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Igiene mani dopo contatto con superfici vicine al paziente

di Daniela Accorgi

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) individua cinque momenti nei quali è necessario effettuare l’igiene delle mani. La quinta opportunità indica di farlo dopo il contatto con qualsiasi oggetto nelle immediate vicinanze di un paziente anche in assenza di un contatto diretto con il paziente. Questa opportunità è necessaria, specifica l’OMS, per proteggere l’operatore e l’ambiente sanitario nei confronti dei germi patogeni che potrebbe aver acquisito sulle sue mani. Cerchiamo di capire perché è importante questo momento, come mai l’ambiente intorno al paziente è contaminato da microrganismi e quale strategia intraprendere per ridurne la contaminazione oltre all’applicazione della buona pratica dell’igiene delle mani.

Perché igienizzare le mani dopo il contatto con le superfici inanimate

È ormai dimostrato che la prima fonte di contaminazione delle superfici intorno al paziente è il paziente stesso attraverso diversi meccanismi, quali la dispersione del microbiota, le manifestazioni sintomatiche quali vomito, diarrea, tosse o starnuti che accompagnano il paziente infetto o colonizzato, il grado di autonomia o collaborazione al mantenimento di una buona igiene della sua persona.

Con il termine microbiota si intendono tutti quei microrganismi che vivono in maniera simbiotica sulla nostra cute, sulle nostre mucose e nel nostro intestino. Questi microrganismi sono approssimativamente 100 trilioni, il loro numero è pari a 10 volte quello delle nostre cellule, che sono circa 10 mila miliardi. Il microbiota è responsabile della nostra buona salute.

Ogni giorno attraverso la perdita di circa un milione di squame cutanee disperdiamo nell’ambiente milioni di microrganismi; si stima, infatti, che ogni squama cutanea possa trasportare fino a 5 microrganismi.

A questo tipo di dispersione microbica vanno aggiunti i microrganismi che vengono eliminati ad esempio con la defecazione e la minzione che, nel caso di paziente incontinente può contribuire in maniera significativa alla contaminazione ambientale.

Il paziente con malattia infettiva disperde moltissimi microrganismi. Attraverso l’eliminazione dei fluidi corporei durante gli episodi di vomito, diarrea o tosse, ad esempio, i microrganismi lasciano la sede dove si moltiplicano e dove determinano le manifestazioni infettive.

La gestione della propria igiene e la collaborazione alla gestione dell’igiene contribuisce a ridurre o favorire la contaminazione delle superfici intorno al paziente soprattutto in caso di pazienti con disturbi motori o cognitivi.

Una volta dispersi nell’ambiente i microrganismi tendono a sopravvivere sulle superfici inanimate. Nel 2005 e nel 2018 due revision1 [1-2] hanno fatto il punto sulla persistenza dei microrganismi affermando nelle conclusioni che i patogeni nosocomiali possono sopravvivere o persistere nelle superfici per mesi e possono essere una fonte di continua di trasmissione se non viene eseguita una disinfezione preventiva sulle superfici.

Tempi di sopravvivenza dei microrganismi modificata da Suleyman (2018)

Microrganismi Tipi di superfici ambientali Tempo di sopravvivenza
Staphylococcus aureus, incluso MRSA    Superfici inanimate asciutte Da 7 giorni a 5 anni
Tessuto di cotone, fibre sintetiche, pavimento in ceramica con presenza di sangue Da 60 a 72 giorni
Pavimento in ceramica, fibre sintetiche in tessuto di cotone, materassi (con / senza fluidi biologici)e > 70 giorni
Carta per ufficio Da 72 ore a 7 giorni
Staphylococcus aureus, vancomicina intermedia Pavimenti in vinile e superfici lisce > 45 giorni
Enterococcus spp. incluso vancomicina resistente   Superfici inanimate asciutte Da 5 giorni fino a 5 anni
Pavimento in ceramica, fibre sintetiche in tessuto di cotone, materassi (con / senza fluidi biologici) 21 giorni
Carta per ufficio 72 h a> 7 giorni
E. coli Superfici inanimate asciutte 1,5 ore a 16 mesi
Carta per ufficio <24 h
Klebsiella spp.  Superfici inanimate asciutte 2 ore a> 30 mesi
Pavimento in ceramica, tessuto di cotone, fibre sintetiche, materassi <14 giorni
Serratia marcescens Superfici inanimate asciutte Da 3 giorni a 2 mesi
Pseudomonas aeruginosa  Superfici inanimate asciutte Da 6 ore a 16 mesi
Carta per ufficio Da 72 ore a > 7 giorni
Clostridium difficile   Superfici inanimate asciutte (spore) > 5 mesi
Superfici inanimate secche (forma vegetativa) 15 minuti
Superfici umide 6 ore
Acinetobacter spp. Superfici inanimate asciutte da 3 giorni a 11 mesi
Candida spp. Superfici inanimate asciutte da 3 giorni a> 4 mesi
Norovirus Superfici inanimate asciutte da 8 ore a 2 settimane

La sanificazione e disinfezione delle superfici rappresentano la modalità principale per la riduzione della contaminazione ambientale. Alcuni studi hanno valutato la qualità della sanificazione delle superfici [3] e il rischio di trasmissione evidenziano come:

  1. Il rischio di contrarre lo stesso patogeno (MRSA, VRE, Clostridium difficile e Acinetobacter Baumannii) aumentava del 73% nei pazienti che occupavano una unità di degenza precedentemente occupata da una paziente colonizzato/infetto per lo stesso microrganismo
  2. L'osservazione diretta o con gel fluorescente evidenziava che solo il 40% delle superfici intorno al paziente venivano sanificate secondo le procedure concordate
  3. Dopo formazione specifica la sanificazione ambientale poteva essere migliorata in media fino all'82% con una riduzione del 68% del rischio di contaminazione da questi microrganismi sugli oggetti ad alto rischio
  4. Il miglioramento della sanificazione di routine era associato ad una diminuzione del 40% della trasmissione di VRE, MRSA e A. Baumannii

Alcuni studi microbiologici [4] hanno valutato il trasferimento di agenti patogeni dalla superficie delle mani (con o senza guanti) degli operatori anche senza contatto con il paziente giungendo alla conclusione che il contatto con le superfici inanimate comporta lo stesso rischio di acquisire MRSA, VRE e C. difficile delle mani che toccano il paziente.

Trasferimento dei microrganismi da contatto diretto e indiretto (modificata da Otter 2013)

Contatto diretto con il paziente Contatto solo con le superfici
  52 % degli operatori ha acquisito VRE sulle loro mani
50% degli operatori ha acquisito il Clostridium difficile sulle mani guantate Il 50% degli operatori sanitari ha acquisito il Clostridium difficile sulle mani guantate
45% degli operatori ha acquisito MRSA sulle mani guantate 40% degli operatori ha acquisito MRSA sulle mani guantate
L’adesione all’igiene delle mani 80% L’adesione all’igiene delle mani 50%

L’operatore sanitario è l’altra figura che può contaminare l’ambiente intorno al paziente quando non rispetta l’indicazione dei cinque momenti dell’igiene delle mani.

L’OMS ha individuato i cinque passaggi sequenziali necessari al trasferimento di microrganismi tra un paziente e l’altro. Questa sequenza dimostra come le mani possano contribuire in maniera determinante alla diffusione dei microrganismi.

Sequenza del trasferimento dei microrganismi dalle mani degli operatori

I passaggi che favoriscono il trasferimento dei microrganismi con le mani degli operatori 
 1 I microrganismi sono presenti sulla cute del paziente o sulle superfici inanimate nell’immediate vicinanze del paziente
2 I microrganismi sono trasferiti sulle mani dell’operatore
3 I microrganismi devono essere in grado di sopravvivere per almeno alcuni minuti nelle mani degli operatori sanitari
4 L’igiene delle mani è inadeguata o non eseguita o il detergente/disinfettante è inappropriato
5 Le mani contaminate dell’operatore entrano in contatto con un altro paziente

Oggi assistiamo ad un aumento sia delle superfici inanimate intorno al paziente che delle occasioni di contatto degli operatori in relazione ad un modello di cura e di assistenza sempre più invasivo e interventistico per cui è necessario supportare l’igiene delle mani ad interventi che diminuiscano la dispersione dei microrganismi e migliorino la sanificazione delle superfici, come ad esempio:

  • Garantire il bisogno di igiene del paziente attraversi una pianificazione delle attività
  • Garantire che l’operatore addetto alle pulizie possa sanificare le superfici intorno al paziente
  • Garantire che i dispositivi medici collegati alla corrente elettrica vengano sanificati secondo uno standard definito
  • Riordinare l’unità paziente
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