Alla fine è arrivata la sanzione per l’infermiere di Ancona che si era rifiutato di andare al lavoro dopo aver coperto 16 ore nell’arco di 24. L’azienda sanitaria lo ha sottoposto a un richiamo verbale.
Diritto al riposo, l’azienda conferma la sanzione
Lui, infermiere del blocco operatorio dell’ospedale di Torrette, aveva richiesto l’archiviazione, sostenendo che non c’era stato ordine di servizio. L’azienda avrebbe dovuto pronunciarsi entro un mese, invece l’altro giorno è arrivata la risposta: un richiamo verbale.
Questo significa che Francesco Pezzuto, ormai prossimo alla pensione, per i sei mesi che gli restano di lavoro – dice il segretario Nursind Giuseppino Conti - sarà obbligato ad andare anche quando fisicamente non ce la fa, anche quando ha già fatto la notte ed è in reperibilità
. Perché – continua Conti – richiamare in servizio il personale in reperibilità qui è diventata una consuetudine e non un’eccezione come dovrebbe essere
. E se Pezzuto si rifiutasse un’altra volta? Rischierebbe sanzioni ancora più pesanti – spiega ancora Conti – ecco perché non possiamo accettare una situazione simile. Credo che questo sia un sistema vessatorio nei confronti dei dipendenti in reperibilità
.
Il 5 aprile il Nursind di Ancona ha organizzato un’assemblea con il personale di Torrette. Lì in quella sede si deciderà il da farsi. Ma l’intenzione del sindacato è di continuare la lotta. Proporremmo ai lavoratori uno sciopero generale – dice ancora Conti – e poi credo sia arrivato il momento per il ministro Lorenzin di pronunciarsi su questa vicenda
. Una infermiera di Osimo aveva scritto una lettera al ministro proprio per sollevare la questione e per difendere il collega di Ancona, ma non ha ancora ricevuto risposta. Così come non hanno ancora ricevuto risposta l’interpellanza parlamentare e l’interrogazione regionale presentate dal Movimento 5 Stelle. Pezzuto ha riferito di essere "molto deluso, non mi aspettavo una sanzione simile".
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