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Patologia

Chetoacidosi alcolica

di Monica Vaccaretti

La chetoacidosi o acidosi metabolica è definita alcolica quando l'acidosi insorge in seguito ad una eccessiva assunzione di sostanze alcoliche associata a periodi prolungati di digiuno e malnutrizione. La chetoacidosi alcolica è uno stato metabolico correlato all'alcol che colpisce generalmente gli alcolisti cronici o coloro che bevono in modo incontrollato, di età compresa tra i 20 e i 60 anni. Definita AKA (Alcoholic KetoAcidosis) è una condizione patologica riconosciuta come sindrome soltanto nel 1940 ed inserita nei disturbi metabolici nel 1971.

Cos’è la chetoacidosi alcolica

Si tratta di una complicanza metabolica dovuta alla combinazione degli effetti dell'alcol e del digiuno che vanno ad influenzare il metabolismo del glucosio. Si instaura un quadro clinico caratterizzato da iperchetonemia e acidosi metabolica con gap anionico senza significativa iperglicemia.

Per gap anionico si intende la concentrazione sierica di sodio meno la somma delle concentrazioni di ioni cloruro e bicarbonato: se aumentato significa che gli acidi carichi negativamente - soprattutto i chetoni, il lattato, i solfati o i metaboliti del metanolo, l'etilen glicole o i saliciati - consumano bicarbonato ossia sono tamponati dal bicarbonato.

In seguito alla ridotta gluconeogenesi epatica causata dall'alcol (trasformazione e l'uso degli zuccheri da parte del fegato), la secrezione di insulina da parte del pancreas diminuisce e la lipolisi aumenta, si riduce l'ossidazione degli acidi grassi con conseguente chetogenesi.

Quando si beve alcol il pancreas smette di produrre insulina per un breve periodo di tempo e in assenza di insulina le cellule non sono più in grado di utilizzare il glucosio. Così per ottenere l'energia necessaria il corpo inizierà ad utilizzare come substrato energetico gli acidi grassi, andando a produrre dei sottoprodotti noti come corpi chetonici i quali, senza la presenza di insulina, inizieranno ad accumularsi nel flusso sanguigno.

Sintomi di chetoacidosi alcolica

Nausea, vomito e dolore addominale sono i sintomi caratteristici che compaiono dopo una ridotta capacità di mangiare per alcuni giorni. Il digiuno è dato dall'incapacità di assumere ulteriori quantità di alcol e cibo per un periodo di tempo superiore alle 24 ore.

Il vomito incoercibile e il dolore addominale intenso persistono anche nel periodo di digiuno e possono esitare in una pancreatite. Generalmente insorgono vertigini ortostatiche, ipotensione, tachicardia, tachipnea ossia respirazione irregolare e rapida, disidratazione, sudorazione profusa, astenia, inappetenza, ipovitaminosi, alitosi con odore di chetoni ossia “fruttato” nel respiro.

Diagnosi

La diagnosi di chetoacidosi alcolica si basa sull'anamnesi relativa al consumo di alcol e alla salute generale e su indagini strumentali di laboratorio. È differenziale rispetto alla chetoacidosi diabetica, alla pancreatite acuta e all'intossicazione da metanolo e da glicole etilenico.

In assenza di un'alcolemia elevata e di una iperglicemia, la valutazione clinica si basa sul controllo dei valori degli esami ematochimici: elettroliti sierici compreso il magnesio per determinare lo squilibrio elettrolitico, azotemia e creatinina per la funzionalità renale, glucosio, chetoni, amilasi e lipasi per la funzionalità del pancreas, osmolarità del plasma.

L'esame urine evidenzia chetonuria. Se i chetoni sono positivi si esegue l'emogasanalisi per misurare i livelli di ossigeno e l'equilibrio acido/base nel sangue.

Si procede alla misurazione del lattato plasmatico che risulta elevato, l'acidosi lattica indica che le cellule dei tessuti non ricevono abbastanza ossigeno. Si rilevano ipokaliemia, ipomagnesiemia, ipofosfatemia. I valori di glucosio sono solitamente normali o bassi. Si può evidenziare una lieve iperglicemia significativa per un diabete mellito sottostante che si riconosce per elevati livelli di emoglobina glicosilata (HbA1C).

Trattamento della chetoacidosi alcolica

Per risolvere la chetoacidosi e la sintomatologia gastrointestinale, il trattamento consiste nella somministrazione endovenosa di 100 mg di tiamina - per prevenire lo sviluppo di encefalopatia di Wernicke o la psicosi di Korsakoff - e destrosio al 5% in soluzione fisiologica allo 0.9% per ripristinare gli elettroliti k e Mg.

I liquidi infusi devono essere integrati con vitamine idrosolubili e magnesio con eventuale supplemento di potassio per trattare la malnutrizione e lo squilibrio elettrolitico. Si somministra insulina se si sviluppa una iperglicemia superiore a 300mg/dl o se si pone il dubbio di chetoacidosi diabetica atipica.

La prognosi è buona se il trattamento è tempestivo. È una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, il 10% dei casi esita in morte per arresto cardiaco. Una chetoacidosi alcolica non trattata complica in psicosi, coma, encefalopatia. Altre complicazioni sono sanguinamenti gastrointestinali, pancreatite, cirrosi, polmonite. La complicanza più frequente ed immediata, che insorge dopo 3-4 giorni dalla comparsa dei sintomi acuti, è l'astinenza dall'alcol. La prevenzione consiste nel limitare la quantità di alcol ingerita e perseguire un buono stato nutrizionale.

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