Avrebbe procurato un danno patrimoniale di circa 13mila euro l'infermiere di Ancona accusato di aver simulato le vaccinazioni anti Covid al Centro sportivo Paolinelli della Baraccola, che durante l'emergenza pandemica era stato allestito come hub vaccinale della città marchigiana. Lo ha stabilito la procura della Corte dei Conti quantificando il danno erariale che il professionista, arrestato dalla polizia nel gennaio 2022 in seguito ad accurate indagini, avrebbe causato alle casse dello Stato con la sua condotta finalizzata a rilasciare illecite certificazioni Green Pass con false inoculazioni dietro l'elargizione di una somma di denaro.
Infermiere simulava inoculazione vaccino a cittadini no vax conniventi
La giustizia erariale, prima ancora di quella penale, ha stabilito che i danni cagionati dall'infermiere sarebbero stati diretti e indiretti e rivolti sia all'ente di appartenenza, presso cui prestava servizio, sia alla struttura commissariale nazionale che la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva predisposto con decreto ministeriale al fine di attuare e coordinare le misure di contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica Covid-19.
L'ammontare dell'importo contestato all'infermiere è stato valutato tenendo conto delle fiale di vaccino che egli avrebbe sprecato, rendendolo inservibile, nel corso del suo servizio come vaccinatore durante la campagna vaccinale, nel periodo compreso tra la fine del 2021 e gli inizi del 2022. Il caso aveva suscitato scalpore, poiché andava ad aggiungersi ad altri casi analoghi che si segnalavano in quei mesi a Treviso, Roma ed Ascoli.
Come risulta dalle immagini delle spycam installate dalla Squadra Mobile dopo le segnalazioni e dagli appostamenti degli agenti nel centro vaccinale, l'infermiere avrebbe finto di effettuare la prestazione, gettando nel contenitore destinato allo smaltimento degli aghi e dei taglienti il farmaco contenuto delle siringhe precedentemente allestite, poco prima di procedere all'iniezione.
Sostanzialmente egli pungeva la cute, senza iniettare alcunché, a cittadini consenzienti che erano disposti a pagare il sanitario compiacente pur di ottenere falsi Green Pass.
Le indagini hanno individuato 76 persone che, secondo la ricostruzione accusatoria, avrebbero pagato sino a 500 euro per una finta dose di vaccino, provenendo anche da altre località come Civitanova e Fabriano e da altre regioni italiane (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Abruzzo, Puglia). I provvedimenti erano stati pertanto notificati dalla procura di Ancona alle Questure di numerose città di residenza degli indagati.
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