Servono misure più severe contro soggetti recidivi. Non possiamo permettere che queste persone continuino a rappresentare un pericolo per il personale sanitario e per la sicurezza pubblica. Il rispetto per chi si prende cura della salute è un principio che non può mai essere messo in discussione
. Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, esprimendo una forte condanna per ogni forma di violenza contro gli operatori sanitari dopo l'ultima aggressione subita da un'infermiera mentre era in servizio all'ospedale Sant'Antonio di Padova lo scorso 28 gennaio, verso le undici di sera.
Zaia: Ferma condanna per ogni forma di violenza contro operatori sanitari
L'infermiera è stata dapprima insultata e minacciata e poi colpita brutalmente, senza apparente motivo, con calci, pugni e spintoni da un paziente, un uomo di 55 anni che si è presentato in tarda serata al Pronto soccorso del nosocomio.
La violenza si è scatenata appena entrato, quando ancora si trovava nell'atrio del reparto. L'aggressore, senza fissa dimora e risultato poi già noto alle forze dell'ordine, ha cercato anche di colpire un operatore sociosanitario ma è stato rapidamente bloccato dagli addetti alla vigilanza e dai carabinieri che, intervenuti tempestivamente sul posto, lo hanno arrestato in flagranza di reato.
Dopo la convalida, è stato condannato per direttissima per lesioni a personale sanitario e minacce e condotto in carcere dove dovrà scontare dieci mesi e venti giorni di reclusione.
Per le persone che si macchiano in maniera ripetuta di reati come questo è necessario mettere in campo ulteriori misure
, esorta il governatore suggerendo l'uso di presidi tecnologici che consentano di prevenire nuove aggressioni e di intervenire prontamente in caso di minaccia. Se necessario, deve essere previsto un monitoraggio più serrato
, spiega.
È un episodio gravissimo ed inaccettabile che colpisce non solo la vittima ma l'intero sistema sanitario e chi vi opera ogni giorno con professionalità e dedizione per garantire assistenza ai cittadini
, commenta il governatore esprimendo vicinanza e solidarietà alla professionista coinvolta.
Questo fatto ripropone con urgenza il tema della sicurezza negli ospedali – ribadisce - I nostri operatori sanitari non possono essere lasciati soli di fronte a simili episodi. Devono poter svolgere il loro lavoro in un ambiente sicuro, senza il timore di subire aggressioni
, conclude sottolineando che, sebbene la Regione Veneto si sia impegnata da tempo in tale direzione facendo investimenti sulla sicurezza e potenziando le misure di protezione, serve comunque uno sforzo condiviso da parte di tutti affinché episodi del genere non si ripetano.
Serve più prevenzione, più vigilanza, di giorno e di notte, blocco degli accessi e stazionamento fisso di un vigilante in Pronto soccorso
, chiede intanto il segretario regionale Anaoo Assomed, Mirko Schipilliti, medico del pronto soccorso nonché collega dell'infermiera aggredita.
Siamo senza protezione
, denuncia sottolineando che il personale lamenta da tempo una scarsa sorveglianza in tutto l'ospedale. Mi auguro che la magistratura svolga tutte le indagini per capire tutta la catena di responsabilità di questo episodio
.
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