Rianimazione
Allo stato attuale non è chiaro se le manovre di rianimazione cardiopolmonare - e in particolare le compressioni toraciche - siano in grado di generare aerosol che possano trasmettere patogeni respiratori, tra i quali il virus SARS-CoV-2. Una recente pubblicazione sulla rivista Resuscitation ha cercato di indagare questo aspetto, al fine di poter dirimere la questione e fornire indicazioni precise ai professionisti sanitari che operano in questo ambito.
Generazione di aerosol durante compressioni toraciche
Al fine di indagare la produzione di aerosol durante le manovre di rianimazione cardiopolmonare è stato condotto uno studio nel quale 3 suini femmine non intubati sono stati sottoposti a 4 minuti di fibrillazione ventricolare in assenza di compressioni toraciche o di defibrillazione, garantendo in questo modo una totale assenza di flusso. A ciò sono seguiti dieci cicli di 2 minuti di manovre rianimatorie, ovvero compressioni toraciche senza l’esecuzione di ventilazioni e defibrillazione.
Attraverso un analizzatore di particelle, sono stati misurati il diametro (0,3–10 µm) e la quantità di aerosol generati durante intervalli di 45 secondi di assenza di flusso e compressioni toraciche, prima e dopo la defibrillazione.
Oltre a questi dati, sono stati confrontati gli aerosol generati dalla tosse di 4 soggetti umani sani quelli generati dai suini. Lo studio ha evidenziato come non vi fosse alcuna differenza significativa tra gli aerosol totali generati durante la compressione toracica prima della defibrillazione rispetto all’assenza di flusso.
Al contrario, le compressioni toraciche che seguivano la defibrillazione hanno generato significativamente più aerosol rispetto e quelle effettuate prima della defibrillazione o in assenza di flusso (72,4 ± 41,6 × 104 vs 12,3 ± 8,3 × 104 vs 10,5 ± 11,2 × 104; p <0,05), con un progressivo ingrandimento delle particelle.
Per confrontare questi dati, due colpi di tosse umani consecutivi hanno generato 54,7 ± 33,9 × 104 aerosol, con una distribuzione dimensionale inferiore a quella delle compressioni toraciche post defibrillazione.
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