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Editoriale

Irina, la giornalista morta da infermiera

di Monica Vaccaretti

Oggi è tutto alle mie spalle, la mia vita è finita ed era importante per me viverla con dignità. Essere una persona onesta, gentile ed amorevole. Per avere la forza di essere una persona libera, bisogna essere coraggiosi. Non mi dispiace morire perché alla fine sto vivendo la vita che voglio vivere. Siate degni delle gesta dei nostri eroi. Non siate tristi. Siate coraggiosi. Così Irina Tsybukh ha detto addio in una lettera intima al fratello, nel caso le fosse capitato di non tornare dal fronte ucraino, con la preghiera di pubblicarla se fosse morta così da lasciare agli amici e ai compatrioti la propria testimonianza di vita. Le sue poche righe restano un testamento morale. Non è forse questo il senso profondo della vita? Dignità. Libertà. Coraggio. Sono questi gli ingredienti, uniti all'onestà alla gentilezza e all'amorevolezza, che rendono una vita ben spesa e degna di essere stata vissuta soprattutto, e anche quando, si vivono tempi turbolenti.

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