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Editoriale

Con la paura si governa?

di Giordano Cotichelli

Il primo turno delle elezioni legislative francesi, appena conclusosi, ha sancito l’esaltazione della paura, sentimento che ha sdoganato le peggiori fazioni politiche del panorama europeo in questi ultimi decenni. In Francia circa il 33% dei francesi ha votato per un partito di estrema destra come il Rassemblement National [RN], lasciandosi trasportare da ogni tipo di paura possibile funzionale a trovare un capro espiatorio con cui prendersela – gli immigrati in larga parte –, senza peraltro risolvere nulla.

La paura è uno dei prodotti più venduti in questo tempo infame

In Francia l’ultradestra lepenista sembra davvero a un passo dal potere

Ci sono dei momenti in cui hai paura di sbagliare. Capita a tutti. Ad esempio, in tema di assistenza infermieristica, non c’è nulla di più immediato di prendere una vena per un prelievo di sangue o per posizionare un ago cannula.

Certo, bisogna prendersi il tempo necessario, ma poi, nell’arco di una manciata di secondi l’azione inizia e si conclude; quando, ovviamente, non subentrano difficoltà di sorta, altrimenti si cerca di capire qual è il problema e come risolverlo.

Tutto qui, meno difficile di quanto possa apparire anche se, è noto, nel cercare una vena, il rischio è quello di perdersi in pensieri quali: Tanto non la trovo, Tanto mi si rompe, Guarda tu che vene di m**** che ha.

Ed allora l’insicurezza sale, la frustrazione prende il sopravvento, la paura di sbagliare e la voglia di prendersela con il paziente stesso domineranno sempre più la scena. E il risultato finale difficilmente sarà positivo. Non può essere altrimenti.

La paura è un sentimento che intossica qualsiasi cosa; genera sbagli, orrori ed errori di ogni tipo. Ciò nonostante, la paura è uno dei prodotti più venduti in questo tempo infame.

Per quello che riguarda gli infermieri tante sono le paure: di essere demansionati, di prendersi una denuncia, di vedersi relegati per l’eternità in servizi e reparti faticosi, di non riuscire a far carriera e molto altro ancora.

In generale la paura riguarda un po’ ogni strato della popolazione, specie quando si vive una fase di transizione, di incertezza e di cambiamento come quella attuale. Fase di cui non si riesce a capire né come e né quando finirà e se ne percepisce solo il portato distruttivo delle proprie piccole e private [in]sicurezze.

L’attacco alla personale comfort zone di ognuno di noi è la grande minaccia attuale che più di tutte viene percepita (erroneamente), fondata sicuramente sulla fine delle garanzie sociali sostenute dai welfare del Novecento: reddito, casa, lavoro, istruzione, salute, ambiente, etc.

Ogni tentativo di costruire una risposta, in questi ultimi anni, si è rilevato vano, lasciando sul terreno un senso profondo di scoramento e di angoscia; prontamente trasformati in ansia e frustrazione, funzionali a far vendere agli imbonitori del momento il prodotto tossico di sempre: la paura e con essa facili quanto irrealizzabili soluzioni.

In tal senso il primo turno delle elezioni legislative francesi, appena conclusosi, ha sancito l’esaltazione della paura, sentimento che ha sdoganato le peggiori fazioni politiche del panorama europeo in questi ultimi decenni.

In Francia circa il 33% dei francesi ha votato per un partito di estrema destra come il Rassemblement National [RN], lasciandosi trasportare da ogni tipo di paura possibile funzionale a trovare un capro espiatorio con cui prendersela – gli immigrati in larga parte –, senza peraltro risolvere nulla.

Anzi. Sull’altro versante, la paura della destra xenofoba e fascista ha fatto ottenere al Nouveau Front Populaire [NFP], un risultato importante (28%) unendo differenti prospettive che se vorranno superare il secondo round elettorale dovranno vincere paure e rancori atavici.

Insomma, in Francia come nelle elezioni europee a livello continentale, si sta proiettando un film già visto. Un brutto film generato dalla paura delle miserie generate dalla guerra, dalla pandemia di spagnola e dall’incognita delle rivoluzioni socialiste.

Il fascismo prima e il nazismo poi si affermarono così, alimentando paure, e creandole allo stesso tempo con una violenza politica mai vista fino ad allora; legittimati dal soldo delle grandi proprietà terriere ed industriali.

Ieri, come oggi, dove oligarchi di vario tipo preferiscono pagare fedeli servitori elettorali, e cumulare profitti, piuttosto che contribuire al bene comune e… pagare le tasse. Chissà se queste cose le conoscono i brutti tipi che amano salutarsi con il braccio teso, inneggiando alla vittoria (Sieg Heil!). Di chi o di cosa poi… vai a chiederglielo!

La paura si vende bene, porta con sé promesse false, soluzioni semplici, e impossibili (es. il blocco navale) e qualcuno con cui prendersela: immigrati, neri, omosessuali, meridionali, donne, disabili, malati cronici, anziani, etc. etc.

A proposito. Ricordate la favoletta sugli anziani che sono aumentati e quindi i costi della salute pubblica sono diventati insostenibili e destinati poi, a causa delle malattie cronico degenerative, a lievitare ulteriormente.

Siamo sinceri, con quello che i soliti amici degli amici hanno guadagnato sulla sanità pubblica in termini di appalti, ruberie, corruzione etc., ognuno di noi poteva curarsi in stanza singola di una clinica di lusso per circa mille anni. Un’esagerazione? Forse, ma utile ad esprimere il concetto che a furia di guardare i cattivi che ti vengono indicati da chi si dice “tuo” amico, non controlli che cosa fa, appunto, chi si dice “tuo” amico.

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