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Infermiere di ricerca, un professionista misconosciuto

di Silvia Stabellini

L’infermiere di ricerca o Study Nurse è un professionista che ha molteplici conoscenze, competenze e responsabilità nell’ambito dello svolgimento di uno studio clinico. La sua attività parte dalla pratica clinica, passando attraverso il ruolo di garante della protezione del paziente, al coordinamento dello studio e gestione dei dati raccolti, fino ad arrivare allo scopo finale della ricerca: contribuire al miglioramento della pratica clinica, dalla quale tutto inizia.

Ricerca clinica, la base della pratica assistenziale

Se chiedessi ad un infermiere: Ti piacerebbe fare un Master in area critica? Oppure un Master in Coordinamento delle Professioni sanitarie?, so per certo che otterrei una risposta precisa, ma se ponessi la domanda Ti piacerebbe lavorare nella ricerca clinica? credo che molti non saprebbero cosa rispondere, perché si tratta di un ambito poco conosciuto e spesso considerato noioso. Ma la realtà è ben diversa.

Ancora prima di sapere che sarei diventata un’infermiera, ho avuto la fortuna di intraprendere un’attività lavorativa che mi ha permesso di approcciare alla ricerca clinica presso il policlinico S. Orsola dell’Università degli Studi di Bologna.

All’inizio mi sembrava un ambiente dove si produceva un quantitativo enorme di carta e di numeri fini a loro stessi. Poi ho capito che dietro a quella valanga di dati, raccolti in ogni situazione e in ogni contesto, c’era un comune denominatore: trovare una risposta alle mille domande che ogni giorno, chi lavora in ambito sanitario, si pone per migliorare la pratica clinica.

La ricerca non è qualcosa di avulso dalla realtà, anzi, ne è alla base

All’epoca ero in possesso di una laurea di tipo tecnico-sanitario e le mie possibilità di agire ed interagire con i pazienti arruolati negli studi era limitata. Così ho sentito la necessità di colmare questo divario e mi sono laureata in Infermieristica; questa strada mi ha permesso di approdare nuovamente alla ricerca clinica, ma questa volta con un ruolo molto più attivo: quello di infermiere di ricerca.

Chi è l’infermiere di ricerca clinica

L’infermiere di ricerca o Study Nurse è un professionista che ha molteplici conoscenze, competenze e responsabilità nell’ambito dello svolgimento di uno studio clinico.

In alcune Unità Operative come l’oncologia, dove la sperimentazione clinica su nuovi farmaci è parte integrante del processo di cura da molti anni, è una figura indispensabile, ma purtroppo non ancora istituzionalmente riconosciuta. Analizzando il Codice Deontologico dell’Infermiere, si nota come la ricerca compaia in molti punti, in particolare spicca l'assunto per cui l'infermiere riconsoce il valore della ricerca, della sperimentazione clinica e assistenziale per l'evoluzione delle conoscenze e per i benefici sull'assistito.

Questo porta a riflettere su quanto la ricerca sia qualcosa di molto concreto e più vicino a noi di quanto pensiamo.

Sembra impossibile, ma prima o poi tutti facciamo della ricerca, anche senza saperlo. Nel momento in cui durante il tuo lavoro ti poni delle domande e provi a cercare delle risposte, è allora che nasce la ricerca e nel momento in cui ti metti a disposizione della ricerca diventi uno study nurse.

Certo, serve un percorso di studi specifico (master di I livello, corsi di formazione, master di II livello), ma i primi passi da muovere sono la curiosità e lo spirito di osservazione in ciò che si fa: nasce tutto da quello.

Cosa fa l’infermiere di ricerca

L’attività dell’infermiere di ricerca dipende molto dal tipo di studio che si segue (osservazionale, di coorte, randomizzato, ecc.) e dalla fase del trial stesso (fase I, IIa, IIb, III o IV).

Ciò che però accomuna tutti gli studi - indipendentemente dalla fase o dalla tipologia - e che guida l’operato di tutti i professionisti coinvolti, sono le Good Clinical Practice Guidelines (Gcp): An international ethical and scientific quality standard for designing, conducting, recording and reporting trials that involve the participation of human subjects. Compliance with this standard provides public assurance that the rights, safety and well-being of trial subjects are protected, consistent with the principles that have their origin in the Declaration of Helsinki, and that the clinical trial data are credible.

(Sì, serve conoscere molto bene l’inglese).

In breve, queste linee guida per la buona pratica clinica garantiscono in primis la sicurezza del paziente e definiscono le caratteristiche che deve possedere uno studio affinché sia credibile.

Le diverse aree di competenza e le molteplici responsabilità che l’infermiere di ricerca si trova a ricoprire e affrontare, sono una delle caratteristiche più stimolanti.

Si parte dalla pratica clinica, passando attraverso il ruolo di garante della protezione del paziente, al coordinamento dello studio e gestione dei dati raccolti, fino ad arrivare allo scopo finale della ricerca: contribuire al miglioramento della pratica clinica, dalla quale tutto inizia.

In questo ambito, più che in altri, l’attività di un infermiere di ricerca si svolge in stretta relazione ad un team costituito da varie figure professionali: medici, data manager, biologi, farmacisti, monitor clinici (Clinical Research Associate CRA) e organizzazioni di ricerca (Clinical Research Organization CRO).

L’infermiere svolge la funzione di punto di riferimento e di congiunzione fra tutte queste figure e il paziente candidato ad uno studio clinico.

Periodicamente si organizzano incontri tra i membri dello staff per fare il punto della situazione sull’andamento dello studio, per discutere insieme eventuali casi particolari e per pianificare le attività da svolgere.

La vita dello Study Nurse è intensa, varia e richiede molta elasticità e capacità di risolvere i problemi.

Ci si interfaccia con tante professioni diverse e bisogna capire e saper gestire i bisogni di tutti. Onestamente va detto che c’è tanto da guadagnare intellettualmente ma poco economicamente, anche perché per ora, non c’è un vero e proprio riconoscimento istituzionale della figura e manca un inquadramento professionale vero e proprio (che speriamo arrivi presto).

Ma la soddisfazione di quando i pazienti alla fine di uno studio sono soddisfatti delle attenzioni ricevute, quando vedi prescrivere un farmaco che hai sperimentato o quando hai lavorato ore ed ore con lo staff di ricerca per la progettazione di un dispositivo e alla fine lo vedi impiantare su pazienti che ne trarranno beneficio, non ha prezzo.

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