Nella dotazione complessiva del personale dipendente all'interno dei Ser.D, i Servizi Pubblici per le Dipendenze, gli infermieri risultano la figura professionale maggiormente rappresentata. Sono il 31,5% del totale, seguiti dai medici (20,7%), dagli psicologi (14,7%), dagli assistenti sociali (13,5%), dagli educatori professionali (10,3%) e dagli operatori Ota/Oss (2,1%). Rilevando che il rapporto tra infermieri e medici è pari a 1,5, gli infermieri sono pertanto inseriti in un'équipe multidisciplinare di cura, prevenzione e riabilitazione delle persone che hanno problemi di dipendenza. È quanto emerge dal Rapporto sulle Tossicodipendenze 2022 pubblicato lo scorso 3 gennaio dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute che presenta una panoramica a livello nazionale sull'uso di sostanze che creano dipendenza.
Fotografia caratteristiche utenti e attività dei servizi di dipendenze
Il costo dell'assistenza alle persone con dipendenze patologiche è stato di oltre un miliardo per l'assistenza territoriale.
Si tratta di un importante documento conoscitivo, realizzato in collaborazione con le Regioni e le Province Autonome, che illustra nel dettaglio i principali dati sull'utenza, sulle attività e sul personale che si occupa di dipendenze patologiche.
La rilevazione dei dati e delle evidenze disponibili, iniziata dal Ministero nel 2010, permette di raccogliere informazioni con l'obiettivo di elaborare ed attuare adeguate politiche sanitarie, con la realizzazione di interventi mirati, rivolte agli operatori e agli utenti del Servizio Sanitario Nazionale nell'ambito specifico dell'assistenza sanitaria e socio-sanitaria a persone dipendenti da sostanze stupefacenti e psicotrope.
Il rapporto annuale rappresenta una fonte informativa utile al monitoraggio dell'attività, con analisi del volume di prestazioni e valutazioni epidemiologiche sulla tipologia dell'utenza e sui pattern di trattamento. Serve inoltre a valutare il grado di efficienza e di utilizzo delle risorse.
Dall'analisi dei dati rilevati attraverso il Sistema Informativo nazionale per le Dipendenze (SIND) e dalla panoramica sulle strutture sanitarie dedicate, si evidenzia che 6397 infermieri distribuiti nei 573 Ser.D operanti in Italia hanno assistito complessivamente 129.259 persone dipendenti da sostanze su un totale di 242.373 contatti.
Il 13.5% degli assistiti sono nuovi utenti mentre l'86,6% sono soggetti già in carico o rientrati dagli anni precedenti. Dalla fotografia specifica sui pazienti risulta che l'86% è di genere maschile, con un rapporto di 1 femmina ogni 6 maschi, di età compresa tra i 35 e i 54 anni e prevalentemente di nazionalità italiana (91,4%). Sono soprattutto celibi/nubili, vivono in famiglia o con un partner, hanno figli. La maggior parte ha una fissa dimora, presenta un livello di istruzione secondario, dichiara di avere un'occupazione stabile.
Le sostanze più assunte sono oppiacei , cocaina, cannabis. Il 63% delle persone in trattamento per droga è in carico ai servizi per uso primario di oppiacei. Sebbene la proporzione di pazienti che la scelgono come sostanza di elezione sia diminuita nel corso degli anni, l'eroina rimane la sostanza primaria più usata dagli utenti in trattamento.
È aumentato invece nel tempo il numero di coloro che richiedono un trattamento per uso di cocaina, sostanza d'abuso che tra i nuovi utenti risulta primaria nel 38,5% dei casi. L'accesso ai servizi per uso primario di cannabinoidi riguarda il 24,8% dei nuovi utenti, anche se la percentuale è tendenzialmente decrescente negli anni recenti.
Le sostanze vengono assunte prevelentemente per via iniettiva o fumata/inalata. La frequenza di assunzione è generalmente quotidiana, in alcuni casi è ridotta a 2-3 volte a settimana. Tra coloro che sono presi in carico da tempo, si nota che la prima assunzione di droga risale nell'88% dei casi ad almeno dieci anni prima.
Le prestazioni erogate riguardano interventi sanitari con prestazioni di tipo medico-infermieristico (78,8%), prestazioni psicosociali (72,8%) e trattamenti farmacologici (55,6%). Il 66,1% degli assistiti è sottoposto ad almeno tre tipologie di prestazioni diverse.
Per quanto riguarda le patologie concomitanti, il 7,3% delle persone in trattamento presenta almeno una malattia psichiatrica, soprattutto disturbi della personalità e del comportamento, sindromi nevrotiche e somatoformi, schizofrenia ed altre psicosi .
Piu rare sono la depressione, le manie e i disturbi affettivi bipolari. Considerando che i consumatori di sostanze stupefacenti per via iniettiva sono maggiormente a rischio di contrarre malattie infettive e che il 53,7% ha condiviso aghi e siringhe almeno una volta nella vita, è risultato positivo all'HIV il 4,8% dei pazienti, il 2,3% all'epatite B e il 42,3% all'epatite C .
Il numero complessivo di accessi al Pronto soccorso correlati all'uso di droghe rappresenta lo 0,05% del numero totale di accessi a livello nazionale, di cui il 12,4% esita in ricovero soprattutto in psichiatria con una diagnosi di “psicosi indotte da droghe”. Il costo dell'assistenza alle persone con dipendenze patologiche è stato di oltre un miliardo per l'assistenza territoriale mentre la remunerazione teorica delle prestazioni di ricovero ospedaliero è pari a circa 50 mila euro annui.
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