Nurse24.it
compra il libro su Amazon

Lavorare come OSS

Angelo, Oss: Colleghi affiatati sono lavoratori più felici

di Paola Botte

    Precedente Successivo

Creare un ambiente di lavoro famigliare e armonioso aiuta a far svolgere la propria mansione al meglio. Lo ha capito in fretta Angelo, giovane Operatore Socio Sanitario, per il quale l’affiatamento con i colleghi è importantissimo per non sentire troppo forte la lontananza dalla sua terra d’origine.

Infermieri e Oss, l’importanza di un gruppo di lavoro affiatato

Trovare un gruppo di lavoro affiatato è tutto. Lo afferma Angelo, un Oss di ventisei anni della provincia di Caltanissetta, in Sicilia, da dove si è trasferito circa un anno fa per cercare lavoro.

Quando si è molto giovani e si decide di lasciare casa, i propri affetti e le proprie abitudini, trovare qualcuno, nel luogo in cui si è andati a vivere, che ti apprezzi e ti dia fiducia diventa fondamentale - sostiene il ragazzo - Se poi si è così fortunati da trovare queste persone sul posto di lavoro, tra i propri colleghi, allora si avranno molte più possibilità di superare i periodi difficili dovuti alla stanchezza, alla lontananza dalla famiglia e alla nuova routine.

Lavorare come Oss, si sa, ha i suoi aspetti negativi: stress, fatica fisica, rischi di infortuni, possibile burnout, turni a volte estenuanti. Però diciamolo pure. Oltre ad essere un lavoro gratificante, perché si ha la possibilità di mettersi al servizio di persone bisognose, spesso offre la possibilità di condividere momenti unici con i propri colleghi.

Esperienze che lasciano in eredità a chi le ha vissute un grosso carico emotivo che trasforma due perfetti sconosciuti in testimoni unici di eventi di gioia o di quotidiana drammaticità. E si creano a volte legami forti e duraturi che vanno al di là del semplice rapporto di lavoro.

Quante volte ad un Oss sarà capitato di dovere intervenire in emergenza insieme al collega con il quale si stava facendo per esempio una mobilizzazione? O ancora, quante volte sarà capitato di cucinare per sé e i propri colleghi di turno oppure di bere un caffè insieme alla macchinetta, o ancora di subire e fare scherzi in reparto?

Ad Angelo sicuramente tutto questo è capitato e ha capito, nonostante la giovane età, che creare un ambiente di lavoro famigliare e armonioso aiuta a far svolgere la propria mansione al meglio.

Mentre ci racconta come è iniziata la sua avventura nel mondo degli Oss, sorride ripensando ai bei momenti trascorsi con i suoi colleghi, che sono poi diventati anche amici da frequentare al di fuori dalle mura ospedaliere.

Dopo il diploma di Ragioneria, nel 2012 ho deciso, spinto dalle belle immagini delle locandine in cui si vedevano giovani operatori a fianco di persone disabili, di frequentare il corso di Operatore Socio Sanitario presso un istituto di formazione a Caltanissetta. Il corso è stato suddiviso in 400 ore di teoria e 500 di pratica in una Casa Terapeutica Assistenziale (CTA). Con il tirocinio avevo già capito quanto fosse bello occuparsi degli altri.

Con il diploma di Oss ho potuto mettere in pratica quanto acquisito e ho da subito lavorato in una casa di riposo di un piccolo paesino dell'entroterra siciliano, dove sono rimasto per diciotto mesi.

Finita questa esperienza, Angelo ha mantenuto i rapporti con i suoi ex colleghi e li ha sentiti periodicamente. Dopo un breve periodo trascorso a svolgere altre professioni, Angelo grazie all'aiuto di uno di questi ex colleghi, forse uno di quelli con cui aveva lavorato meglio e che nel frattempo si era trasferito a Bologna per lavoro, ha deciso di spostarsi anche lui nella stessa città. Lì ha trovato il suo primo impiego fuori casa.

Ricordo che in quel periodo avevo inviato alle agenzie interinali decine di curriculum online e ne avevo portati altrettanti direttamente nelle loro sedi. Un giorno, dopo aver risposto ad un annuncio online, una di queste mi ha contattato offrendomi l'opportunità di lavorare in una casa protetta per anziani in provincia di Bologna. Sinceramente ho accettato subito, perché non vedevo l'ora di potere ricominciare a fare il lavoro che amo.

In 48 ore avevo conosciuto il mio datore di lavoro e iniziato a lavorare nella struttura, dove da subito mi hanno accolto con entusiasmo e gentilezza. Oggi mi sento gratificato ad aiutare gli anziani ospiti e molto fortunato nel poterlo fare accanto a colleghi Oss e infermieri davvero molto uniti.

Ritorna al sommario del dossier Testimonianze OSS

Commento (0)