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Pubblico Impiego

In mille senza servizio mensa, sindacati sul piede di guerra

di Redazione

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Hanno diritto a chiedere il rimborso degli arretrati all'azienda sanitaria gli oltre mille lavoratori turnisti della sanità, dipendenti dell'Asl Toscana Centro, che da almeno cinque anni non possono usufruire né della mensa né del buono pasto a fine turno, nonostante lavorino anche di notte e nei giorni festivi. Lo ha reso noto la Cisl che, dopo aver intrapreso già qualche anno fa una azione legale per far loro riconoscere tale diritto negato, riporta una sentenza della Corte di Cassazione che stabilisce come i lavoratori della sanità debbano vedersi garantito il pasto al termine di un turno, che sia di sei ore o più.

Battaglia Cisl: ogni dipendente potrebbe avere 3mila euro di arretrati

Nel caso in cui la mensa sia chiusa, come può capitare quando un lavoratore smonta dalla notte o quando stacca dal turno festivo, ha diritto comunque ad un buono pasto del valore di circa 7 euro, specifica Massimo Cataldo, segretario Fp Cisl per la sanità, denunciando che L'Asl toscana Centro non lo avrebbe mai corrisposto ai propri lavoratori aventi diritto.

Chi dei dipendenti nostri iscritti intende perseguire le vie giudiziarie avrà il patrocinio legale gratuito dei legali del sindacato sino al secondo grado di giudizio, assicura.

Il rimborso degli anni pregressi per ciascun dipendente che ne ha diritto si aggirerebbe attorno ai 3 mila euro, chiarisce riportando il calcolo eseguito dai legali dell'organizzazione sindacale secondo i quali in alcuni casi la cifra sarebbe persino superiore.

Abbiamo avviato intanto la messa in mora per bloccare i termini per la richiesta degli arretrati e contestualmente sono partite alcune cause pilota, dichiara specificando che il rimborso, ora reclamato attraverso vie legali anche da altre sigle sindacali, interesserebbe lavoratori di Firenze, Prato, Empoli e Pistoia.

Poiché la stessa battaglia legale è stata intrapresa da Nursind e Cgil, i dipendenti dell'Asl Toscana Centro interessati sarebbero circa 14mila. Se anche soltanto un migliaio di lavoratori iscritti alla Cisl aderissero alla richiesta di rimborsi spettanti nell'ultimo quinquennio, la sanità regionale dovrebbe versare un conto di 3 milioni di euro.

Considerando che l'azione legale potrebbe comportare costi elevati e tempi lunghi nonché la cifra importante complessivamente da restituire, gli organi predisposti della sanità regionale potrebbero offrire un accordo transattivo, una transazione che consentirebbe alla Regione di estinguere il debito restituendo una somma inferiore rispetto a quella originaria dovuta e ai lavoratori di incassare quanto spetta senza ricorrere alle vie legali.

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