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Ancona

Vaccini bluff, infermiere perde reclamo e resta senza lavoro

di Redazione

Ancora nessuno stipendio per l'infermiere di Falconara accusato di avere buttato dosi di vaccino anti Covid-19 durante la campagna vaccinale per simulare la vaccinazione in cambio di denaro a cittadini conniventi. Non potrà pertanto tornare ad esercitare la professione per il servizio sanitario pubblico in quanto la sospensione decisa dall'Azienda Sanitaria Territoriale per la quale lavorava è ancora in atto. È quanto hanno stabilito la settimana scorsa i giudici del tribunale civile di Ancona presso il quale il legale dell'infermiere aveva presentato ricorso due mesi fa, condannandolo altresì al pagamento di 1500 euro per le spese legali sostenute dall'Ast nel dibattimento.

Finti vaccini, ancora niente lavoro né stipendio per l'infermiere di Ancona

Il reclamo, che si fondava sul fatto che l'infermiere non era più soggetto a misure cautelari come all'epoca della sospensione dal lavoro quando era anche finito in carcere e poi messo agli arresti domiciliari, è stato invece rigettato in quanto i giudici hanno accertato che la commissione disciplinare dell'Ast ha sospeso l'infermiere sino alla pronuncia del procedimento penale, al di là o meno della misura cautelare. A motivo del rigetto hanno altresì valutato il rischio di subire un danno ancora più grave e irreparabile.

La vicenda giudiziaria, che risale tra il novembre 2021 e il gennaio 2022, riguarda il caso dei vaccini bluff scoperti dall'indagine della squadra mobile presso l'hub vaccinale “Paolinelli” della Baraccola grazie ad un esposto di un medico che si era accorto che l'infermiere prendeva accordi con cittadini no vax conniventi per fingere di fare loro il vaccino.

Dalla ricostruzione dei fatti era risultato che l'indagato, poco prima di procedere all'iniezione, gettava via nel contenitore destinato allo smaltimento degli aghi un centinaio di dosi contenute nelle siringhe precedentemente allestite, anziché somministrale.

Avrebbe pertanto finto di effettuare la prestazione per la quale, tra l'altro, era retribuito. Arrestato in flagranza di reato, gli era stato pertanto contestato un danno erariale di circa 13mila euro che la Corte dei Conti aveva stimato tenendo conto della quantità di fiale di vaccino che avrebbe sprecato, rendendolo inservibile, nel corso del suo servizio come vaccinatore.

L'arresto dell'infermiere e le immagini delle finte somministrazioni 

In seguito alla sua condotta finalizzata a rilasciare indebitamente false certificazioni verdi dietro elargizione di denaro, rilevata anche attraverso le immagini delle spycam installate dopo le segnalazioni e dagli appostamenti degli agenti nel centro vaccinale, l'azienda sanitaria non lo aveva licenziato ma soltanto sospeso in attesa della conclusione del procedimento penale nei suoi confronti.

Dovrà ora essere la Procura, che ha chiuso nel frattempo l'indagine denominata “Euro Green Pass”, a decidere se archiviare il caso o rinviare a giudizio l'infermiere, indagato insieme ad altri cittadini e a cinque intermediari o procacciatori del malaffare, fissando la data dell'udienza preliminare per andare a processo. Le accuse gravissime restano quelle di peculato, falso ideologico e corruzione.

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