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Nursing Up: l’Italia è a rischio paralisi

di Redazione Roma

Le regioni rischiano di bloccarsi a causa della carenza di infermieri. A lanciare il grido d’allarme è il presidente nazionale De Palma, che chiede al governo Draghi di modificare la Legge di Bilancio appena varata, eliminando il vincolo che circoscrive le stabilizzazioni. Anche perché stabilizzare solo 23mila infermieri, che peraltro lavorano già come precari, costituisce una goccia d’acqua rispetto ai 100mila che mancano all’appello, illustra il Nursing Up.

Nursing Up: no a limitazioni alle stabilizzazioni

La carenza di infermieri sta mandando in tilt i reparti ordinari e l'Italia è a rischio paralisi  

La carenza strutturale di infermieri può conciliarsi con la forte limitazione alla stabilizzazione dei precari? La risposta può essere solo negativa e a motivarla è il Nursing Up, che per voce del presidente nazionale Antonio De Palma chiede al governo Draghi di modificare la Legge di Bilancio – appena varata – poiché stabilizzare soltanto 23mila professionisti sanitari, che a maggior ragione lavorano come precari, costituisce una goccia d’acqua rispetto ai 100mila che mancano all’appello, contando tanto gli ospedalieri quanto quelli indispensabili per le cure primarie territoriali. Queste le parole espresse da De Palma: Occorre cancellare l’incomprensibile vincolo contenuto nella norma, che circoscrive le stabilizzazioni a coloro che hanno già lavorato per gli enti del Servizio sanitario nazionale per almeno 18 mesi, dei quali, ancora più incomprensibilmente, almeno 6 devono essere stati prestati nel periodo di emergenza Covid.

Era davvero necessario che attivassimo uno stato di agitazione e arrivare a tutto questo?

Quindi un interrogativo (pronunciato ad alta voce): Ci chiediamo che senso hanno queste pesanti limitazioni alle stabilizzazioni di fronte ad una carenza strutturale di 100mila infermieri e di fronte ad una emergenza che vede tali operatori sempre più votati a lasciare il nostro paese per andare in Svizzera e/o Inghilterra? Proprio al confine con l’Italia, infatti, la richiesta di infermieri è particolarmente elevata. Ed al Nursing Up – che si è pronunciato con forza contro la violenza nei confronti dei sanitari all’interno degli ospedali – il nuovo piano relativo allo sblocco delle assunzioni nei territori chiave colpiti dall’emergenza pandemica risulta tanto tardivo quanto incompleto. Ricordando altresì che da mesi, negli incontri con gli esponenti delle Regioni, mediante proteste, mobilitazioni, lotte di piazza e sit-in, rimarchiamo che alla carenza strutturale di operatori sanitari nelle Regioni, se ne sono aggiunti altri, nelle ultime settimane con l’acuirsi dell’emergenza, a causa dei contagi degli infermieri. Senza dimenticare i professionisti venuti meno per pensionamenti, rispetto ai quali è mancato il ricambio.

Toscana: carenza di infermieri manda in tilt reparti ordinari

Quindi viene fatto riferimento alla Toscana (eloquenti, in tal senso, i richiami formulati dagli Opi di Grosseto, di Firenze-Pistoia, di Lucca), laddove dopo i continui appelli dei nostri referenti in merito al tanto atteso sblocco delle assunzioni, per mano del governatore Eugenio Giani e del nuovo coordinatore del Dipartimento sanità della Regione, Federico Gelli, qualcosa di concreto si sta muovendo negli ultimi giorni, spiega ancora il sindacato degli infermieri.

Siamo insoddisfatti dei tempi così logoranti con cui è perdurata questa situazione di emergenza

Ma il sindacato non è ancora completamente pago. E a illustrare le ragioni è lo stesso De Palma: Siamo insoddisfatti dei tempi così logoranti con cui è perdurata questa situazione di emergenza, così come in tanti altri territori, dove da mesi denunciamo la disorganizzazione di un sistema arrivata all’acme, per carenza di personale e inadeguatezza delle strutture. Il Nursing Up ritiene che oggi (più che mai) occorre conoscere fino in fondo quanto sta avvenendo nelle regioni e solo da ultimo in Toscana, dove i numeri sono allarmanti e il nostro sindacato da mesi sottopone all’opinione pubblica, oltre che agli esponenti regionali, questa situazione. All’interno dell’area Sud Est (Siena, Arezzo, Grosseto), così come quella nell’area Nord Ovest (Livorno, Lucca) la carenza di personale ha toccato infatti livelli elevati di pericolosità, tra infermieri costretti a casa per nuove infezioni – quasi tutti vaccinati con terza dose – ferie invernali sospese da ben due anni, e reparti ordinari che vanno in tilt per un piano di riconversione rispetto al quale purtroppo non c’è alternativa, considerata la carenza di personale. Da qui il Nursing Up si chiede: Era davvero necessario che attivassimo uno stato di agitazione e arrivare a tutto questo? E che si negasse per lungo tempo un pericoloso buco di bilancio a cui solo il Governo centrale poteva porre rimedio?.

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