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Operatore Socio Sanitario

Volevo fare qualcosa per gli altri, così sono diventata Oss

di Paola Botte

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Voglia di studiare e voglia di dedicarsi agli altri. Sono questi gli ingredienti principali che hanno permesso a Renata di superare tante difficoltà e di trovare finalmente quella realizzazione nel lavoro di cui sentiva un grande bisogno.

Ecco come sono diventata Operatrice Socio Sanitaria

Renata oggi è Operatrice Socio Sanitaria

Prima, ottenere una laurea quinquennale in pedagogia e una specializzazione in pedagogia assistenziale ed educazione sessuale, poi lavorare come educatrice in un orfanotrofio e nelle scuole elementari e superiori raggiungendo ottimi risultati. Ed infine, scegliere di diventare Oss.La domanda a questo punto è: perché? Cosa ha spinto Renata, all'apice della sua carriera lavorativa, a formarsi come Operatrice Socio Sanitaria?

Le risposte le troviamo nella sua storia affettivamente travagliata, segnata dalla perdita di una sorella che è stata una maestra di vita e forse la sua salvezza.

Quando abitavo in Polonia, il lavoro era tutta la mia vita - racconta - C'è stato un periodo in cui insegnavo sia alla scuola elementare, con contratto full-time, che al ginnasio con un part-time.

Tutto legale - ci tiene a precisare - si trattava di un lavoro e mezzo con contratti a tempo indeterminato. Non avevo tempo per me, finché un giorno ho conosciuto il mio attuale marito tramite skype. E la sua vita è cambiata.

In quel periodo Renata, oltre allo stress lavorativo, stava accusando i colpi di una brutta notizia, la malattia di sua sorella che aveva solo trentaquattro anni. Marco, informatico di Lodi, più giovane di lei di due anni, è riuscito a starle vicino, nonostante la lunga distanza che li separava.

Durante l'ultimo anno di vita di mia sorella, le sono stata accanto e ricordo che - dice Renata - lei mi sosteneva più di come avrei dovuto fare io con lei. Ed è grazie ai suoi consigli che ho lasciato la mia vita lavorativa frenetica per raggiungere la persona che amavo in Italia. Dopo più di sette anni di servizio come insegnante ho chiesto dunque un anno sabbatico per andare da Marco.

Lo stipendio che percepiva dalla Polonia come insegnante, anche se non esercitava, le ha permesso di seguire numerosi corsi in Italia, tra cui quello per lavorare con i bambini alla scuola materna.

Finito il primo anno sabbatico, la direttrice della scuola polacca dove Renata lavorava ha deciso di rinnovarle l'aspettativa di un ulteriore anno, ma questa volta senza stipendio.

Così la donna ha potuto finalmente fare una prova lavorativa in Italia come docente, ma solo nelle scuole paritarie, perché la sua laurea, in questo Paese, non era stata ancora riconosciuta.

Avrei dovuto frequentare un altro corso di laurea, ma sarebbe stato impossibile, perché lavoravo full time nelle scuole materne private ed in ogni caso non guadagnavo abbastanza per investire ancora nello studio. Con un mutuo alle spalle e un marito che aveva iniziato a lavorare da poco, non potevo permettermi di inseguire ancora i miei sogni.

Ad un certo punto ho sentito dentro di me una chiamata che mi diceva di dedicarmi agli altri. Pensavo in continuazione che avrei dovuto dare una svolta alla mia vita e fare qualcosa di davvero utile per gli altri

Avrei voluto iscrivermi ad Infermieristica, ma non potevo per lo stesso motivo di prima: se avessi lasciato il lavoro da maestra non avrei avuto abbastanza soldi per mantenermi all'università.

Il vero cambiamento è arrivato quando il marito di Renata le ha fatto scoprire il corso per diventare operatore Socio Sanitario.

Non ho perso tempo. Mi sono iscritta subito e ho frequentato il corso a cavallo tra il 2010 e il 2011. Nel 2012 ho fatto l'esame finale e sono finalmente diventata un'Operatrice Socio Sanitaria.

Il primo impiego è stato presso una Rsa come sostituzione malattia. Un'esperienza magnifica - dice emozionata - colleghi molto bravi e con una grande umanità. Lavoravo con persone anziane e ovviamente ai momenti di gioia si alternavano quelli di tristezza nel vedere spesso le persone con cui trascorrevo del tempo andarsene via per sempre.

Poi è arrivato il concorso pubblico al Policlinico di Milano, al quale ha partecipato arrivando settima.

Mi hanno chiamata subito e così dal primo maggio 2014 ho iniziato a lavorare nel reparto di Chirurgia d'Urgenza. Per me – confessa - il lavoro di Oss è diventato una missione. Non tornerei mai più alla vita di prima, il mio lavoro attuale mi dà molte soddisfazioni.

Ci sono anche dei momenti duri, ma se sai di fare un lavoro utile, dove puoi aiutare gli altri e imparare tanto dai colleghi, riesci a superare tutto. La mia formazione universitaria mi permette di curare anche l'approccio psicologico al paziente.

Inoltre, con un lavoro su tre turni, Renata ha finalmente la possibilità di stare di più con le persone che ama, di gestire il tempo libero e andare a trovare quando può il resto della sua famiglia in Polonia.

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