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Emergenza-Urgenza

Infermieri di processo per prevenire violenza in Ps Asl Bari

di Redazione

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Formare una nuova figura professionale, l'infermiere di processo, dedicato all'accoglienza nei pronto soccorso, che sia in grado di incentivare la presa in carico del paziente e dei suoi familiari, dal triage alla dimissione e/o ricovero, e creare una rete di collegamento tra i diversi professionisti della salute per ottimizzare tempi d'attesa, ridurre eventuali tensioni e prevenire episodi di violenza. È l'obiettivo del corso avviato dalla Asl di Bari nell'ospedale di Venere destinato alla formazione degli operatori del Pronto soccorso del presidio, coordinati da Mauro Martucci, responsabile del Servizio delle professioni sanitarie ospedaliero-territoriali e da Rosa Melodia, responsabile del Pronto soccorso, nell'ambito del progetto pilota.

Prendersi cura dell'aggressività: infermiere di processo come leva strategica

All'Asl di Bari, dove nei primi otto mesi del 2024 le aggressioni al personale sanitario segnalate al Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale sono state ben 51, nelle sedi ad alto rischio come i Pronto soccorso sarà introdotto l'infermiere di processo dedicato all'accoglienza allo scopo di prevenire gli atti di violenza che sono diventati un preoccupante problema di salute pubblica.

Si tratta di una figura prevista dalle Linee Guida “Hospitality” del Sirgisl, il Sistema regionale integrato di gestione della sicurezza sui luoghi di lavoro, approvate da una delibera della Giunta pugliese lo scorso luglio, che anche l'Azienda sanitaria barese intende adottare per prevenire, proteggere e gestire gli atti di aggressione contro i propri dipendenti.

La Asl accompagna i suoi operatori in questo percorso finalizzato a rafforzare la comunicazione e a migliorare l'interazione con le persone che si rivolgono ai Pronto soccorso, nell'ottica di prevenire gli episodi di violenza che purtroppo continuano a verificarsi, rende noto il direttore generale facente funzioni Luigi Fruscio annunciando l'iniziativa e l'intenzione di estendere questo nuovo modello organizzativo a tutti i Pronto soccorso aziendali.

L'infermiere di processo dedicato all'accoglienza sarà presente tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 20 in un'area compresa tra la sala d'attesa e il triage.

Fornendo informazioni costanti e puntuali, garantirà il servizio di accoglienza durante tutto il periodo di permanenza del paziente in Pronto soccorso, dall'accesso alla dimissione a domicilio o al ricovero.

Motivato e adeguatamente formato per migliorare il processo informativo, aggiornerà i familiari riguardo all'iter clinico-diagnostico-terapeutico intrapreso dal congiunto e risponderà alle richieste del paziente.

Secondo le Linee Guida elaborate, l'infermiere di processo consentirà di incentivare la presa in cura sia del paziente che dei suoi familiari e di creare altresì una rete di collegamento tra i diversi professionisti sanitari. L'obiettivo è migliorare la gestione del processo assistenziale ottimizzando i tempi di attesa e riducendo le eventuali tensioni.

Stiamo formando i dipendenti a rischio, fa sapere il coordinatore del Sirgisl, Danny Sivo, sottolineando come il 90% delle persone abbia espresso soddisfazione per l'accoglienza e l'assistenza ricevuta dall'infermiere di processo laddove è già stato istituito, secondo quanto emerge da una recente indagine conoscitiva.

Il tempo di comunicazione è un tempo di cura, non un fattore accessorio nel percorso assistenziale, spiega Sivo illustrando che per rendere operativa quanto prima questa nuova figura anche a Bari è stata avviata il 4 dicembre la formazione aziendale per gli operatori sanitari del pronto soccorso dell'Ospedale Di Venere.

Il progetto pilota, denominato “Prendersi cura dell'aggressività: l'infermiere di processo come leva strategica” coinvolgerà i professionisti sanitari con esperienza maturata in Pronto soccorso che saranno formati da esperti delle dinamiche, dei percorsi interni e dei flussi clinici-assistenziali tipici di un Dipartimento di emergenza-urgenza.

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