L'acondroplasia è una malattia genetica ereditaria caratterizzata da uno sviluppo anomalo dello scheletro. È causata da una mutazione del gene FGFR3, situato sul cromosoma 4 e si trasmette con modalità autosomica dominante, di conseguenza basta un genitore che trasmetta un gene mutato per manifestare la malattia. Nella maggior parte dei casi tuttavia, la mutazione avviene ex novo durante lo sviluppo embrionale. La malattia rientra tra le principali cause di nanismo. La frequenza dell’acondroplasia è di circa 1/25.000 nati vivi e colpisce uomini e donne allo stesso modo.
Che cos’è l’acondroplasia
L'acondroplasia è una malattia genetica ereditaria caratterizzata da uno sviluppo anomalo dello scheletro. Si manifesta essenzialmente con:
- bassa statura
- arti sproporzionatamente brevi
- capo voluminoso
- tronco di dimensioni normali
- mani a tridente
Possono essere presenti anche condizioni associate come idrocefalo, otiti ricorrenti e obesità. La diagnosi può essere effettuata sia in epoca prenatale sia alla nascita mediante l’osservazione dei segni caratteristici della malattia. Al momento non esiste una cura risolutiva per l’acondroplasia e i trattamenti sono orientati a trattare i sintomi e gli altri problemi associati. La prospettiva di vita dei soggetti con acondroplasia è sovrapponibile a quella della popolazione generale. La prevenzione non è sempre possibile, ma in caso di genitori con acondroplasia, una consulenza genetica in caso di gravidanza può essere utile.
Cause di acondroplasia
L’acondroplasia è una malattia genetica causata da una mutazione del gene FGFR3 situato sul cromosoma 4. Il gene FGFR3 in condizioni normali è responsabile della creazione dei fibroblasti, le cellule che convertono la cartilagine in osso. In presenza di acondroplasia invece, il gene esprime livelli molto elevati del recettore 3 del fattore di crescita dei fibroblasti; questo agisce in modo negativo bloccando lo sviluppo delle ossa, specialmente di quelle lunghe delle braccia e delle gambe.
L’acondroplasia si trasmette con modalità autosomica dominante, di conseguenza basta un genitore che trasmetta un gene mutato per manifestare la malattia. Nel 20% circa dei casi l’acondroplasia è ereditata quindi da un genitore anch'esso affetto. Tuttavia, nel restante 80% dei casi, i soggetti affetti sono gli unici del proprio nucleo familiare (casi sporadici) a manifestare la malattia, poiché la mutazione è avvenuta ex novo durante lo sviluppo embrionale. Un genitore con acondroplasia ha una probabilità del 50% di trasmettere il gene al proprio figlio, causando la malattia. Mentre, se entrambi i genitori hanno l'acondroplasia, c'è una probabilità del 50% di avere un figlio malato, una probabilità del 25% che il bambino non erediti il gene e che sia di altezza media e una probabilità del 25% che il bambino erediti un gene anomalo da ciascun genitore, con la conseguenza di gravi problemi scheletrici che spesso portano alla morte precoce.
Come si manifesta l’acondroplasia
L’acondroplasia si manifesta con:
- Statura significativamente più bassa della media. L'altezza media di un adulto con acondroplasia è di 131 cm nei maschi e di 124 cm nelle femmine
- Braccia e gambe corte e sproporzionate rispetto alle dimensioni del tronco, che è invece normale. La parte superiore delle braccia e delle cosce è più accorciata rispetto agli avambracci e alla parte inferiore delle gambe. Le gambe inoltre, nei soggetti con acondroplasia assumono una forma arcuata
- Aspetto anormale della mano con dita corte e spazio extra tra il medio e l'anulare (mano del tridente);
- Piedi piatti corti e larghi
- Scarso tono muscolare e lassità delle articolazioni
- Testa grande rispetto al resto del corpo
- Fronte prominente
- Zona mediana della faccia di dimensioni ridotte (o poco sviluppata)
- Ponte nasale piatto
- Denti affollati o storti
- Ginocchio varo o ginocchio valgo
- Ipercifosi spinale (può comparire una piccola gobba vicino alle spalle che di solito scompare dopo che il bambino inizia a camminare) o iperlordosi lombare
Ci sono inoltre diversi problemi di salute associati come:
- Apnee, frequenti soprattutto di notte
- Idrocefalo
- Ritardi motori: i soggetti affetti imparano a camminare più tardi rispetto al resto dei bambini
- Difficoltà nel parlare: a causa della spinta della lingua, anche se questo problema di solito si risolve entro l'età scolare
- Difficoltà nel piegare i gomiti
- Stenosi spinale o vertebrale: può portare a compressione del midollo osseo e tende a peggiorare con l’età. A volte i bambini con acondroplasia possono morire improvvisamente nel sonno durante l'infanzia a causa della compressione dell'estremità superiore del midollo spinale, dove sono i centri nervosi della respirazione
- Sovrappeso oppure obesità
- Otiti ricorrenti (a causa di anomalie anatomiche del canale uditivo) che possono portare alla perdita dell’udito
Diagnosi di acondroplasia
La diagnosi di acondroplasia è basata essenzialmente sulla presenza di segni clinici e radiologici tipici della malattia. Un'ulteriore conferma deriva dall'analisi genetica con cui si effettua la ricerca della mutazione a carico del gene FGFR3. La diagnosi di acondroplasia può essere effettuata:
- In epoca prenatale: si effettua quando il bambino è ancora in utero e si basa su un'ecografia ostetrica che evidenzia alcuni segni sospetti (anche se molti potrebbero non essere evidenti fino al terzo trimestre). Questi segni includono la crescita delle ossa lunghe delle braccia e delle gambe che non tiene il passo con la crescita della testa, la testa sproporzionatamente grande con fronte prominente, la mano a tridente e il liquido amniotico in eccesso. La conferma diagnostica si basa sull’esecuzione di un test genetico eseguito su un campione di liquido amniotico
- Alla nascita: si effettua mediante l’osservazione delle caratteristiche fisiche del bambino, la misurazione delle ossa di braccia e gambe, l’RX delle ossa lunghe e la valutazione genetica. Utile anche uno studio del sonno per valutare la possibilità di apnee notturne che espongono al rischio di morte in culla
Trattamento dell’acondroplasia
Ad oggi non esiste nessun trattamento risolutivo per l’acondroplasia, di conseguenza le cure sono orientate al trattamento dei sintomi e dei problemi di salute associati:
- Terapia antibiotica: utile per trattare l’otite e prevenire la perdita dell’udito
- Laminectomia: intervento utile per ottenere un’apertura del canale spinale e ridurre la compressione del midollo
- CPAP o tracheostomia: possono essere effettuate in presenza di apnea nel caso sia necessario garantire l'ossigenazione in modo artificiale
- Tonsillectomia e adenoidectomia: utili, in presenza di episodi di apnea, per liberare le vie aeree e permettere la respirazione
- Shunt ventricolo-peritoneale: in caso di idrocefalo
- Logopedia: utile per migliorare la parola, il linguaggio, l'elaborazione del pensiero e la socializzazione
- Perdita di peso: in caso di obesità per ridurre i problemi alle articolazioni e alla schiena e/o per episodi di apnea
- Intervento chirurgico: per trattare la cifosi e/o lordosi e per riallineare la curvatura delle gambe
- Sostegno psicologico e sociale
- Fisioterapia: per aiutare lo sviluppo motorio ritardato
- Interventi odontoiatrici e ortodontici per migliorare l’allineamento dei denti
- Ingrandimento del forame magno: questa apertura alla base del cranio potrebbe dover essere ingrandita chirurgicamente. Quando è troppo stretta infatti, i vasi sanguigni e i nervi vengono compressi, il che può portare a episodi di apnea
Prognosi dell’acondroplasia
Gli individui con acondroplasia hanno un’intelligenza e un'aspettativa di vita paragonabile a quella delle persone sane. Tuttavia c’è un maggiore rischio di morte durante il primo anno di vita per la compressione dei centri nervosi del respiro. In alcuni casi inoltre, la prospettiva di vita può essere lievemente ridotta rispetto a quella della popolazione generale a causa di malattie cardiovascolari.
Prevenzione dell’acondroplasia
Una consulenza genetica può essere utile per i futuri genitori quando uno o entrambi hanno l'acondroplasia. Tuttavia, poiché l'acondroplasia si sviluppa molto più spesso ex novo, la prevenzione non è sempre possibile. Ilaria Campagna
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