Vinta la causa sul mancato riconoscimento dei voucher da parte dell’Ast di Ancona ai professionisti sanitari che, per 9 anni, avevano svolto turni superiori a sei ore senza ricevere né pasto, né indennità sostitutiva. A sostenerli, nell’iter giudiziario, il sindacato Nursind territoriale: I diritti degli infermieri non sono un optional
.
L’azienda sanitaria dovrà risarcire somme arretrate e spese legali
I professionisti sanitari dell'Ast di Ancona vincono la causa sul mancato riconoscimento dei voucher.
Si sono fatti carico di turni massacranti, ben oltre le sei ore consecutive, senza ricevere né cibo, né indennità sostitutiva per nove anni, dal 2014 al 2023, inclusa la parentesi dell’emergenza Covid. Ma ora il Tribunale di Ancona condanna l’Asp a risarcire gli infermieri che hanno fatto causa. A riportare la notizia della sentenza, destinata a fare giurisprudenza, è Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che ha preso in carico il procedimento per sostenere i lavoratori vittime di una chiara ingiustizia.
Abbiamo difeso un principio basilare: il contratto non si interpreta, si applica
, ha commentato Matteo Rignanese, segretario territoriale NurSind Ancona. La sentenza non lascia spazio a interpretazioni: ogni infermiere ha diritto al buono pasto se lavora più di sei ore consecutive, anche in assenza del servizio mensa
.
Il tribunale ha quindi condannato l’azienda sanitaria al pagamento delle somme arretrate a partire da giugno 2019, con interessi e rivalutazione, oltre a 2.259 euro di spese legali.
È un segnale forte a tutte le aziende sanitarie – i diritti degli infermieri non sono un optional. Sono norme contrattuali precise che vanno rispettate
, ha concluso Rignanese.
Infine, sottolinea Nursind, il caso evidenzia anche un problema più ampio: quello delle condizioni di lavoro degli infermieri, spesso lasciati soli ad affrontare turni massacranti, mancanza di servizi e carichi di lavoro insostenibili.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?