Pubblico Impiego
L'indennità di confine, un bonus approvato oltre un anno fa a livello nazionale per frenare la fuga dei professionisti sanitari che lavorano nelle province vicine alla dogana, a Como e dintorni non è ancora stata elargita. A denunciarlo il segretario della Uil Funzione Pubblica del Lario, Massimo Coppia, spiegando come la misura, che doveva essere introdotta anche a Sondrio e Varese per impedire la migrazione verso la Svizzera, non sia stata adottata per la mancanza dei decreti attuativi. Ci dicano almeno se il bonus di confine è stato definitivamente archiviato e se non se ne fa più niente dopo raccolte di firme, annunci e leggi nazionali
, dichiara il rappresentante sindacale sottolineando altresì che la Regione non avrebbe fatto sinora alcun passo avanti in tale direzione. Le promesse per ora non sono state mantenute
, incalza.
Indennità di confine ferma a Como, mentre in Sardegna i bonus arrivano
Eppure, il sindacato rende noto che ad infermieri e tecnici di radiologia sardi, impiegati in alcuni ospedali della provincia di Sassari, è stato riconosciuto in questi giorni un bonus di 1500 euro lordi al mese.
La misura, che ha l'obiettivo di trattenere in ospedale il personale, è stata resa possibile grazie ad un finanziamento di 5 milioni di euro deliberato dalla Giunta regionale della Sardegna. Si tratta di un incentivo, erogato fino a 24 mensilità, rivolto ai dipendenti del Servizio sanitario regionale che si impegnano a restare al lavoro.
E perché a Como niente? In Sardegna si può e in Lombardia no?
, commenta il sindacato sottolineando come la situazione sia altrettanto difficile nel comasco dove la fuga dei sanitari non si ferma, gli ospedali fanno sempre più fatica a trattenere il personale e a reclutarne di nuovo e le università registrano un drammatico calo delle iscrizioni alle professioni sanitarie, soprattutto ad Infermieristica.
Secondo le stime dell'Ordine degli Infermieri di Como ne mancherebbero circa 300 e i nuovi iscritti al corso di laurea non bastano a coprire i pensionamenti. All'Insubria, l'università che ha sede a Como, quest'anno erano disponibili 90 posti, ma sono arrivate soltanto 50 matricole
, continua Coppia precisando che in tutta la provincia mancano comunque anche altre figure come tecnici, specialisti ed operatori sociosanitari.
Tra le polemiche si sta sollevando altresì il dubbio che non sia possibile di fatto riconoscere davvero questo bonus nel comasco, a differenza che a Sassari, sostanzialmente per due ragioni. La prima riguarderebbe la differenza salariale che si verrebbe a creare tra colleghi delle città sul confine, ad esempio tra Como e Lecco, mentre la seconda tiene in considerazione il fatto che le coperture economiche per garantire tale indennità di frontiera derivano per una quota dai versamenti dei vecchi frontalieri al lavoro in Svizzera.
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