo misero aumento è già stato spregevolmente strumentalizzato contro gli infermieri.
Per garantire l'esiguo incremento in busta paga, i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno costretto le Regioni ad impegnare risorse proprie. Ed ecco che lo sciacallaggio mediatico, sempre pronto a strizzare l'occhio al populismo più becero, si scatena.
Per dare l’aumento agli infermieri il Governo toglie soldi ai malati
Questo il titolone del quotidiano "La Verità". Non oso immaginare cosa avremmo potuto leggere se l’aumento fosse stato più consistente.
Come, peraltro, avrebbe dovuto essere, in un paese civile che sa anche dare e non solo chiedere.
Siamo in piena campagna elettorale, ed è partito il classico “tutti contro tutti” che non conosce mezze misure: il tramite o le vittime siamo sempre noi Infermieri.
Questa è la cosa che più mi rende triste: siamo professionisti sempre (ab)usati e mai riconosciuti. Sì, perché il contratto – in troppi sembrano dimenticarlo - riguarda tutto il comparto sanità (elettricisti, amministrativi, ecc.), ma solo gli infermieri sembrano rappresentare un problema.
Il clima di odio che si sta innescando non giova a nessuno. Mi colpiscono l'ignoranza e la violenza che traspaiono dalla maggior parte dei commenti rinvenibili sul web a seguito della firma dell’ipotesi di contratto.
Ignoranza, perché forse alcuni commentatori non ricordano che il dileggio del pubblico impiego (a tutti i livelli) è stato vessillo della totalità degli schieramenti politici di questo paese: dalla legge Brunetta alla recente ossessione della Madia per i furbetti.
Questo è il grande spirito riformatore della nostra politica nei confronti della Pubblica Amministrazione? Speculare su poche mele marce per generare odio sociale nei confronti di una categoria e giustificarne il trattamento punitivo, con tanto di applauso dal pubblico.
È questo "il nuovo che avanza"? Troppo comodo prendersela solo con le organizzazioni sindacali (pur a ragione, per certi versi), di cui però ci si ricorda unicamente in questi frangenti, visto che nessuno vuole investire il proprio denaro per sostenere l'attività sindacale tramite il tesseramento né tantomeno intende metterci la faccia, rimboccandosi le maniche e facendo attività concrete sul posto di lavoro.
La speranza adesso è solo una: che quei pochi che non hanno siglato la pre-intesa non cavalchino l’onda della campagna elettorale per le prossime RSU per poi smentirsi e deludere tutti con la firma del contratto, che - per chi non lo sapesse - arriverà dopo il benestare della Corte dei Conti.
Guarda caso dopo le giornate di voto delle RSU, previste ad aprile.
RiccardoCarlino
1 commenti
QUESTO (scarso) AUMENTO E' UN INVESTIMENTO SU PROFESSIONISTI CHE SPENDONO PER FORMARSI, SENZA NEANCHE ESSERE RICONOSCIUTI
#1
Complimenti per l'esposizione dell'articolo. Troppo spesso ormai si diventa vittime della gogna mediatica in maniera immotivata. Spinti solo da uno spirito di critica immotivata, senza saperne poi argomentare le ragioni della critica stessa poiché basata semplicemente sul voler criticare senza esssere informati. Vorrei semplicemente che chi portasse avanti un'accusa fosse almeno consapevole di quello che sostiene e di non farlo in maniera incondizionata poichè spinti dal "furor di popolo". Senza pretendere che la gente capisca che questi 80 euro non sono niente rispetto a quello di cui ogni giorno ci facciamo carico.
Gli 80 €" tolti "ai malati, gli li renderó investendone quest'anno altri 1920 € di tasca mia per la mia formazione, che forse e dico forse, potrá soltanto portare ad una migliore assistenza e farne risparmiare altrettanti.