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Personale Servizio Sanitario Nazionale sempre più precario

di Redazione

Gli operatori sanitari a tempo determinato sono raddoppiati negli ultimi otto anni. Il dato emerge dal 5° rapporto relativo al 2021 pubblicato lo scorso 30 gennaio ed aggiornato il 6 febbraio. A cura del Ministero della Salute - in collaborazione con la Direzione Generale della Digitalizzazione, del Sistema Informativo Sanitario e della Statistica nonché con la Direzione delle Professioni Sanitarie e delle Risorse Umane del SSN –, lo studio presenta la fotografia dettagliata del personale operante nel nostro Paese in servizio sia nel settore pubblico che privato, analizzato in base al tipo di contratto di lavoro, a tempo indeterminato o determinato o flessibile, suddividendolo altresì per categoria, tipo di incarico, ruolo, tipo di struttura nonché per zona geografica, genere, distribuzione per età e classi di anzianità di servizio.

In otto anni gli infermieri precari sono aumentati del 154%

corsia ospedale letto

A cura del Ministero della Salute lo studio presenta la fotografia dettagliata del personale operante nel nostro Paese in servizio sia nel settore pubblico che privato.

Analizzando il periodo compreso tra il 2013 e il 2021, risulta che il personale con rapporto di lavoro a tempo determinato è aumentato del 99%, passando da 26.521 unità del 2013 alle 52.846 del 2021.

Analizzando le elaborazioni sui dati del conto annuale – presentate da Ares Lazio e Lombardia, Azienda Veneto e Liguria, ASL, AO, Aou, IRCCS pubblici, Estar Toscana, ISPO - si evidenzia che tale precarietà riguarda soprattutto il personale infermieristico.

In otto anni gli infermieri precari sono aumentati del 154%. Si è infatti passati da 8574 unità nel 2013 alle 21809 del 2021. I precari sono presenti soprattutto nelle Asl (14.518), ma non sono pochi nemmeno nelle Aziende ospedaliere (3148) e nelle Aziende Ospedaliere universitarie. Sono soltanto 927 negli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.

Tra il personale sanitario distinto secondo una distribuzione regionale, ci sono più precari complessivamente tra le donne (25988) rispetto agli uomini (10734). In generale, senza tenere conto della divisione tra generi, le regioni italiane con più precari sono la Sicilia (5187), la Puglia (4746), il Lazio (3507), la Campania (3207), l'Emilia-Romagna (2929), seguite da Lombardia, Piemonte, Marche ed Abruzzo.

Le regioni con meno precari sono la Valle D'Aosta, soltanto 11, la Provincia Autonoma di Trento (185), Molise e Basilicata. Veneto, Liguria. Friuli Venezia-Giulia ne hanno mediamente circa 600. Tra le varie tipologie di personale (ruolo sanitario, amministrativo, tecnico, professionale), quello sanitario è più precario degli altri, seguito da quello tecnico (11312) ed amministrativo (4391).

I precari sono in aumento anche tra il personale tecnico sanitario (+112%), il personale delle funzioni riabilitative (+132%) e il personale della Vigilanza ed Ispezione (+135%).

In controtendenza soltanto i medici: sebbene sia comunque in aumento il numero assoluto di precari tra i medici, risultano tuttavia in calo i medici assunti a tempo determinato. Sono infatti passati da 7210 nel 2013 a 6548 nel 2021.

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