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Aritmia maligna

di Chiara Vannini

L'aritmia maligna è una patologia grave che, se non trattata immediatamente, porta la persona a morte in pochi minuti. È anche la prima causa di morte cardiaca improvvisa.

Cos’è l’aritmia maligna

Il cuore è una pompa e la sua funzione è quella di pompare il sangue nei vari distretti dell’organismo, permettendo un'adeguata ossigenazione di organi e tessuti. Per fare questo, è fondamentale che la contrazione del cuore non sia casuale, ma organizzata ed efficace.

In condizioni fisiologiche, la contrazione di atri e ventricoli genera un ritmo regolare, ritmico, detto sinusale. La frequenza cardiaca ottimale si attesta tra i 60 e 100 battiti al minuto e il sangue pompato è in grado di mantenere un'adeguata perfusione di tutto l'organismo. Ogni volta che il numero di battiti è alterato o irregolare, si parla di aritmia.

Le comuni aritmie come tachicardia, bradicardia o fibrillazione atriale possono essere trattate efficacemente con farmaci o trattamenti più invasivi, mentre nei casi più gravi la persona può andare incontro ad arresto cardiaco a causa di un'aritmia maligna. L'aritmia maligna può essere generata da un danno ischemico al cuore, oppure può essere secondaria ad una malformazione cardiaca spesso sconosciuta, che esordisce all'improvviso.

Tipi di aritmia maligna

Esistono numerose aritmie che possono coinvolgere il cuore. La maggior parte delle aritmie, come ad esempio la fibrillazione atriale (FA) o la tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV), vengono trattate e gestite con l'utilizzo dei farmaci o con la cardioversione elettrica.

Le aritmie maligne hanno invece come unico trattamento la defibrillazione precoce e il massaggio cardiaco.

Le aritmie maligne sono secondarie a due ritmi cardiaci:

La fibrillazione ventricolare è un'aritmia causata da contrazioni rapide e irregolari dei ventricoli, che si contraggono in maniera casuale ed inefficace, non garantendo un passaggio di sangue adeguato, e risultando così inefficaci dal punto di vista dell'irrorazione di organi e tessuti.

La tachicardia ventricolare è invece un'aritmia cardiaca caratterizzata da un aumento della frequenza cardiaca ventricolare. Può presentarsi in due modi:

  • con polso
  • senza polso

“Con polso” o “senza polso” sta ad identificare la presenza o meno di un polso cardiaco apprezzabile a livello carotideo e questo fattore cambia la strategia terapeutica da attuare sul paziente. È importante ricordare che quando la persona presenta un ritmo di tachicardia ventricolare con polso, può essere anche cosciente, mentre in assenza di polso la persona è necessariamente incosciente.

Spesso l’aritmia maligna esordisce con una tachicardia ventricolare detta “sostenuta”, poiché perdura nel tempo e degenera in fibrillazione ventricolare.

Cause di aritmie maligne

Le cause delle aritmie maligne sono:

  1. Malattie ischemiche (es. infarto del miocardio, miocardite)
  2. Patologie congenite
  3. Sindrome del QT lungo
  4. Sindrome di Brugada

Segni e sintomi di aritmia maligna

L'aritmia maligna insorge in maniera improvvisa causando perdita di coscienza e caduta a terra.

Tuttavia, nei momenti subiti precedenti all'evento, la persona può manifestare:

Diagnosi di aritmia maligna

Poiché l'aritmia maligna è una patologia grave che mette la persona ad immediato pericolo di vita, non possono essere fatte indagini diagnostiche strumentali al momento dell'evento. La diagnosi viene infatti di solito fatta direttamente con un defibrillatore.

Solo in un secondo momento, una volta stabilizzato il paziente, possono essere fatte alcune indagini, in particolare:

  • Elettrocardiogramma: è necessario per valutare, una volta ristabilito un polso, il ritmo sottostante e comprendere, attraverso l'analisi delle onde, se si tratta di danno ischemico, di un’alterazione idro–elettrolitica o altro.
  • Ecocardiografia: esame ecografico del cuore necessario a valutare la contrattilità cardiaca
  • Esami ematici, in particolare il dosaggio di enzimi cardiaci ed elettroliti

Trattamento dell’aritmia maligna

La terapia dell’aritmia maligna prevede l’utilizzo del defibrillatore, al fine di ripristinare un ritmo efficace e mantenere la perfusione di organi e tessuti, e soprattutto per mantenere perfuso il cervello.

I defibrillatori automatici sono programmati in modo da riconoscere in maniera autonoma e immediata le aritmie maligne e identificare immediatamente la persona che necessita di defibrillazione immediata. I defibrillatori manuali necessitano di un medico che faccia diagnosi di FV o TV, mentre i defibrillatori semi–automatici hanno la possibilità di far diagnosi autonomamente, se utilizzati in modalità semi–automatica o di prevedere che un medico faccia diagnosi, se utilizzati in modalità manuale.

Quando la causa dell’aritmia è secondaria ad una malformazione congenita, il trattamento consigliato è di norma l’impianto di un defibrillatore cardiaco impiantabile (ICD, implantable cardioverter defibrillator), dispositivo che viene posizionato sottocute, con elettrodi collocati negli atri e nei ventricoli, in grado di riconoscere tempestivamente un’aritmia maligna e dare una scarica alla persona per ripristinare il ritmo.

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