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Patologia

Flutter atriale

di Giacomo Sebastiano Canova

Il flutter atriale è un’alterazione del ritmo cardiaco che origina nella cavità atriale. Questa aritmia si differenzia dalla fibrillazione atriale in quanto le modificazioni del battito sono meno marcate e hanno un impatto diverso a livello ventricolare. In base all’impatto sul ventricolo e alle modalità di insorgenza il flutter atriale viene distinto in due forme: parossistica e permanente. La complicanza più grave indotta dal flutter atriale è la predisposizione a sviluppare un ictus ischemico cerebrale.

Definizione ed epidemiologia di flutter atriale

Il flutter atriale è un’alterazione del ritmo cardiaco che origina nell’atrio e si caratterizza per avere contrazioni frequenti, battito irregolare e insorgenza improvvisa. In corso di questa aritmia il disturbo origina nell’atrio e si trasmette sino al ventricolo, arrivando a compromettere la gittata cardiaca e la circolazione sanguigna.

Data l’area d’insorgenza, il flutter atriale è classificato tra le aritmie ectopiche sopraventricolari. Da un punto di vista epidemiologico, il flutter atriale colpisce l’1% circa della popolazione dei paesi occidentali e si manifesta maggiormente nel sesso maschile con un’incidenza aumentata nei soggetti ultrasessantenni.

Flutter atriale parossistico o permanente

In base all’impatto sul ventricolo e alle modalità di insorgenza, il flutter atriale viene distinto in due forme:

  • Parossistica - La frequenza del battito è molto alta, l’insorgere è brusco e le contrazioni atriali superano il blocco atriventricolare con notevole efficacia, di 2:1 e, in alcuni rari casi, anche di 1:1. La frequenza ventricolare, dunque, può raggiungere anche i 120-180 battiti per minuto. Questa tipologia caratterizza le manifestazioni isolate, che si verificano in un individuo sano e può durare qualche ora, al massimo qualche giorno, anche se molto spesso si esaurisce da sola. Questo esclude l’utilizzo di farmaci o di altri interventi terapeutici
  • Permanente - La frequenza è più bassa rispetto alla forma parossistica, la comparsa è meno repentina, ma più subdola, e le contrazioni superano il blocco del nodo atrioventricolare con un’efficienza di 3:1, 4:1 e anche 5:1. Per questo motivo la frequenza ventricolare è più bassa rispetto alla forma parossistica e può non superare, in alcuni casi, i 100 battiti per minuto. La forma permanente può durare anni e passare inosservata, nonostante sia sinonimo, nella maggior parte dei casi, di una patologia associata. In questo caso si rende necessaria una terapia specifica e una terapia generale: la prima per agire contro la patologia associata, la seconda per agire contro il flutter

Flutter atriale e fibrillazione atriale

Il flutter atriale e la fibrillazione atriale possiedono numerose somiglianze e divergenze tra loro. Per quanto concerne cause, sintomi, diagnosi e terapia, le caratteristiche del flutter atriale e della fibrillazione atriale sono molto simili.

Come avviene per la fibrillazione atriale, l’insorgenza può essere difatti dovuta a cause patologiche, come le cardiopatie o l’ipertiroidismo, oppure a fattori di altra natura, come l’abuso di alcol e droghe, fumo e caffeina. Tuttavia, è possibile anche l’insorgenza spontanea in persone con cuore sano.

Sintomi di flutter atriale

Per quanto riguarda i sintomi, il soggetto colpito da flutter atriale presenta palpitazione, dispnea, sincope, dolore toracico ed astenia, anche se a volte questi disturbi sono molto lievi o addirittura assenti.

Talvolta, flutter e fibrillazione atriale possono presentarsi nello stesso paziente: sono circostanze che meritano notevole attenzione in quanto sono solitamente legate alla formazione di fenomeni tromboembolici.

Un’importante differenza rispetto alla fibrillazione atriale è rappresentata dalle modificazioni del ritmo, le quali in corso di flutter atriale sono meno marcate. Se durante una fibrillazione atriale la frequenza del battito cardiaco atriale può raggiungere i 400 battiti al minuto, durante un flutter atriale questa frequenza può innalzarsi fino a un massimo di 240-300 battiti per minuto.

Pertanto, ciò che cambia rispetto ad una fibrillazione atriale è anche il maggior tempo concesso al miocardio per ripolarizzarsi e tornare recettivo ad un nuovo stimolo; l’aumento del tempo di refrattarietà permette al battito di risultare meno disordinato.

Un’ulteriore differenza tra flutter e fibrillazione riguarda l’impatto che queste due aritmie hanno sul ventricolo. Nel corso di esse, parte degli impulsi viene bloccato a livello del nodo atrioventricolare, il quale ferma alcuni impulsi diretti verso il ventricolo.

Questo blocco è assai maggiore nel flutter atriale, tanto che la contrazione ventricolare può essere anche un quarto di quella atriale. Da questo blocco deriva la dizione di 2:1, 3:1 o 4:1, numeri che indicano il fatto che possa passare per il blocco atrioventricolare uno stimolo, rispettivamente, ogni 2, ogni 3 o ogni 4.

Le conseguenze di questo blocco atrioventricolare riguardano la gittata cardiaca, la quale è più o meno influenzata in base al numero degli stimoli che raggiungono il ventricolo: maggiore è la frequenza ventricolare, più evidenti sono i sintomi.

Cause di flutter atriale

Le cause di flutter atriale sono numerose e, come per la fibrillazione atriale, i fattori spesso più determinanti sono le cardiopatie.

Disturbi cardiaci

I disturbi cardiaci più influenti sono:

  • Cardiopatia reumatica
  • Cardiopatia valvolare
  • Infarto del miocardio
  • Coronaropatie
  • Pericarditi
  • Ipertensione (non è propriamente una cardiopatia, ma è un fattore che predispone a infarto e coronaropatia)

Disturbi non cardiaci

Il flutter atriale può anche manifestarsi a causa di disturbi non cardiaci, quali:

Infine, anche alcuni fattori non patologici possono determinare la comparsa di un flutter atriale. In questo caso, l’episodio aritmico compare in individui sani in presenza di queste circostanze e ha un esaurimento spontaneo:

  • Abuso di alcol
  • Abuso di droghe
  • Fumo
  • Ansia
  • Farmaci
  • Eccesso di caffeina

Sintomi di flutter atriale

I principali sintomi di flutter atriale sono:

La sintomatologia è strettamente connessa alla forma di flutter atriale manifestata da un individuo: le forme parossistiche, ad altissima frequenza, manifestano sintomi più evidenti, anche se non va trascurato che il pericolo maggiore si cela dietro le forme permanenti.

Complicazioni legate al flutter atriale

La complicanza più grave indotta dal flutter atriale è la predisposizione a sviluppare un ictus ischemico cerebrale. Questo è dovuto al fatto che le numerose contrazioni irregolari che colpiscono prima l’atrio e poi il ventricolo incidono negativamente sulla gittata cardiaca e sul flusso ematico, il quale si fa più turbolento.

Questo flusso possiede un’alta probabilità di creare lesioni all’interno dei vasi e di formare, di conseguenza, dei trombi, i quali servono a riparare la lesione. Il trombo, però, crea un ostacolo al flusso sanguigno, occludendo i vasi.

A causa del continuo passaggio di sangue, il trombo può sfaldarsi e dar vita a degli emboli, i quali viaggiando per il sistema vasale possono raggiungere il cervello e impedire l’irrorazione sanguigna regolare di un’area cerebrale.

Questa complicazione ha maggiore probabilità di verificarsi se, nell’individuo colpito, al flutter atriale si alternano anche episodi di fibrillazione atriale o se il paziente è colpito da patologie valvolari con dilatazione atriale (come la stenosi mitralica). Tuttavia, è bene ricordare come il rischio trombo-embolico associato al flutter atriale sia comunque più basso rispetto a quello della fibrillazione atriale.

Diagnosi di flutter atriale

Gli esami diagnostici tradizionali validi per la valutazione di flutter atriale sono:

  • Misurazione del polso
  • Elettrocardiogramma (ECG): è l’esame strumentale indicato per valutare l’andamento dell’attività elettrica del cuore e, in base ai tracciati che risultano, si può riconoscere e distinguere un flutter atriale da una fibrillazione atriale. Una caratteristica presentazione di flutter atriale è la presenza delle onde P “a dente di sega”, ovvero onde molto acute e regolari, cui ad intervalli più o meno regolari segue un complesso QRS
  • Elettrocardiogramma dinamico secondo Holter: si tratta di un normale ECG, con la differenza che il monitoraggio si protrae per 24-48 ore, senza impedire al paziente di svolgere le normali attività di vita quotidiana. È utile qualora gli episodi di flutter atriale siano sporadici e non prevedibili
  • Radiografia del torace: utile per capire se sono presenti particolari patologie a livello polmonare e di tipo respiratorio
  • Ecocardiografia: sfruttando l’emissione di ultrasuoni, questa indagine permette di verificare la presenza di una valvulopatia o di una qualche altra malformazione cardiaca
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