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Testimonianze

Pronto soccorso: ho visto infermieri esausti in un tritacarne

di Redazione

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Al Pronto Soccorso del Versilia ci sono stati 250 accessi in poche ore, tra cui sei codici rossi. Il personale esausto è la prima vittima di questo tritacarne. È la testimonianza di un sindacalista provinciale della Fials, Daniele Soddu, che venerdì 12 luglio si è trovato, per esigenze di salute, nel reparto di emergenza urgenza di quel presidio ospedaliero. È stata un'esperienza da incubo. Ho visto un numero esiguo di medici, infermieri ed Oss che fronteggiavano una vera e propria ondata di gente, racconta il rappresentante sindacale dell'Asl che è rimasto lì dalle 19 circa sino alle 23:30.

Esperienza da incubo in PS: la testimonianza di un sindacalista

pronto soccorso

Il personale del PS del Versilia è esausto, nella giornata del 12 luglio sono stati registrati 250 accessi in poche ore.

Le ambulanze arrivavano copiose come un fiume in piena, le sirene anticipavano il loro accesso alla camera calda. Al triage, dove vengono smistati i casi in base alla gravità, gli utenti attendevano in fila il proprio turno. La sala d'aspetto era piena sino all'inverosimile e all'esterno stazionavano persone che non trovavano posto dentro, in attesa di capire se e quando potessero avere notizie di parenti e amici, racconta spiegando che si capiva che ci sarebbe stato il finimondo.

La giornata si era preannunciata difficile sin dal mattino. Il personale è da encomio e da medaglia d'oro al valor civile. Chi è lì dà il massimo e anche oltre, testimonia Soddu riferendosi non soltanto a quanto capitato quella sera ma ad ogni giorno come gli altri.

Descrive che tutte le sale dei vari codici erano piene di utenti, chi accomodato su una seggiolina, chi in barella, chi seduto sulle sedie. Tutti in attesa, finché ad un certo punto sono finite anche le barelle così che il personale si accingeva a cercarle altrove per riuscire a sistemare coloro che ne avevano necessità.

Il personale medico era impegnato a vedere tutti i pazienti nel più breve tempo possibile, richiedendo esami e consulti, mentre il personale infermieristico o gli Oss saltavano da una barella ad un'altra e da un setting all'altro per fornire assistenza e supporto ai pazienti, racconta.

Il personale si prendeva cura di tutti, anche di chi si alterava e, alzando la voce, protestava per i tempi troppo lunghi delle attese, non capendo lo sforzo dei sanitari. Racconta che tra il personale in rientro dal giorno di riposo e tra una prestazione aggiuntiva e l'altra, si capiva il malessere di chi vede l'arrivo del mese di settembre come una chimera.

Spiega inoltre che per uno dei codici rossi arrivati si era reso necessario organizzare un trasferimento a Livorno in ambulanza, con un infermiere a bordo, per sostituire il quale era stato chiamato un collega reperibile a copertura. Alle 20 di sera si contavano ancora 50 utenti in attesa di ingresso in Pronto soccorso.

Ho verificato di persona ciò che, come sindacato, abbiamo sempre denunciato, esprimendo forte preoccupazione per la tenuta del servizio con l'arrivo della stagione estiva, spiega facendo sapere che da mesi la Fials aveva chiesto con insistenza all'azienda rinforzi di infermieri, medici ed operatori socio sanitari per far fronte all'aumento dell'utenza che come ogni anno si riversa nella zona di mare. La risposta aziendale è stata come al solito: programmazione zero, denuncia.

Illustra che in Pronto soccorso ci sono tre medici. Uno ai codici gialli, uno ai verdi e uno di supporto con il turno notturno fino alle 24:00. E che dopo la mezzanotte sino al mattino rimangono solo due medici in servizio.

Ho verificato di persona come l'arrivo di un codice rosso implichi che tutto lo staff del Pronto soccorso si concentri su chi è in pericolo di vita. Così il paziente trova tutta l'equipe pronta ad intervenire sin dal suo accesso con l'ambulanza nella camera calda. Questo blocca inevitabilmente le altre attività che subiscono un allungamento dell'attesa, spiega il sindacalista sottolineando altresì come la gestione dei codici rossi, che possono avere esiti infausti, coinvolga fortemente il personale sotto l'aspetto emotivo.

Crediamo che i dirigenti e i politici, che si riempiono la bocca della buona sanità toscana, debbano scendere le scale dei loro uffici, uscire dai loro palazzi e verificare le condizioni in cui lavorano i dipendenti della Sanità regionale, conclude Soddu ritenendo inconcepibile che il personale in prima linea del Pronto soccorso sia messo nelle condizioni di lavorare in questo modo e con questi ritmi sostenuti.

Come sindacato riteniamo inaccettabili tali condizioni, pertanto, dichiariamo anche per questo lo stato di agitazione, rivendicando assunzioni di personale, conclude rimarcando che tutti gli operatori sanitari, anche quelli nei reparti, stanno vivendo notevoli criticità lavorative. La politica si svegli.

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