La Diagnosi Infermieristica (DI) costituisce la base sulla quale l’infermiere attua specifici interventi volti a raggiungere gli outcomes di cui è responsabile, in ragione delle sue competenze e autonomia. La diagnosi infermieristica è l’espressione dello stato di salute della persona, esprime il giudizio professionale infermieristico sulle sue condizioni, identificando alterazioni e debolezze, capacità e punti di forza. È una fase nodale del processo di nursing e costituisce l’estensione logica della raccolta dati relativi all’accertamento. Fare diagnosi infermieristica vuol dire identificare le risposte, i segni e i sintomi che indicano un effettivo o potenziale problema di salute e pianificare le cure più appropriate per risolverlo.
Le Diagnosi Infermieristiche nel processo di assistenza
“Dia” e “Gnosis” ovvero conoscenza attraverso i segni. Le Diagnosi Infermieristiche descrivono la risposta umana (segni), reale o potenziale, ad un problema di salute per il quale l’infermiere ha la competenza di trattamento in autonomia.
La diagnosi infermieristica costituisce la seconda fase del processo di nursing, che è un approccio scientifico per la risoluzione dei problemi assistenziali legati alla persona, basato sulla applicazione del problem solving.
Per l’infermiere il processo di nursing è un metodo determinante per acquisire capacità decisionali. È costituito da 5 fasi:
- Raccolta dati
- Elaborazione dei dati e formulazione della diagnosi infermieristica
- Disposizione degli obiettivi
- Attuazione degli interventi
- Valutazione (esiti e processo).
La raccolta dati o accertamento infermieristico avviene in una visione olistica durante ogni interazione tra infermiere e paziente tramite l’osservazione, il colloquio-intervista (anche con il caregiver), l’esame fisico e la consultazione di altre fonti disponibili come la documentazione clinica.
Per organizzare i dati si possono usare i modelli infermieristici di riferimento. Tutti i dati raccolti devono essere ripartiti nei vari ambiti o modelli al fine di determinare quali siano funzionali (punti di forza della persona) e quali disfunzionali (diagnosi infermieristiche).
La formulazione della fase successiva del processo di nursing, la Diagnosi Infermieristica, appare quindi un’estensione sistematica della elaborazione dei dati.
Definire le Diagnosi Infermieristiche
Il concetto di diagnosi è sempre stato accostato in modo esclusivo all’attività medica, ma per definizione la diagnosi è l’accurato studio critico di qualcosa allo scopo di determinarne la natura.
Virginia Fry fu la prima ad invertire questa convinzione parlando in un articolo scientifico di Diagnosi Infermieristica, nel 1953. Ma solo vent’anni dopo, nel 1973, l’American Nurse Association (ANA) approvò l’adozione delle diagnosi infermieristiche.
Sono diverse le definizioni di Diagnosi Infermieristica che si trovano in letteratura:
Problemi di salute attuali o potenziali che gli infermieri, in virtù della loro preparazione ed esperienza, sono capaci di trattare ed abilitati a farlo
(Gordon, 1982)Un’affermazione che descrive una risposta umana di una persona o di un gruppo, che l’infermiere è abilitato a riconoscere e per la quale può prescrivere interventi risolutivi che mirano a mantenere lo stato di salute o a ridurre, eliminare o prevenire le alterazioni
(Carpenito, 1988)
La North American Nursing Diagnosis Association
La NANDA è l’istituzione ufficiale per la promozione e la revisione delle diagnosi infermieristiche, nonché punto di raccolta ed elaborazione.
NANDA International esiste per sviluppare, perfezionare e promuovere il sistema linguistico che riflette in modo accurato i giudizi clinici degli infermieri, con lo scopo di organizzare le conoscenze infermieristiche attraverso un linguaggio condiviso e universale, le diagnosi infermieristiche appunto.
Le Diagnosi Infermieristiche, dunque, consentono di avere un linguaggio comune, rappresentano un mezzo di comunicazione univoco, stabiliscono un sistema che facilmente si presta all’informatizzazione e facilitano l’assistenza personalizzata.
Tutte le diagnosi infermieristiche contenute nei testi della NANDA (235 nella edizione 2015-2017, ultima tradotta in italiano) sono basate su evidenze scientifiche e sono approvate da infermieri esperti clinici, ricercatori e docenti.
Alcune critiche sono state mosse riguardo determinate diagnosi infermieristiche di dubbia competenza esclusiva dell’infermiere come ad esempio “riduzione della gittata cardiaca” piuttosto che “inefficace perfusione tissutale”.
A tal proposito interessante è stata la risposta di L. J. Carpenito con il suo “modello bifocale di assistenza infermieristica” secondo il quale gli infermieri dispongono di competenze atte sia a pianificare le diagnosi infermieristiche sia ad occuparsi di “problemi collaborativi”, ovvero condizioni riguardanti l’assistito che sono direttamente correlate a problemi medici e che vanno affrontati in stretta collaborazione con gli stessi.
Quello NANDA non è l’unico sistema di classificazione standardizzato delle diagnosi infermieristiche, ma sicuramente quello più riconosciuto e sempre più ricerche accreditate in ambito infermieristico poggiano sulle diagnosi nordamericane.
Le altre sono state proposte International Nursing Concil, ICNP e la NDEC (Nursing Diagnosis Exstensionand Classification).
La struttura delle Diagnosi Infermieristiche
La struttura della diagnosi infermieristica si compone di quattro elementi essenziali al fine di adottare un linguaggio infermieristico univoco.
Gli elementi componenti sono: titolo. definizione, caratteristiche definenti, fattori correlati.
Titolo
Il titolo deve “qualificare” il problema, comprende quindi un qualificatore o descrittore, cioè un termine che fa distinguere immediatamente le diagnosi:
- le diagnosi reali hanno un qualificatore negativo (es. inefficace, mancanza, deficit, alterato);
- le diagnosi di rischio presuppongono un qualificatore specifico (rischio di);
- le diagnosi di benessere contengono un qualificatore positivo (es. efficace, potenziale miglioramento)
- le diagnosi a sindrome presuppongono un qualificatore specifico (sindrome da).
Nel titolo deve poi essere presente un termine che richiama il modello funzionale della salute (ad esempio la mobilità riferita al modello attività-esercizio fisico) e uno che potrebbe riferirsi all'unità di assistenza (individuo, comunità, famiglia). Attenersi a questo tipo di disposizione permette di evitare l’utilizzo di termini soggettivi.
Definizione
La definizione ci permette di esprimere in modo categorico, comprensibile ed esplicito il significato della diagnosi, così da distinguere quelle che possono assomigliarsi.
Caratteristiche definenti
Le caratteristiche definenti sono l’equivalente dei segni e dei sintomi, ovvero corrispondono a manifestazioni osservabili o riferibili di quella data condizione.
Si dividono in:
- maggiori o principali, definite come indicatori critici presenti nell’80-100% dei casi
- minori o secondarie, definite come indicatori di supporto (forniscono prove di sostegno per le diagnosi, ma possono non essere presenti) presenti nel 50-70% delle situazioni.
Le caratteristiche definenti non sono presenti nella struttura delle diagnosi di rischio, dove invece troviamo i fattori di rischio.
Fattori correlati
I fattori correlati sono in pratica le cause, i fattori eziologici che determinano una data condizione. Possono essere suddivise in quattro categorie:
- fisiopatologici (biologici o psichici)
- situazionali (ambientali, sociali, personali)
- fasi maturative (legati all’età)
- trattamenti (terapie, interventi)
L’uso intenzionale di locuzioni come caratteristiche definenti e fattori correlati al posto di segni e sintomi e di eziologia, permette di utilizzare un linguaggio specifico professionale, ma diverso da quello medico.
Linee guida per utilizzo Diagnosi Infermieristiche NANDA
Linee guida per l’utilizzo delle DI NANDA-I:
- Usa una o più teorie infermieristiche per guidare i tuoi approcci filosofici e teorici dell’assistenza infermieristica
- In base al modello teorico di assistenza infermieristica che hai scelto, effettua l’accertamento(LINK) (o gli accertamenti) della persona per identificare i problemi di salute, gli stati di rischio, la disponibilità alla promozione della salute e del benessere al fine di implementare le successive fasi dell’assistenza infermieristica.
- Durante l’accertamento (o gli accertamenti) usa le 7 capacità cognitive e le 10 abitudini del pensiero critico insieme con i processi della persona che sta ricevendo l’assistenza infermieristica.
- Conduci accertamenti mirati per identificare le specifiche risposte che la persona sta probabilmente sperimentando, considerando il contesto situazionale.
- Raccogli una quantità sufficiente di dati di elevata e media importanza per sostenere o respingere (rule in o rule out) le specifiche diagnosi prese in considerazione.
- Confronta i dati dell’accertamento con le DI standardizzate NANDA, cioè i titoli, le definizioni e le caratteristiche definenti.
- Appena raccogli i dati considera altre possibili diagnosi.
- Quando è possibile, considerando il contesto situazionale, valida le impressioni diagnostiche con l’individuo a la famiglia.
- Se c’è più di una diagnosi assegna la priorità.
- Comunica agli altri verbalmente o per iscritto la diagnosi o le diagnosi prioritarie come base per pianificare risultati ed interventi.
Lutethium
1 commenti
MA ISCRIVERSI IN MEDICINA NO? No proprio per non essere medico come lei!
#6
Mi sono iscritto oggi solo per rispondere ad un commento :
Mi chiedo cosa ci faccia, Francescom, in un forum infermieristico.
E' qui per confrontarsi ed "imparare" ad interagire con i teams assistenziali o sta qui solo polemizzare e affermare una sua presunta superiorità?
Si aggiorni, perché un medico arrogante e poco incline a condividere esperienze e farne tesoro, è un medico fine a se stesso: dannoso per la comunità!
PS: esistono diagnosi mediche e diagnosi infermieristiche, che magari, vi aiutano a far meno figure meschine! S'informi