Il ministro per la Pa ha ricostruito in sei punti la vicenda inerente l’indennità di specificità per gli infermieri, già oggetto della sua replica al question time alla Camera di mercoledì scorso. Le risorse sono disponibili e i contratti in via di definizione. Piuttosto che polemizzare, i sindacati si impegnino nella trattativa. Forti le prese di posizione assunte da Nursing Up e NurSind, con quest’ultimo che minaccia lo sciopero. Sull’indennità Brunetta prende in giro la categoria.
Brunetta: i sindacati pensino a impegnarsi nella trattativa
Gli infermieri sono stanchi. E non solo della pandemia contro la quale si ritrovano a combattere ogni giorno. Le tempistiche per l’indennità di specificità per gli infermieri promessa da circa due anni sono tutt’altro che brevi e, nonostante le numerose richieste di attenzione, gli operatori proseguono a non essere ascoltati. Certo, i fondi sono stanziati già da tempo ma l’erogazione – ciò che conta realmente per i professionisti sanitari – è stata legata al rinnovo contrattuale di categoria (a questo proposito è fissato per domani il nuovo incontro tra l’Aran e le parti sindacali) e allo stato attuale risulta ancora bloccata. Lo stesso presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, si è espresso sulla necessità di accelerare i tempi. Così le parole pronunciate dal ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, solo alcuni giorni fa (si stanno concludendo i contratti, la prossima settimana si chiuderanno i contratti dell’area nazionale e subito dopo quello della sanità), non sono affatto andate giù agli operatori, che tornano a minacciare di incrociare le braccia.
Per il NurSind, infatti, è pura fantascienza che il contratto di comparto, cui è vincolata l’indennità, sarà chiuso in tempi brevi. Non soltanto, ma tra la firma del rinnovo e l’erogazione in busta paga del riconoscimento passerebbero comunque minimo quattro mesi. E questo, in teoria, Brunetta dovrebbe saperlo, ha ammesso il segretario Andrea Bottega. E ancora: Brunetta prende in giro la nostra categoria – prosegue il segretario del NurSind – e noi siamo stanchi di ascoltare frasi apodittiche che non hanno senso e che lo stesso Ministro dovrebbe sapere quanto siano campate in aria. Le alternative paventate sarebbero due: Se non ci sta prendendo per i fondelli allora dobbiamo dedurre che, sebbene non sia alla sua prima esperienza a palazzo Vidoni, non conosca affatto la materia, incalza Bottega. Concludendo: Confidiamo nella buona volontà del Parlamento e negli emendamenti segnalati alla manovra che puntano ad una anticipazione dell’erogazione dell’indennità, dal momento che i soldi sono già stanziati e destinati a questo scopo dalla passata Legge di Bilancio. Se dovessimo aspettare i tempi che detta il ministro per la Pa, infatti, gli infermieri sarebbero costretti a incrociare le braccia e la pandemia potrebbe fare danni ancora peggiori.
Esprime preoccupazione anche il Nursing Up, per voce del presidente nazionale Antonio De Palma: Alla luce di un nuovo contratto della sanità ancora ben lontano dall’essere definito tale, rispetto a ciò che gli infermieri auspicano da tempo, e in virtù soprattutto del pericolo concreto che le richieste della nostra categoria rimangano ancora una volta una triste chimera, apprendiamo con non poca preoccupazione le recenti dichiarazioni del ministro Brunetta, in merito alla ferma volontà di chiudere le trattative da qui a prima di Natale. Seppur amareggiato – non possiamo essere certo ottimisti per quanto sta accadendo, e non vogliamo nemmeno passare in alcun modo come “pars destruens” (ovvero la critica alle idee e alle posizioni altrui; ndr), solo siamo fin troppo lucidi e sereni nell’affermare che da troppo tempo gli infermieri italiani attendono la concretizzazione del loro percorso di valorizzazione – De Palma non lascia spazio ad alcuna interpretazione: Il ministro Brunetta promette un contratto che riconosca e valorizzi in tutto e per tutto il ruolo strategico degli infermieri dipendenti? Bene, adesso è il momento di passare ai fatti.
Quindi Brunetta ha puntualizzato che le risorse da destinare ci sono e che i contratti, indispensabili, sono in via di definizione. Perché, a differenza dell’indennità di esclusività dei medici, si tratta di nuove indennità che entrano nel trattamento fondamentale degli infermieri e degli altri profili. E il ministro per la Pa non ci sta. Invece di fare polemiche sterili, i sindacati pensino a impegnarsi nella trattativa, ha chiosato.
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