Nurse24.it

oncologia

Approccio terapeutico al tumore al collo dell’utero

di Corradino Ignelzi

Secondo la Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia (FIGO) il tumore della cervice uterina viene suddiviso in 4 stadi (stadio 0, stadio I, stadio II, stadio III e stadio IV). Lo stadio della malattia è l’elemento principale che guida la scelta del trattamento: la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia.

Stadiazione del tumore del collo dell’utero

La cervice uterina è la parte inferiore dell’utero che si inserisce nella la parte superiore della vagina. È la porzione dell’utero più esposta al processo infettivo da parte dell’HPV il quale rende atipiche le cellule epiteliali che lo rivestono.

Queste modificazioni sono descritte con il nome di neoplasia intraepiteliale cervicale (CIN), una situazione precancerosa che, senza cure, potrebbe mutare in neoplastica.

Dopo essersi accertati della presenza di cellule cancerose tramite i vari step di diagnosi (HPV test, pap-test e colposcopia con biopsia) si passa alla stadiazione, cioè ad identificare le quantità e il livello di tessuto coinvolto tramite la risonanza magnetica in grado di valutare l’estensione locale della malattia, la TAC per escludere che il tumore abbia invaso organi distanti dalla cervice e la tomografia assiale ad emissione di positroni (PET) che identifica le cellule tumorali in attività.

Secondo la Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia (FIGO) il tumore della cervice uterina viene suddiviso in 4 stadi:

  • Stadio 0: (o carcinoma in situ) quando le cellule tumorali sono identificate solo a livello dello strato più superficiale della cervice
  • Stadio I: identifica i tumori limitati al collo dell’utero 
  • Stadio II: quando il tumore inizia ad invadere per continuità i tessuti più vicini
  • Stadio III: se il tumore si estende ulteriormente a livello della vagina o dell’intero tratto dei parametri
  • Stadio IV: il tumore è molto esteso ed ha già coinvolto la parete della vescica o del retto o ha sviluppato metastasi in organi distanti.

Tumore della cervice uterina, la scelta del trattamento

Lo stadio della malattia è l’elemento principale che guida la scelta del trattamento: la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia.

La chirurgia è il trattamento più usato e il tipo di intervento dipende dalle dimensioni del tumore. La conizzazione, se le cellule neoplastiche sono rimaste all’interno della superficie cervicale ha uno scopo terapeutico, perché esporta il tumore e diagnostico, perché conferma la zona infiltrata.

Le tecniche utilizzate sono:

  • escissione elettrochirurgica con ansa diatermica: esporta in maniera quasi indolore la parte superficiale della cervice e comporta un leggero sanguinamento nelle 24 ore successive
  • laser-conizzazione: si esegue in anestesia locale e asporta un cono di tessuto cervicale sufficientemente grande da contenere le cellule atipiche; di solito viene posizionato un tampone vaginale da rimuovere dopo 24 ore e può determinare sanguinamento abbondante anche a distanza di tempo con la caduta dell’escara.

In entrambe le tecniche il materiale prelevato viene sottoposto a diagnosi istologica.

Isterectomia in caso di tumore in stadio avanzato

L’isterectomia viene consigliata in caso di tumore in stadio avanzato e può essere:

  • totale, con l’asportazione della cervice, dell’utero, delle tube e delle ovaie
  • radicale, (la più utilizzata) che aggiunge alla precedente l’asportazione del parametrio, del terzo superiore della vagina e dei linfonodi pelvici.

Trachelectomia in caso di tumore in stadio iniziale

La trachelectomia è l’asportazione della cervice in caso di tumore in stadio iniziale e donna giovane che vuole avere figli.

La radioterapia può essere utilizzata sia prima, a volte, che dopo il trattamento chirurgico. Si può praticare:

  1. radioterapia esterna, dove si erogano le radiazioni ad alta energia sul tumore
  2. radioterapia interna applicando il materiale radioattivo direttamente in vagina.

Entrambe le tecniche comportano effetti collaterali come nausea, diarrea, stanchezza e bruciore alla minzione che scompariranno una volta concluso il ciclo.

Purtroppo la radioterapia porterà alla menopausa causata dalle irradiazioni alle ovaie. La chemioterapia può essere utilizzata prima di un intervento chirurgico per ridurre le dimensioni del tumore, in associazione alla radioterapia come trattamento esclusivo e dopo un intervento chirurgico. Gli effetti collaterali possono essere nausea, vomito e caduta dei capelli. In alcuni casi possono essere necessarie trasfusioni di sangue e la somministrazione di antibiotici.

Alla fine del trattamento saranno organizzati controlli periodici con i medici, esami del sangue e strumentali come radiografia, TAC e risonanza magnetica.

Scopri i master in convenzione
Articoli correlati

Commento (0)