L'infermiere, secondo il Codice Deontologico, è il professionista sanitario responsabile dell'assistenza infermieristica, la quale si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari di natura intellettuale, tecnico-scientifica, gestionale, relazionale ed educativa.
Parametri Vitali: quali sono e come devono essere rilevati?
La rilevazione dei parametri vitali è una componente importante dell’attività infermieristica; i segni vitali fanno parte della serie di dati raccolti dagli infermieri durante l’accertamento, o durante il monitoraggio dei pazienti che per svariate motivazioni necessitano di un continuo aggiornamento dei parametri.
Essi rappresentano una modalità veloce ed efficace per valutare le condizioni del paziente ed identificare la presenza di problemi o la risposta del paziente ad alcuni interventi.
Convenzionalmente con il termine parametri vitali ci si riferisce alla misurazione di:
La prima fase del processo di nursing, chiamata accertamento infermieristico, è una raccolta sistematica dei dati per verificare lo stato di salute della persona e identificare i problemi reali o potenziali di natura infermieristica, ma anche i punti di forza della stessa, che potrebbero rappresentare il punto di partenza per la pianificazione.
Esso avviene attraverso:
osservazione: richiede qualcosa di più della capacità di «guardare» il paziente; l’infermiere usa anche gli altri sensi: l’olfatto, l’udito, il tatto e, più di rado, il gusto (Yura e Walsh, 1988; Gordon, 1994);
colloquio/intervista: consiste di domande finalizzate a ricavare dati soggettivi dal paziente o dai suoi familiari per ricercare le risorse e raggiungere gli obiettivi che verranno prefissati;
esame obiettivo: metodo di raccolta dati sistematico, con tecniche come l’ispezione, la palpazione, la percussione e l’auscultazione;
intuizione: uso dell’introspezione, dell’istinto e dell’esperienza clinica per esprimere un giudizio clinico sul paziente (Ciuff 1997).
Durante l’ispezione della cute, l’infermiere deve provvedere a valutare anche la perfusione tissutale. Con perfusione tissutale si intende la capacità del flusso sanguigno di raggiungere tutti i distretti periferici.
Si parla di ipoperfusione tissutale di fronte a manifestazioni di pallore o cianosi periferica, cute fredda, polso flebile e di difficile valutazione, etc. In questi casi l’infermiere dovrà valutare il colorito della cute, la pressione arteriosa, la temperatura, il riempimento capillare.
Il tempo di riempimento capillare (CRT) è una tecnica non invasiva che permette di valutare molto rapidamente la perfusione sistemica e consiste nel comprimere il letto capillare e contare il tempo impiegato per la ricomparsa del flusso, facendo riferimento al colorito della cute (solitamente deve essere inferiore ai 3 secondi).
La raccolta e la classificazione dei dati sono finalizzate ad ottenere informazioni relative al paziente, considerando i fattori fisici, psicologici, socioculturali ed emotivi che possono influenzare il suo stato di salute. L’accertamento serve inoltre a indagare il grado di autonomia dell’individuo nel soddisfacimento del bisogno, al fine di poter esprimere un giudizio infermieristico clinico (Diagnosi Infermieristica) e pianificare così azioni che siano di sostegno, guida, compensazione o sostituzione.
La cute pallida indica una lieve riduzione dell’apporto di ossigeno tissutale, correlato a stati di ipotensione arteriosa, alterata perfusione capillare, anemia o stati di insufficienza respiratoria lieve o cronica.
La cute cianotica (bluastra) indica invece uno stato di grave ischemia periferica per insufficiente apporto di ossigeno regionale o generalizzato, causata da grave ipotensione, tutti gli shock (tranne l’anafilattico), gli stati di insufficienza respiratoria acuta e tutte le patologie dei vasi. Oltre alla colorazione indicante uno stato di ipoperfusione tissutale, la colorazione della cute può indicare anche altre patologie, per questo l’infermiere provvederà a valutare anche se la cute è eritematosa/arrossata, fattore che può suggerire la presenza di una reazione allergica locale o generalizzata, di un’ustione, di febbre, iperglicemia, colpo di calore o di sole; oppure se la cute è itterica, ossia giallognola accompagnata a sclere oculari dello stesso colore, ci si può trovare di fronte ad un paziente con un eccesso di bilirubina nel sangue, in caso di epatiti/tumori/pancreatiti etc.
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