Rianimazione
Sfilza di dimissioni di infermieri e medici in tutta la regione, con la carenza di personale che supera il 25%. E l’uscita inattesa di numeri rilevanti di figure specializzate desta allerta anche per il funzionamento dei servizi erogati. Le nostre proposte? Giacciono nei cassetti dell’assessorato
, spiega il segretario del sindacato Anaao, Civitelli.
Infermieri e medici in fuga dai Pronto soccorso della Toscana
Non solo infermieri in fuga dalle Rsa toscane, ma anche professionisti in fuga dai Pronto soccorso. E la situazione non risparmia nessuna regione, meno che mai (appunto) la Toscana, dove la raffica di dimissioni di infermieri e medici non sta passando inosservata. E desta preoccupazione l’uscita di figure specializzate, un aspetto che pone in allerta anche nell’ambito del funzionamento dei servizi.
Per questo aspetto, il direttore del dipartimento emergenza-urgenza e area critica dell’Asl Toscana centro, Simone Magazzini, intervistato dalla Nazione, spiega: La carenza di personale oltrepassa il 25% della pianta organica. L’esodo dai Pronto soccorso degli ospedali dell’azienda sanitaria numericamente è anche maggiore. Qui lasciano per le medesime ragioni non solo per andare a fare i medici di famiglia o per tornare all’università e specializzarsi in altre discipline, ma anche per partecipare ai concorsi per entrare al Pronto soccorso di Careggi, in virtù della capacità attrattiva esercitata dalla struttura
. Una situazione che rappresenta l’emblema di una crisi di sistema.
Certo, anche l’emergenza territoriale si trova in una fase complicata, ma non in una vera e propria sofferenza come invece accade per gli ospedali. Afferma Magazzini: Rispetto alla rete dei Pronto soccorso, il territorio parte da una densità di punti di guardia decisamente superiore a quella di altre regioni che pure assicurano standard di assistenza non inferiori ai nostri. Qualche esempio? L’Emilia-Romagna, il Veneto, la Lombardia
. Pertanto, con un’opportuna rimodulazione, nell’ambito di un progetto complessivo regionale, potrebbe non pregiudicare la qualità e la sicurezza del sistema
. Non è una questione territoriale quanto generale, che concerne tutti i presidi di Pronto soccorso, da cui passa, in prima istanza, la salute dei toscani.
Tanto i sindacati quanto la politica chiedono risposte mirate e a stretto giro. In particolare, il segretario regionale Anaao, Flavio Civitelli, ritiene che non si possa prescindere da atti immediati e coraggiosi di tipo legislativo che riconducano la nostra regione ai vertici delle capacità di proposta politica che è ferma da anni mentre le nostre proposte giacciono da mesi nei cassetti dell’assessorato
.
E la politica? Su tutte la dichiarazione del deputato di Coraggio Italia, Stefano Mugnai, vice capogruppo vicario alla Camera: Risulta inevitabile che se non si assume e si costringe il personale sanitario a uno stress continuo, i professionisti alla fine si guardino attorno, cercando soluzioni più vivibili
.
Il timore, insomma, è che trascorsa la fase più acuta dell’emergenza Covid, riemergano tutti insieme – e ancora peggio di prima – le problematiche che affliggono la sanità toscana. E allo stato attuale l’unica strada, difficile da accettare per gli stessi sindacati da sempre contrari a qualsivoglia forma di precariato, è quella di ricorrere a esterni liberi professionisti.
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