Possono (e in che modo) forma, orientamento, luce, materiali, colori e arredo degli ambienti di cura rappresentare un fattore di prevenzione delle aggressioni ai danni di infermieri, medici e altro personale sanitario? È la domanda cardine attorno alla quale ruota la di tesi di Master dell'architetta Federica Casetti, nata con l’ambizioso obiettivo di gettare le basi per la creazione di linee di indirizzo operative per la progettazione di edifici sanitari dove l’ambiente costruito sia uno degli strumenti a disposizione degli operatori per la prevenzione delle aggressioni ai loro danni .
Prevenire aggressioni ai sanitari: ruolo dell'edilizia ospedaliera
Un ambiente correttamente progettato genera stati d’animo e comportamenti coerenti con le funzioni che in esso devono svolgersi .
Nella consapevolezza che chi progetta spazi, progetta comportamenti (Vittorio Gregotti, architetto) attraverso gli strumenti della Psicologia architettonica e delle Neuroscienze applicate alla progettazione sono stati individuati, tra quelli sui quali è possibile intervenire in un edificio sanitario, gli elementi fisico-spaziali sui quali operare al fine di una progettazione attenta alla sicurezza dell’operatore e coerente con la creazione di uno spazio che stia all’origine della prevenzione in quanto strumento che sfavorisce l’insorgere di frustrazione e stress , alla base della possibile escalation dell’aggressività dell’utente che potrebbe sfociare in un evento violento .
La pratica della progettazione architettonica applicata al tema degli edifici per la cura, più che per qualsiasi altro ambiente costruito, non può prescindere dall’analisi delle funzioni e delle esigenze dei futuri fruitori.
Il compito non è quello di creare la macchina perfetta per aggiustare corpi, ma quello di realizzare spazi dove possano svolgersi processi di cura
L’edificio sanitario non solo diventa uno degli strumenti a disposizione degli operatori nell’esercizio della professione, ma deve anche rispondere alle loro esigenze per permettere loro di lavorare al meglio.
Scopo dello studio è quindi la definizione di spazi sicuri che permettano agli operatori di esercitare nel migliore dei modi, prendendo in esame la sicurezza nell’accezione di security e più precisamente di sicurezza nei confronti delle possibili aggressioni da parte degli utenti , al fine di realizzare un organismo architettonico che si prenda cura di tutti i suoi utilizzatori.
Gli agiti violenti scaturiscono da situazioni di disagio e di stress date dalla combinazione della preoccupazione per la salute, con la perdita di autonomia decisionale e di determinazione del sé, perdita di libertà fisica di movimento (per la costrizione a restare in un dato luogo in attesa, per i vincoli dati dalla somministrazione di terapie, per disabilità temporanee causate da patologie, ecc.).
A questo, si aggiunge la frustrazione per l’impotenza ad intervenire nell’azione e nella gestione di tempo e procedure, condizione psicologicamente affine ad una sudditanza rispetto alle decisioni prese da altri e quindi alla perdita di autodeterminazione e autostima, spesso tristemente corroborata dalla incomprensione non solo di ciò che sta accadendo ma anche del linguaggio e dei termini utilizzati dagli operatori per descriverlo.
Aggressioni al personale sanitario: intervenire creando ambienti mitiganti
L’aggressività nasce da una condizione di disagio e frustrazione e si sviluppa secondo il ciclo di Maier e Van Rybroek in 5 fasi, dal trigger alla depressione post-critica.
Gli agiti violenti scaturiscono dalla combinazione della preoccupazione per la salute, la perdita di autonomia decisionale, la perdita di libertà fisica di movimento, la frustrazione per l’impotenza ad intervenire nell’azione e nella gestione di tempo e procedure, alla perdita di autodeterminazione e autostima, fattori a cui si può aggiungere incomprensione di ciò che sta accadendo e del linguaggio e dei termini utilizzati dagli operatori per descriverlo.
L’interazione tra individuo e ambiente costruito è biunivoca, come il primo costruisce il secondo così questo interviene sul primo modificandone le emozioni e l’agire
La fase di trigger e l’escalation dell’aggressività possono essere mitigare grazie ad adeguati elementi architettonici (intervenendo su geometria dello spazio , orientamento , luce , materiali , colori , arredo ) opportunamente utilizzati in fase progettuale.
Gli elementi architettonici nella fase di trigger fungono da fattori mitiganti sullo stato emotivo dell’utente, nelle successive fasi agiscono come presidi di prevenzione e protezione per gli operatori, fino ad arrivare alla contenzione per gli aggressori .
Dai dati rilevati, è stato possibile asserire che:
le strutture più a rischio sono gli Ospedali, i centri di salute mentale, i presidi per la gestione delle dipendenze
all’interno di queste strutture i reparti più pericolosi sono il Pronto soccorso, le degenze (prevalentemente di Psichiatria, Medicina e Geriatria), le aree poliambulatoriali
nei reparti, gli ambienti più frequentemente teatro di aggressioni sono il triage, l’accettazione/accoglienza, le sale d’attesa, gli ambulatori e gli spazi colloquio a cui si aggiungono tutte le zone di circolazione sia interne che esterne
Esempio metodologico: accettazione di Pronto soccorso
Per prevenire gli atti di violenza contro gli operatori sanitari attraverso l'implementazione di misure che consentano l’eliminazione o riduzione delle condizioni di rischio presenti, di seguito si elencano alcuni dei requisiti specifici di sicurezza che dovrebbe possedere l'Accettazione di un Pronto soccorso:
Conformazione planimetrica semplice, di facile comprensione e senza angoli nascosti. Prediligere linee curve
Per gli ambienti con stazionamento di utenti o personale prevedere: posizione e dimensione delle finestre tali da consentire un’adeguata illuminazione con luce naturale
Prevedere viste su elementi caratterizzanti del contesto urbano e/o naturale circostante. Evitare vedute su pozzi luce o orientate a nord
Utilizzare luce artificiale che riproduca lo spettro di quella naturale
Preferire materiali naturali con finiture semi-lucide o opache
Evitare materiali freddi con finiture lucide e/o riflettenti
Inserire elementi di interesse utilizzando materiali tipici del contesto urbano e/o naturale circostante
Utilizzare colori ripresi dal contesto urbano e/o naturale in cui è inserita la struttura declinati in sfumature tenui con tonalità fredde
Gli elementi devono essere privi di parti staccabili ed essere realizzati con materiale difficilmente vandalizzabile. Eventuali parti in vetro devono essere infrangibili
Per la reception prevedere un bancone alto e profondo che impedisca lo scavalcamento
Preferire arredi pesanti che non possono essere sollevati, spostati o lanciati. La distribuzione degli ambienti deve permettere sempre una via di fuga libera
Con il presente studio si è evidenziato quanto questo specifico settore sia ancora inesplorato e ci si augura di aver gettato le basi per future nuove ricerche e approfondimenti
Tratto da F. Casetti , "Ruolo dell’ambiente costruito nella prevenzione delle aggressioni agli operatori sanitari" | Tesi di Master in "Pianificazione, programmazione e progettazione dei sistemi ospedalieri e socio-sanitari" (Politecnico di Milano)
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