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Emergenza-Urgenza

Infermieri nel centro antiveleni: Ascoltare prima di tutto

di Redazione

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Moira Mazzilli è un’infermiera e fa parte dell’équipe infermieristica del centro antiveleni di Foggia, unico centro di riferimento della Puglia. Con lei lavorano Antonio Fulgaro, Silvana Mossuto e Michele Santamaria, oltre alla dottoressa Anna Lepore. Ma che cosa fa un infermiere in un centro antiveleni?

Infermieri nel centro antiveleni: Qui la comunicazione è fondamentale

veleni

L'infermiere in un centro antiveleni si occupa di intossicazioni a 360°

Prevalentemente ci occupiamo delle intossicazioni a 360° - spiegano Moira e i suoi colleghi -, ma molti si rivolgono a noi anche per richiedere semplici informazioni relativamente a farmaci, sostanze chimiche ecc… Qui l’utente può fare qualunque richiesta, senza pensare di aver fatto la domanda sbagliata.

Il team lo dice forte e chiaro: Non esiste la domanda sbagliata!. Certo il lavoro è ben diverso dal reparto. Le nostre attività – continuano - sono: ricerca, conoscenza e informazione. Nel nostro servizio non esiste il singolo, ma l’équipe, vi è un collegamento diretto e continuo tra dirigente medico e infermiere, avvalendoci anche di competenze specifiche quali presenza di un farmacista. Tutto ciò con un unico obiettivo: dare una risposta corretta e dettagliata in tempi brevi.

In pratica, i pazienti, ma anche le strutture sanitarie, chiamano al telefono, 24 su 24 per 365 giorni l’anno, al numero 0881/732326. Gli operatori che rispondono al telefono, prima di tutto, devono acquisire delle informazioni essenziali:

  • cosa
  • quando
  • dove
  • chi
  • quanto

La comunicazione nel nostro lavoro è fondamentale – dicono gli infermieri del Centro di Foggia -, oltre ovviamente alla preparazione e conoscenza in ambito tossicologico.

Se all’altro capo del telefono c’è un medico o un infermiere, tutto risulta più semplice. Ma se l’infermiere del centro antiveleni si deve rapportare con un paziente che ha bisogno di aiuto, allora la faccenda cambia.

Quando chiama un utente privato – dicono - è perché ha bisogno di aiuto, sostegno, forza ad affrontare l’evento. Spesso ci troviamo a relazionare con persone agitate, spaventate, ansiose, che non riescono a rispondere alle domande più semplici, soprattutto nei casi di intossicazione riguardanti i bambini. Nel rispondere a un’emergenza tossicologica la sicurezza e la qualità dello scambio delle informazioni è vitale. Un utente ha l’esigenza di sentirsi preso in cura, ascoltato e informato. Per soddisfare questi bisogni l’operatore infermiere del centro antiveleni deve essere in grado di interpretare le aspettative dell’utente. Pertanto, è importante utilizzare un linguaggio chiaro, semplice e riuscire a gestire al meglio l’emotività e le situazioni che generano stress, servendosi della comunicazione come mezzo per migliorare l’informazione da ricevere.

Ascoltare significa trasmettere fiducia, saper gestire la chiamata di aiuto significa infondere sicurezza e tranquillità

Ruolo fondamentale allora è quello della formazione. Con un unico obiettivo finale: Riuscire a superare ogni ostacolo e migliorarci sempre.

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