La via inalatoria permette di somministrare i farmaci direttamente sulla superficie interna delle vie aeree, sfruttandone l’ampiezza (circa 70 m2) e mantenendo una concentrazione del farmaco sufficientemente bassa da ridurre effetti collaterali, locali o sistemici, ma in grado di garantire un buon assorbimento della dose assunta.
Quali farmaci vengono somministrati per via inalatoria?
Possono essere somministrati per via inalatoria farmaci quali, ad esempio, broncodilatatori, antiallergici, cortisonici e antibiotici. In particolare:
- cromoni e anticolinergici vedono in quella inalatoria la via di elezione, poiché non vengono assorbiti se somministrati per via orale;
- i broncodilatatori agiscono in maniera notevolmente più rapida se assunti per via inalatoria rispetto alla via orale.
Generalmente utilizzati per il trattamento di patologie croniche come, ad esempio, l’asma o la broncopneumopatia cronico-ostruttiva (BPCO), l’efficacia dei farmaci somministrati per via inalatoria è influenzata da diversi fattori:
- caratteristiche dei dispositivi di erogazione (aerosol predosati in bombolette pressurizzate, inalatori a polvere secca, nebulizzatori, distanziatori);
- dimensioni delle particelle espulse dall’erogatore (le particelle di diametro >5 μ si depositano in orofaringe, quelle comprese tra 2 e 4 μ in trachea e bronchi. Il diametro ottimale perché vengano raggiunti i polmoni è di 1-3 μ);
- abilità individuale nell’utilizzo del presidio (l’assistito deve ricevere un’adeguata educazione all’uso dell’erogatore che può richiedere particolari livelli di coordinazione).
Corretto impiego dei farmaci
Le norme per il corretto utilizzo dei farmaci per via inalatoria prevedono che:
- i farmaci vengano somministrati prima dei pasti: il pasto, per la persona con problemi respiratori, rende più difficoltosa l’inspirazione profonda. Somministrare i farmaci prima del pasto favorisce un assorbimento migliore;
- i broncodilatatori vengano assunti per primi: nel caso in cui sia prevista l’assunzione di più farmaci per via inalatoria, somministrare per i primi i broncodilatatori facilita l’assorbimento a livello bronchiale dei farmaci successivi;
- i dispositivi di erogazione siano mantenuti lontani dagli occhi;
- le labbra aderiscano bene al boccaglio;
- il paziente sciacqui la bocca dopo ogni somministrazione al fine di eliminare residui di farmaco depositati sulle mucose ed eventuali sapori sgradevoli lasciati dal passaggio del farmaco stesso.
Gli inalatori predosati pressurizzati (MDI)
Gli inalatori predosati (metered-dose inhalers, MDI) sono dispositivi pressurizzati - di grande comodità d’uso per il paziente – che contengono polvere per aerosol di specifici farmaci. Quando l’assistito attiva l’erogatore pressurizzato, viene rilasciata una precisa quantità di farmaco.
A fronte della loro praticità (il paziente può portarli agevolmente con sé), gli inalatori predosati richiedono molta coordinazione tra l’attivazione dell’erogazione e l’inalazione in profondità dell’aerosol.
In tale contesto si attiva la funzione educativa dell’infermiere che, fra le altre cose, attraverso un intervento di educazione terapeutica, accompagna il paziente nell’acquisizione delle competenze necessarie alla gestione del presidio.
Per ovviare alle difficoltà di coordinazione e ottimizzare il deposito del principio attivo nelle vie aeree profonde, spesso vengono applicati degli spaziatori: oltre a ridurre al minimo gli episodi di tosse dovuta a sostanze irritanti, aumentano la disponibilità delle particelle durante le inspirazioni successive favorendo il loro deposito nelle basse vie aeree. Gli spaziatori sono di due tipi:
- distanziatori: aumentano lo spazio che il farmaco deve percorrere prima di essere inalato; allo stesso tempo, con l’evaporazione del gas propellente al loro interno, rallentano la velocità delle particelle e ne riducono il diametro;
- camere di espansione o reservoire: in plastica o in metallo, fungono da serbatoio di riserva di sostanza tra un atto respiratorio e l’altro.
Utilizzo di un inalatore predosato con distanziatore
Attraverso interventi educativi volti al raggiungimento di un’autosomministrazione efficace della terapia inalatoria, l’infermiere presenta all’assistito la procedura di inalazione di un farmaco tramite inalatore predosato pressurizzato MDI e distanziatore:
Inalatori a polvere secca
Gli inalatori a polvere secca sono attivati dalla pressione negativa attivata dal respiro e non necessitano di propellenti né di particolare coordinazione tra l’attivazione del dispositivo e l’inspirazione, rendendoli più facili da usare per i pazienti rispetto agli aerosol dosati.
In commercio si trovano erogatori monodose (il farmaco viene caricato in capsule monodose, consentendo di controllare l’effettiva erogazione della dose prescritta verificando lo svuotamento della capsula) ed erogatori multidose (contengono fino a 100 dosi di farmaco in singoli alloggiamenti di un unico serbatoio connesso ad un dosatore volumetrico; la verifica di avvenuta somministrazione della singola dose, nonostante sia affidata ad un contatore, risulta più complessa).
In questi erogatori il farmaco (puro o miscelato con eccipienti) è disponibile in particelle finissime, che giungono ai polmoni veicolate dall’aria inspirata; anch’essi di estrema praticità in senso generale, possono essere di difficile utilizzo in caso di clima molto umido e sono più propensi a causare tosse.
Utilizzo di inalatore a polvere secca
Attraverso interventi educativi volti al raggiungimento di un’autosomministrazione efficace della terapia inalatoria, l’infermiere presenta all’assistito la procedura di inalazione di un farmaco tramite inalatore a polvere secca:
I nebulizzatori o generatori di aerosol
Un’altra modalità di somministrare farmaci per via inalatoria è quella che avviene per mezzo di nebulizzatori, apparecchi che trasformano una miscela di aria, particelle di farmaco e diluente in una finissima “pioggia” che raggiunge le basse vie aeree.
I farmaci destinati alla nebulizzazione possono essere già pronti per l’uso o possono necessitare di una diluizione, che deve avvenire appena prima della somministrazione, per scongiurare rischi di contaminazione/alterazione del farmaco, evitando di mescolare più farmaci e incorrere in fenomeni di precipitazione.
L’inalazione del farmaco, che a seconda dei casi, può avvenire mediante ghiera boccale, ghiera nasale, maschera nasale o maschera bucconasale, avviene in una seduta che dura non più di 10 minuti e durante la quale il paziente deve mantenere una posizione seduta o semiseduta, respirando lentamente e profondamente.
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