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giornata mondiale

Sicurezza del paziente, un'assistenza fatta bene e resa sicura

di Monica Vaccaretti

“Fallo bene, rendilo sicuro” è lo slogan con cui l'Oms promuove la Giornata Mondiale per la sicurezza del paziente 2024 che si celebra ogni 17 settembre. I dati epidemiologici evidenziano che circa un paziente su dieci subisce danni nell'assistenza sanitaria e che oltre 3 milioni di decessi globali si verificano ogni anno a causa di cure non sicure, che corrispondono a 4 persone su 100 nei Paesi a basso e medio reddito. Risulta inoltre che il 50% dei danni (1 paziente su 20) è prevenibile, che metà dei casi è attribuibile ad errori terapeutici e che tali danni, intesi come eventi avversi, riducono potenzialmente anche la crescita economica globale dello 0,7% all'anno, che equivale a miliardi di euro di costi indiretti.

Investire sulla riduzione del danno al paziente

diagnosi

Focus di quest'anno è la diagnosi, che identifica il problema di salute ed è la chiave fondamentale attraverso la quale un paziente può accedere al trattamento di cui ha bisogno.

Investire sulla riduzione del danno al paziente porta non solo a migliori risultati per il paziente, ma anche a significativi risparmi finanziari, migliora l'efficacia del sistema e aiuta a rassicurare le comunità e a ripristinare la loro fiducia nei sistemi sanitari.

Se la sicurezza in un contesto più ampio del sistema sanitario è intesa come un quadro di attività organizzate che crea culture, processi, procedure, comportamenti, tecnologie ed ambienti nell'assistenza sanitaria che riducono costantemente e in modo sostenibile i rischi e il verificarsi di danni evitabili, rendono meno probabile l'errore e riducono l'impatto del danno quando si verifica, la sicurezza del paziente è definita come l'assenza di danni prevenibili e la riduzione del rischio di danni non necessari associati all'assistenza sanitaria a un minimo accettabile.

Obiettivo dell'iniziativa dell'Organizzazione Mondiale della Sanità è sensibilizzare l'opinione pubblica e promuovere la collaborazione tra pazienti ed operatori sanitari per migliorare la sicurezza durante tutto il percorso assistenziale.

Focus di quest'anno è la diagnosi, che identifica il problema di salute ed è la chiave fondamentale attraverso la quale un paziente può accedere al trattamento di cui ha bisogno. Se corretta e tempestiva, la diagnosi può implementare la qualità delle cure e migliorare i risultati sanitari. Diagnosi ritardate, mancate o errate rappresentano l'incapacità di stabilire una spiegazione corretta e rapida ad un problema di salute e l'incapacità di comunicare tale spiegazione al paziente.

Dalla revisione della letteratura emerge che gli errori diagnostici rientrano tra le fonti comuni di danno al paziente, come gli errori di medicazione, gli errori chirurgici, le infezioni correlate all'assistenza sanitaria, la sepsi, le cadute accidentali, la tromboembolia venosa, le ulcere da pressione, l'identificazione errata e le pratiche di iniezione non sicure.

Risulta inoltre che gli errori diagnostici si verificano nel 5-20% degli incontri medico-paziente. Secondo recenti revisioni errori diagnostici dannosi sono stati riscontrati in almeno lo 0,7% dei ricoveri di adulti e si stima che la maggior parte delle persone subirà un errore diagnostico nel corso della propria vita.

L'Oms ritiene che formulare una diagnosi corretta sia un lavoro di squadra. Per giungere ad una diagnosi, è fondamentale infatti che pazienti e professionisti della salute lavorino insieme per orientarsi nel complesso e talvolta lungo percorso per identificare l'eziologia di una condizione di malattia.

Questa collaborazione implica non solo l'esecuzione di esami e test strumentali ma anche la discussione del caso con il paziente e la revisione dei risultati prima di giungere alla formulazione della diagnosi e al trattamento finali. Si sottolinea inoltre che una diagnosi ritardata, errata o mancata può prolungare la malattia e talvolta causare disabilità e persino morte. Tutti i protagonisti coinvolti nella relazione di cura devono tenere presente, pertanto, che gli errori possono verificarsi in qualsiasi fase del processo e possono avere conseguenze significative.

Secondo l'Oms la sicurezza diagnostica può essere notevolmente migliorata affrontando i fattori sistemici e cognitivi che possono portare ad errori diagnostici. Mentre i fattori sistemici sono vulnerabilità organizzative che predispongono all'errore - come errori di comunicazione tra operatori sanitari e con i pazienti, carichi di lavoro pesanti e lavoro di squadra inefficace - i fattori cognitivi includono la formazione e l'esperienza del medico nonché la predisposizione a pregiudizi, affaticamento e stress.

La maggior parte degli errori che causano danni non si verificano come conseguenza delle pratiche di uno o di un gruppo di operatori sanitari ma sono piuttosto dovuti a molteplici fattori interconnessi.

Riconoscendo la sicurezza dei pazienti come una priorità sanitaria globale e come componente essenziale del rafforzamento dei sistemi sanitari, l'Oms promuove l'importanza di progettare percorsi diagnostici sicuri, di supportare gli operatori sanitari nel prendere decisioni corrette e coinvolgere i pazienti durante l'intero iter diagnostico.

Gli esperti ritengono che per comprendere le cause sottostanti degli errori nell'assistenza sanitaria, compresi quelli legati alla diagnosi, sia necessario passare dal tradizionale approccio di accusa ad un pensiero più basato sul sistema salute, dove gli errori sono attribuiti a strutture e processi di sistema mal progettati.

Occorre inoltre riconoscere, pur senza trascurare negligenza e cattiva condotta da parte di coloro che forniscono assistenza, la natura umana di tutti coloro che lavorano in strutture sanitarie, sottoposti ad una notevole quantità di stress in ambienti complessi e in rapido cambiamento.

L'Oms sottolinea che un sistema sanitario sicuro è quello che adotta tutte le misure necessarie per evitare e ridurre i danni attraverso attività organizzate. Ciò comprende una leadership che sia in grado di creare all'interno dell'organizzazione un ambiente di lavoro sicuro, nelle procedure e nei processi clinici, anche attraverso la creazione di una cultura condivisa in cui la sicurezza è considerata una priorità.

Significa rafforzare le competenze degli operatori sanitari ed assistenziali migliorando la comunicazione e il lavoro di squadra; coinvolgere i pazienti e le loro famiglie nello sviluppo di politiche, nella ricerca e nel processo decisionale condiviso; istituire sistemi per la segnalazione di incidenti che riguardano la sicurezza dei pazienti ai fini di un apprendimento e un miglioramento continuo.

Infermiere

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