La Clamidia è una malattia causata dal batterio Chlamydia Trachomatis. Si trasmette attraverso i rapporti sessuali e colpisce prevalentemente le donne. Quasi sempre asintomatica, o caratterizzata da sintomi lievi e poco specifici, la Clamidia se non trattata può avere conseguenze molto gravi.
Infezione da Clamidia, un po’ di numeri
Nei paesi industrializzati la Clamidia è l’infezione sessualmente trasmissibile più frequente, insieme a Gonorrea e Sifilide.
Molto diffusa tra adolescenti e giovani adulti, secondo i dati forniti dall'European Center for Disease Control and Prevention (ecdc) relativi all'anno 2017, il 62.9% dei casi di malattia riguardava la fascia d’età tra i 15 e i 24 anni. Di questa percentuale il 39.8% era rappresentato da giovani tra i 20 e i 24 anni, mentre nella fascia d’età 25-34 anni la percentuale era del 27.3%.
La Clamidia colpisce prevalentemente il sesso femminile (1 donna su 10), mentre per gli individui sesso maschile i tassi di notifica continuano a essere più bassi, probabilmente anche a causa di una sottostima dell’effettiva incidenza della malattia, per il decorso maggiormente asintomatico e per una minore diffusione dei programmi di screening.
La Clamidia è nota inoltre come “epidemia silente”, poiché spesso asintomatica o caratterizzata da sintomi sfumati e poco specifici, che la fanno passare inosservata nel 75% delle donne e nel 50% degli uomini.
I Center for Disease Control and Prevention (cdc) americani riferiscono che ogni anno sono circa 3 milioni gli americani che la contraggono. Anche il tasso complessivo delle diagnosi di Clamidia negli stati dell’UE/EEA rimane elevato, con variazioni a livello nazionale.
L’elevato tasso di notifica della malattia (409.646 casi di infezione da Clamidia riportati da 26 paesi nel 2017) è dovuto in gran parte al contributo di paesi come il Regno Unito (56%), Danimarca, Norvegia e Svezia (percentuale complessiva di casi segnalati dai 3 paesi 79%), che hanno introdotto ormai da anni programmi di sorveglianza attiva. In particolare, l'Inghilterra ha introdotto dall'anno 2008 un programma di screening rivolto ai giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni.
Tuttavia, anche se i programmi di screening adottati da diversi anni a questa parte si sono dimostrati effettivamente efficaci nel ridurre i casi di malattia, il permanere di un alto tasso di segnalazione di casi di Clamidia tra i giovani adulti indica che sono necessari ulteriori sforzi preventivi.
Interventi di prevenzione primaria rivolti a individui e gruppi a rischio, studi sperimentali di sorveglianza della Clamidia e linee guida basate sulle evidenze per la gestione dei casi. L’Ecdc ha dunque pubblicato un documento di orientamento per gli stati membri, al fine di aiutarli a sviluppare programmi e strategie nazionali per il controllo della Clamidia e delle altre malattie sessualmente trasmissibili.
Cos’è la Clamidia e come si trasmette
La Clamidia è un’infezione causata dal batterio Chlamydia Trachomatis e viene trasmessa prevalentemente per via sessuale (rapporti vaginali, anali e orali non protetti), in seguito al contatto con le secrezioni delle mucose genitali o con lo sperma di una persona infetta.
Nella donna l’infezione colpisce la cervice, l'uretra e la ghiandola di Bartolino (dotto escretore sulle piccole labbra), mentre nell’uomo l’epididimo e l’uretra. La trasmissione può però avvenire anche dalla madre al feto al momento del parto.
La Clamidia è spesso asintomatica o caratterizzata da sintomi lievi e transitori, di conseguenza molte persone non sanno di averla contratta e continuano ad avere rapporti sessuali non protetti, mettendo a rischio se stessi e gli altri.
Al minimo sospetto e alla presenza di sintomi che potrebbero far pensare alla Clamidia è invece opportuno rivolgersi immediatamente al medico per effettuare gli esami diagnostici necessari.
Diagnosi di Clamidia
La diagnosi di Clamidia è piuttosto semplice e rapida e può essere effettuata in più modi:
- Tampone vaginale e cervicale per le donne
- Tampone uretrale e anale in entrambi i sessi
- Test colturale delle urine per evidenziare la presenza del batterio in entrambi i sessi.
Nei casi in cui è più difficile porre diagnosi si effettua una laparoscopia addominale, che permette di individuare l'eventuale presenza di aderenze a carico degli organi pelvici e l'alterazione di tube e ovaie a seguito del processo infiammatorio.
Clamidia e prevenzione
Al momento non è stato ancora sviluppato nessun vaccino che protegga dalla Clamidia. Il preservativo (o altri tipi di barriere in lattice) dunque, rimane ad oggi lo strumento più adatto, se non a proteggere completamente, almeno a ridurre le possibilità di contrarre infezioni come la Clamidia.
È fondamentale inoltre, se si è sessualmente attivi, fare controlli periodici dal ginecologo; anche per gli uomini sono consigliati controlli andrologici periodici.
Date le gravi conseguenze che potrebbero derivare dalla Clamidia è fondamentale anche in presenza di sintomi poco specifici come bruciore durante la minzione, perdite nei periodi inter mestruali, tensione o crampi addominali, avvertire il partner e rivolgersi immediatamente al medico per effettuare i controlli necessari.
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