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Sicurezza pazienti: il 5,2% ha subito un danno durante le cure

di Redazione

Esiste un legame, dimostrato con dati ed evidenze solide, tra la qualità delle cure e la sicurezza dei pazienti e i risultati in termini di salute e benessere. Così il dottor Joao Breda, responsabile Oms per la qualità delle cure e la sicurezza dei pazienti, presentando i risultati del rapporto dell'Oms Europa “Taking the pulse of quality of care and patient safety in the Who European Region”, che per la prima volta ha valutato a livello regionale la qualità e la sicurezza dell'assistenza sanitaria fornendo un profilo dettagliato per ciascun paese europeo. Governi e responsabili politici possono e devono utilizzare i dati contenuti nel documento per apportare i cambiamenti di cui c'è urgente bisogno, esorta.

Report Oms Europa su qualità dell’assistenza e sicurezza dei pazienti

sicurezza paziente

Gli indicatori relativi alla sicurezza dei pazienti suggeriscono la necessità di migliorare l'assistenza sanitaria.

I risultati evidenziano le gravi implicazioni per l'aspettativa di vita, la probabilità di morte per malattie non trasmissibili e i danni clinici complessivi ai pazienti, qualora qualità e sicurezza non siano adeguati agli standard.

Suggeriscono inoltre che, se venissero messi in pratica piani di azione nazionali per migliorare la sicurezza dei pazienti ricoverati in ospedale e la qualità delle cure offerte, l'aspettativa di vita sana alla nascita aumenterebbe di 0,57 anni e la probabilità di morire per determinate malattie non trasmissibili diminuirebbe dell'1,34%.

Le stime dimostrano inoltre che la differenza nell'aspettativa di vita in buona salute a causa delle malattie non trasmissibili, tra i paesi con i migliori e i peggiori risultati, può raggiungere gli 11 anni.

Dall'indagine, che ha coinvolto i 53 Paesi membri della Regione Europea dell'Organizzazione Mondiale della sanità, risulta che 1 paziente su 10 ha subito un danno medico durante le cure ricevute. Tale danno, fino a 4 casi su 10, si è verificato in ambito primario e ambulatoriale.

Emerge, tuttavia, che almeno il 50% di questi danni sarebbe evitabile. Si evidenzia inoltre che, mentre l'80% dei Paesi ha attuato un piano specifico per la lotta all'antibioticoresistenza, soltanto 1 paese su 3 ha implementato un piano di azione nazionale sulla qualità dell'assistenza e/o sulla sicurezza dei pazienti, sebbene questi due elementi siano considerati indicatori chiave della capacità di un Paese di garantire una buona qualità assistenziale. Emerge anche che solo il 13% dei Paesi della Regione, ovverosia 1 su 10, dispone di un meccanismo di rappresentanza dei pazienti/pubblici nella governance sanitaria nazionale.

Considerando il numero elevato di errori medici segnalato dai pazienti nei vari Paesi con un valore mediano del 5,2%, gli indicatori relativi alla sicurezza dei pazienti, aggravati anche dalla mancanza di una precisa cultura della sicurezza e da una scarsa qualità dell'assistenza, suggeriscono la necessità di un netto miglioramento.

Il report ha evidenziato che gli esiti sfavorevoli riguardano soprattutto le infezioni della ferita chirurgica, con un tasso che va dallo 0,1% al 9,5%, l'embolia polmonare post-operatoria dopo la sostituzione dell'anca e del ginocchio e l'embolia ostetrica.

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