Rianimazione
Ennesimo episodio di aggressione ai danni del personale sanitario in Pronto soccorso. Questa volta è successo ad Arzignano, in Provincia di Vicenza, dove un 24enne ha aggredito infermiere e medico che si stavano occupando di lui. Un altro evento che si inserisce nell’escalation di episodi di violenza nei confronti del personale sanitario che opera nel delicato ambito dell'emergenza.
Aggrediti un infermiere e un medico al Pronto soccorso di Arzignano
L’increscioso episodio di violenza ha riguardato un giovane di 24 anni vittima di un incidente stradale. Soccorso da un’ambulanza, è stato portato presso il Pronto soccorso di Arzignano per ricevere le cure del caso. Appena fatto il suo ingresso, però, si è subito dimostrato aggressivo e restio ad essere visitato.
In un'escalation di violenza ha dapprima colpito un infermiere con pugni al volto e calci alle gambe e all’addome, per poi scagliarsi contro un medico - corso in soccorso dell’infermiere - sputandogli al volto.
Durante lo svolgimento dei fatti il personale riusciva fortunatamente a chiedere aiuto ai Carabinieri della stazione di Montecchio Maggiore (distante 8 km), che ha provveduto ad inviare d’urgenza una volante per aiutare il personale ad immobilizzare il paziente, che nel frattempo era sempre più furioso e violento. Grazie all’intervento dei militari - come riportato da Il Giornale di Vicenza - è stato possibile placcarlo, contenerlo e sedarlo, riportando così la calma in Pronto soccorso.
Questo episodio si inserisce all’interno di quella che ormai è diventata un’emergenza in Pronto soccorso: la violenza nei confronti degli operatori sanitari. Non solo, ad essere a rischio è anche l’incolumità dei pazienti stessi, che sempre più rischiano di essere coinvolti nella concitazione degli eventi o a ricevere le ire dell'esagitato di turno.
È sempre più necessario, se non fondamentale, che sia presente 24 ore su 24 del personale che possa garantire la sicurezza di pazienti e operatori che quotidianamente affollano i Pronto soccorso, pronti per intervenire nel caso in cui il limite venga superato.
In particolare, tutte le realtà che al momento sono sprovviste di sistemi di tutela e difesa (tra le quali anche Arzignano, dove non esiste un servizio di sicurezza dedicato esclusivamente al Pronto soccorso, ma un solo Ranger che effettua tre passaggi notturni e che presidia i corridoi di tutto l’ospedale) dovrebbero adottare soluzioni per contrastare questo fenomeno.
Il rischio è quello che l’immobilismo dirigenziale possa ritorcersi contro chi quotidianamente rischia la propria incolumità semplicemente per svolgere il proprio lavoro. Perché la storia di oggi racconta di calci, pugni e sputi, ma nessuno vorrebbe che ci si svegliasse dal torpore solamente quando qualcuno tra il personale sanitario avrà riportato serie conseguenze, potenzialmente mortali.
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