L’ultimo, in ordine di tempo, a lanciare il grido d’allarme è il presidente di Opi Grosseto, Draoli, che torna a proporre due strade: nuove assunzioni o pagamenti extra orario di lavoro. Preoccupazione espressa anche dagli Ordini di Firenze-Pistoia e di Lucca. E mentre Pedrotti, presidente di Opi Trento, punta il dito contro i sanitari no vax, l’Opi Cosenza lancia un appello alle istituzioni a causa delle situazioni difficili che il Pronto soccorso continua a registrare.
Infermieri, così come gli altri sanitari, sono stremati
Durante il picco pandemico la carenza dei professionisti sanitari è stata esacerbata, anche perché il virus ha contagiato tanti di loro. Oggi, sul finire del 2021, il grido d’allarme degli Opi – dal nord al sud Italia – è unanime: il sistema sta per collassare e gli infermieri, così come gli altri sanitari, sono stremati. In Toscana, gli Ordini delle professioni infermieristiche di Grosseto, di Firenze-Pistoia e di Lucca stanno facendo la voce grossa già da tempo, ma allo stato attuale le parole dei loro presidenti paiono purtroppo del tutto (o quasi) inascoltate. L’ultimo in ordine di tempo che torna a sollevare la questione è Nicola Draoli, presidente dell’Opi Grossetto, che paventa – e non è l’unico, considerati i numeri attuali – un’impennata di contagi da Omicron. E offre due soluzioni: nuove assunzioni oppure pagamenti extraorario di lavoro.
È indispensabile lavorare su più fronti – circoscrive Draoli – da un lato si deve assumere personale attingendo dalle graduatorie Estar aperte, oppure va riaperta la produttività aggiuntiva, dunque l’opportunità per gli infermieri di lavorare alcune ore in più, extra orario, senza che questo impatti sul fondo degli straordinari
. Un aspetto in qualche modo confortante – e questo è un dato nazionale – è che oggi a fronte di un numero elevato di contagi non permane lo stesso rapporto in termini di ospedalizzazione, ricoveri in terapia intensiva e decessi. È lampante che si sta ponendo a durissima prova l’intero sistema e che bisogna intervenire per scongiurarne il collasso
, prosegue Draoli, che in ultimo affronta il team dell’attività infermieristica ordinaria. Non abbiamo le risorse del 2020 – conclude – e molto del personale assunto nel 2021 con contratti a tempo determinato vedrà il termine del proprio periodo di lavoro, con nessuna possibilità di proroga
.
La Toscana, già in crisi per la carenza di personale sanitario che abbandona i Pronto soccorso, non ha di certo la necessità di dover sopperire ad ulteriori mancanze di forza lavoro. E l’Ordine delle professioni infermieristiche di Firenze-Pistoia ne è consapevole: Noi proseguiamo a vigilare ma chiediamo l’assunzione di infermieri dalla graduatoria vigente per i servizi sanitari. Altro aspetto da affrontare riguarda l’assunzione di infermieri e Oss nelle Rsa, spesso in difficoltà per la carenza del personale essenziale ad assicurare livelli di assistenza necessari
. Importante mancanza di personale negli ospedali della regione, insomma, non considerando (o sottovalutando) il ruolo centrale della figura dell’infermiere all’interno del sistema sanità. A questo proposito Guadalupe Capizzano, presidente dell’Opi Lucca, ha rimarcato che la professione infermieristica, da sempre essenziale al funzionamento del Servizio sanitario nazionale, mai come in questi mesi ha rivestito, e rivestirà sempre di più, un ruolo fondamentale nei servizi sul territorio, negli ospedali, a domicilio, nel contatto stretto con le famiglie
.
Ma le gravi carenze organiche di professionisti sanitari – senza tralasciare l’aspetto legato alla carenza di materiali di approvvigionamento dei Dpi nei momenti iniziali della crisi pandemica – vanno ascritte anche a quei sanitari che non intendono vaccinarsi. Come ha denunciato l’Ordine delle professioni infermieristiche della Provincia di Trento, che attraverso il suo presidente Daniel Pedrotti ha rivolto il dito verso la carenza di personale pre-esistente e cronicizzata da tempo e che, per via delle prime sospensioni dei professionisti sanitari e Oss non vaccinati, ha aggravato ancora di più le difficoltà preesistenti. Ciò detto, non si muore soltanto di Covid. Ed ha tenuto a ribadirlo Fausto Sposato, presidente dell’Opi Cosenza, che ha lanciato un appello alle istituzioni per le gravi situazioni
che si stanno registrando al Pronto soccorso. Da parte sua, Sposato parla di progetti mancanti nel medio e lungo termine. Si naviga a vista
. E ancora, ritiene non più pensabile – per gli infermieri cosentini – assistere impassibili alla disgregazione continua e costante del sistema sanitario
. Senza parlare dei turni massacranti, dei concorsi non effettuati, delle selezioni errate e delle
aggressioni ripetute che tanti colleghi continuano ad avere.
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