Interrogarsi sull’effettiva utilità di un’azione o sull’utilizzo di una tecnologia i cui effetti si riversano su una persona è una pratica che i professionisti della salute, travolti dalle cose da fare, spesso dimenticano. Ma dare la giusta importanza alla riflessività è fondamentale nei contesti di cura, sia per motivi etici che per motivi strategici. Ne ha parlato Enrico Furlan, filosofo, in occasione del VII° Congresso Amietip.
Professionisti sanitari e l'importanza della ricerca degli orizzonti di senso
Che cosa ci fa un filosofo in mezzo ad infermieri, medici, anestesisti e specializzandi? Potrei sembrare un intruso – spiega Enrico Furlan, bioeticista presso il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell'Università di Padova – ma in realtà tra i professionisti della salute sta crescendo la consapevolezza che la loro attività ha una dimensione normativa. C’è da valutare se le cose che facciamo tutti i giorni, gli strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione sono davvero utili per la persona
.
Chiamato a relazionare al VII° Congresso nazionale Amietip, l'Accademia Medica Infermieristica di Emergenza e Terapia Intensiva Pediatrica, Furlan ha sottolineato l’importanza per i professionisti della salute di non lasciarsi travolgere dai ritmi di lavoro frenetici, dimenticando di riflettere su ciò che ogni giorno mettono in atto con le persone, sulle persone. E ha posto l'attenzione non solo sulla sfera etica, ma anche su quella strategica.
Nell’ambito sanitario, in particolare, etica è tutto ciò che è indiscutibilmente degno e proprio dell’uomo e tutto ciò che si oppone a quanto non accostabile alla dignità della persona in quanto tale. Certe domande non hanno risposta, ma andare nei reparti e scoprire che non ci si pone nemmeno la domanda
è estremamente preoccupante, sottolinea Furlan.
Spesso siamo travolti dalle cose da fare, abbacinati dalla sofisticatezza degli strumenti che abbiamo a disposizione ma non ci facciamo la domanda: ha senso per questa persona, per questa famiglia, in questo momento?
Da qui la necessità di maggior riflessività nei contesti di cura
, continua il filosofo, che avanza l'ipotesi di lavorare per integrare nella formazione di base dei professionisti della salute, medici e infermieri in primis, anche l'attenzione, l'attitudine a chiedersi il senso delle cose che facciamo
. Un'attitudine che se risponde ontologicamente alla dimensione etica dell'assistenza, strizza l'occhio anche alla dimensione strategica di un'organizzazione aziendale.
La stragrande maggioranza delle cause che vengono fatte contro gli ospedali - spiega infatti Furlan - è dovuta ad errori di comunicazione e di analisi. Anche solo per motivi di riduzione del contezioso, che sta crescendo enormemente in ambito sanitario, lavorare sugli aspetti etico-comunicativi è strategico
.
Comitati etici per la pratica clinica, un sostegno ai curanti
In alcune realtà sono stati creati dei comitati etici per la pratica clinica, che offrono un vero e proprio aiuto ai curanti nell'affrontare le questioni che sorgono al letto del paziente. Lì dove ci sono e funzionano bene - riporta Furlan - sono un ottimo strumento
.
Altre realtà, invece, stanno sperimentando la presenza di un consulente etico, un professionista esperto in grado di aiutare i sanitari a svolgere una riflessione lì nei luoghi dove si cura
, sempre a disposizione per fare in modo di prendersi cura anche di chi si prende cura.
I benefici nel partecipare ad attività riflessive di tipo etico sono tanti; la prima cosa che ho notato nei professionisti - conclude Furlan - è che si prendono più tempo per ascoltare e per parlare. Ascoltano di più, parlano di più con i pazienti e con i familiari. Acquisiscono un'attitudine di tipo collaborativo
.
La complessità delle situazioni con le quali ci confrontiamo oggi richiede un approccio di gruppo. Lavorare insieme, ragionare insieme, aiuta a prendere la decisione più saggia
Non c'è più spazio, insomma, per i cavalieri che lottano impavidi contro la malattia
. La vera sfida è quella di superare l'individualismo in favore del lavoro di squadra.
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