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Patologia

Parestesie

di Monica Vaccaretti

Condizione caratterizzata da un'alterata percezione della sensibilità a diversi stimoli sensitivi, le parestesie sono disturbi soggettivi avvertiti come una sensazione elementare di formicolio, intorpidimento, pizzicore, solletico, prurito, punture d'aghi di spillo. Si tratta di una percezione anomala e non dolorosa sulla cute che si sviluppa a carico delle fibre nervose responsabili della sensibilità discriminativa o epicritica.

Cos’è la parestesia

parestesia

La parestesia è una condizione caratterizzata da una percezione alterata della sensibilità a stimoli sensitivi diversi.

Una parestesia è una reazione anormale al tatto, agli stimoli termici, ai dolori e alle vibrazioni. I fenomeni sensitivi sono locali ed immotivati, ossia si manifestano in assenza di uno stimolo sensoriale specifico.

Le parestesie possono essere lievi e transitorie, occasionali oppure ricorrenti e croniche. Il disturbo può essere infatti frequente, duraturo e persistente nonché molto fastidioso. Non si associano a dolore, a meno che non ci sia una maggiore sofferenza nervosa che scatena un dolore neuropatico.

Si manifestano come una diminuita (anestesia) o alterata sensibilità (disestesia) oppure con un'aumentata sensibilità al dolore (iperalgesia) e alle temperature (iperestesia). Compaiono anche come una sensazione di caldo o freddo senza stimolo termico.

La condizione può accompagnarsi ad altri sintomi e segni quali spasmi muscolari, pelle bluastra e fredda, ipersensibilità tattile, difficoltà nei movimenti, debolezza muscolare, vertigini.

Possono comparire, con durata variabile, in qualsiasi regione corporea. La localizzazione dipende dall'affezione responsabile, solitamente sono più frequenti agli arti superiori ed inferiori nonché alle loro estremità, mani e piedi, soprattutto alle dita. Altre sedi comuni sono le labbra, spesso sono irradiate lungo l'arco mandibolare.

Diagnosi

Esami ematochimici (per ricercare eventuali carenze di vitamine del gruppo B, alterazioni della glicemia, tossine inquinanti), test della sensibilità ed esame obiettivo e neurologico completo possono essere il primo passo per confermare la presenza del disturbo.

Una diagnosi più accurata, volta ad identificare la causa sottostante, può essere formulata con l'esecuzione di esami strumentali di imaging (ecografia, radiografia, Tac, risonanza magnetica nucleare) indagando i distretti corporei interessati dal disturbo. È spesso necessario eseguire l'elettromiografia che, rilevando la velocità di conduzione del segnale nervoso, permette di evidenziare eventuali interruzioni.

Come si trattano le parestesie

Il trattamento dipende dalla causa che ne è all'origine. Se l'intorpidimento degli arti è dovuto a posizioni errate, può bastare un massaggio ed attendere che la circolazione torni alla normalità. Se la causa è fisica, come un'ernia del disco, le parestesie si risolvono con l'intervento chirurgico.

Praticare una regolare attività fisica migliora la circolazione e limita il disturbo oltre a contrastare sovrappeso ed obesità, due condizioni note che favoriscono la comparsa di disturbi circolatori. Le carenze vitaminiche, talvolta responsabili delle parestesie, possono essere risolte con un'alimentazione corretta, ricca di frutta e verdura. Alcuni danni ai nervi sono tuttavia irreversibili, pertanto in alcuni casi non esistono trattamenti.

Solitamente antiepilettici ed alcuni antidepressivi possono ridurre le parestesie. Anticonvulsionanti ed immunosoppressori cortisonici possono essere prescritti per alleviare il sintomo nei casi più gravi e persistenti, quando sono limitate le normali attività quotidiane.

Se la parestesia provoca un eccessivo dolore, possono essere indicati anestetici locali. Se all'origine della parestesia c'è una lesione nervosa causata da un virus, il trattamento prevede l'assunzione di farmaci antivirali.

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