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Editoriale

La razza italica e gli infermieri

di Giordano Cotichelli

Gli infermieri sono razzisti? Prima di rispondere è necessario prendere in esame alcuni elementi di contesto. L’Assessore al welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, durante un convegno pubblico a Milano sul tema dell’alimentazione del bambino, ha sottolineato il problema dell’inverno demografico in atto nel paese, affermando: L’inverno demografico è drammatico e non ci aiuta, anzi rischia di far scomparire la razza italica. È quello che ci dicono i nostri esperti. Immaginarsi il coro di critiche e rimbrotti – il minimo sindacale – arrivati da più parti, sia a livello regionale che nazionale. Allo stesso modo si sono innescati i soliti automatismi tesi a sminuire il fatto, volti a far ricadere la colpa sull’opposizione che, come sempre, strumentalizza e fa attacchi violenti a chi, in fondo, voleva fare solo una battuta. Un’iperbole, insomma.

Goccia dopo goccia, l’odio sostituisce i diritti

La terra di questo pianeta è piena dei resti di barzellette e battute di ogni genere, nelle ceneri dei forni dei campi di sterminio, nei massacri turchi di armeni, nello sterminio di africani e amerindi ad opera degli europei, nei dimenticati sotto le macerie di Gaza.

E questo accade a pochi giorni dall’inchiesta di Fanpage sui rigurgiti di diversi ragazzotti e ragazzotte di Gioventù Nazionale, amanti del divertimento a suon di “sieg heil” inneggianti le gesta del duce e di terroristi neri con punte di genuino odio verso gli ebrei.

Come se non bastasse, a rendere il senso depravato dell’umorismo (bullismo) nazionale, ci si è messo anche il simpatico Vittorio Feltri, che ha paragonato Ilaria Salis ad una cameriera di Catanzaro. Niente di che, anche in questo caso, probabilmente, si è trattato di una boutade, figlia di quel tipico odio di classe e di antimeridionalismo cui ci hanno abituato le nostre classi dirigenti.

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