Pubblico Impiego
Professionista specialista e professionista esperto: li prevede per il comparto sanità l’ultimo contratto (2016-2018) ma fino ad oggi la loro applicazione restava in una zona grigia. Le Regioni hanno redatto un documento che, approvato all'unanimità dalla Commissione Salute e approvato in conferenza Stato Regioni il 20 febbraio 2020, fa chiarezza su tempi e modi per attribuire al personale del comparto le funzioni di professionista specialista e professionista esperto in maniera omogenea sul territorio.
Incarichi di specialista ed esperto, ecco come si applicherà il contratto
La delibera della Regione Veneto sulla valorizzazione delle professioni sanitarie ha provocato scintille fra sindacati medici e infermieri, sulle competenze avanzate conferite dalla Regione a questi ultimi.
Quella delibera - sulla quale ha fatto chiarezza l’assessore alla sanità Manuela Lanzarin in una lunga intervista - di fatto ha recepito il documento che le Regioni hanno messo a punto già a metà dello scorso anno (per applicare il contratto e in via transitoria) e che il prossimo 20 febbraio approderà alla Conferenza dei presidenti.
Si tratta di un documento che spiega in cosa consistano le due qualifiche di professionista specialista e professionista esperto - che il CCNL 2016-2018 prevede, ma che nella realtà dei fatti non hanno avuto applicazione reale - e che indica requisiti, tempi e modi per attribuire al personale del comparto tali funzioni in maniera omogenea su tutto il territorio.
Scopo del documento (revisionato anche dalla FNOPI) è quindi quello di definire linee di indirizzo condivise tra le Regioni per l’individuazione di potenziali ambiti di competenza avanzata e standard dei percorsi formativi regionali e riconoscimento di percorsi formativi pregressi.
Cosa dicono le linee di indirizzo delle Regioni sugli incarichi funzionali
Gli incarichi funzionali previsti dall'ultimo CCNL Sanità nella pratica, fino ad oggi, sono stati qualcosa di nebuloso.
Con il documento concordato, le Regioni sulla base dei bisogni di salute del territorio e in coerenza con l’organizzazione delle aziende sanitarie potranno definire propri elenchi di ambiti di competenza avanzata/specialistica, riconducibili a quattro macro-aree di aggregazione:
- formazione, clinico-assistenziale
- clinico-gestionale
- ricerca
considerando: le tipologie di incarichi a prevalente contenuto professionale attribuiti nelle aziende sanitarie prima dell’attuale CCNL, gli ambiti di potenziale sviluppo di competenze in riferimento ai PSSR, le ulteriori proposte rilevate attraverso il confronto con le rappresentanze professionali.
Master suddivisi in tre raggruppamenti
Considerata la potenziale offerta di master definita dall’Osservatorio nazionale per le professioni sanitarie che ha elaborato un elenco di circa 90 master (qui i Master Specialistici infermieri) le Regioni ritengono che i percorsi formativi complementari regionali possano avere una tipologia legata alle problematiche organizzativo-assistenziali delle aziende sanitarie locali.
I master descritti dall’Osservatorio sono divisi in 3 raggruppamenti per tipologia di contenuto:
- Master Trasversali rivolti a tutte o parte delle professioni con contenuti prevalentemente organizzativo-gestionali, didattici e di ricerca
- Master interprofessionali rivolti a due o più professioni su tematiche cliniche a forte integrazione interprofessionale
- Master specialistici di ciascuna professione che rappresentano lo sviluppo di competenze specialistiche di ogni professione
Differenze tra i livelli di competenza dei professionisti
La proposta prevede tre livelli in base all’esperienza professionale maturata e/o alla formazione:
- Competenza di livello base quella del professionista sanitario neo-inserito in una specifica area
- Competenza di livello 1 quella maturata dal professionista sanitario a seguito di esperienza professionale in una particolare area, anche attraverso formazione specifica
- Competenza di livello 2 quella maturata dal professionista che ha sviluppato competenza di livello 1 e che acquisisce competenze avanzate con percorsi formativi complementari regionali, oppure quella maturata dal professionista sanitario che già opera in contesti che richiedono l’impiego delle competenze avanzate e che ha frequentato percorsi formativi riconoscibili come equivalenti ai percorsi di formazione complementare regionale oppure quella maturata dal professionista in possesso del master di 1° livello
Saranno poi di nuovo le Regioni a definire il metodo e i criteri qualitativi e quantitativi per il riconoscimento dei percorsi formativi pregressi a professionisti che già operano in ambiti che richiedono l’impiego di competenza avanzata e che hanno frequentato, nei 5 anni antecedenti la sottoscrizione del contratto, corsi di almeno 40 ore di teoria pertinenti agli ambiti di competenza avanzata/specialistica individuati.
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